lunedì 3 giugno 2013

amianto Romana Blasotti Pavesi “Avremo altri morti ma io non mollo”

Romana Blasotti Pavesi
“Avremo altri morti
ma io non mollo” il fatto quotidiano 4 giugno 2013
La nostra battaglia continuerà”. È stanca
ma non demorde Romana Blasotti Pavesi,
la presidente dell’Associazione familiari
vittime dell’amianto. Da più di trent’anni si
batte per la giustizia nei confronti di chi ha
lavorato o ha vissuto a stretto contatto con
l’amianto, in Italia e nel mondo: “Ho cominciato
nel febbraio del 1982, quando mio marito
Mario (lavoratore
dell’Eternit di Casale
Monferrato, ndr) si è
ammalato. Io non conoscevo
‘quella cosa’.

Mi sono molto arrabbiata
perché non ci si
può ammalare per lavoro”,
racconta. La
rabbia è aumentata
negli anni, con la
scomparsa della sorella Libera e del nipote, di
una cugina e infine di una figlia, morta nel giro
di cinque mesi. “Per lei ho perso le mie lacrime”,
ripete. A parte il marito, nessuno aveva
lavorato per la multinazionale.
Cosa pensa di questa sentenza?
Sono soddisfatta per la condanna a 18 anni.
Certo, io me ne aspettavo venti come ne aveva
chiesti Guariniello, ma gli avvocati della difesa
hanno usato le loro carte. Però io ho ancora la
rabbia per andare avanti, perché la lotta non è
finita e le morti continuano. Sono pronta, nonostante
la stanchezza. Oggi (ieri, ndr)è stata
una giornata straordinaria.
Restano invece grossi interrogativi sui risarcimenti
ai familiari delle vittime.
Non posso dire ancora niente sulla questione.
È complicato. Durante il viaggio di ritorno da
Torino a Casale eravamo molto incerti.
Schmidheiny, il magnate condannato, ha parte
dei suoi soldi protetti all’estero. Si teme che
non pagherà mai. Che farete?
Aspetteremo. La peggiore pena per questa
gente è tirare fuori i soldi. Lui invece lotta per
non pagare i risarcimenti. Nessuno ha il diritto
di far morire la gente per i propri guadagni. Io
sono stanca di assistere a malattie e morti. Non
ho rancori, odio o sete di vendetta, ma vorrei
tanto che i colpevoli si facciano carico dell’assistenza
dei malati provocati, fino alla fine.
Ho la convinzione che non abbiano capito la
tragedia che hanno causato con il loro amianto.
Dopo tutti questi anni, se non riuscissero ad
ottenere i risarcimenti, cosa dirà ai parenti delle
vittime?
Dico che è un’ingiustizia nell’ingiustizia. I
morti sono morti, le malattie provocano molto
dolore. Io non dirò mai che gli altri si devono
arrangiare se a me è andata bene. Siamo uniti.
E poi bisogna vedere come andrà a finire.
Siete una comunità molto unita?
Abbiamo lottato e siamo consapevoli di averlo
fatto. Sappiamo quanto ci è costato, ma siamo
arrivati a questo punto insieme. E continueremo

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