giovedì 20 giugno 2013

rifiuti l'Europa multa l'Italia

Condannati “perché in tre anni non è stato fatto quello che è stato promesso”. È il commento del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando non appena venuto a conoscenza della multa inflitta dall’Unione europea all’Italia in relazione alla vicenda rifiuti in Campania. “L'Europa - ha detto Orlando in una conferenza stampa a Caserta - dice che nel 2020 bisognerà usare altre tecnologie, ma fino ad allora ci dobbiamo impegnare a fare le cose che abbiamo promesso. Ci contesta di non aver rispettato gli impegni secondo le previsioni della normativa europea. E in due settimane non recuperiamo certo quello non fatto in 4 o 5 anni”. Il ministro sostiene che bisogna rivedere il piano regionale stilato dalla Regione Campania visto che ora c'è un progetto che è la fotografia del momento in cui è stato presentato, e finchè non si dimostra concretezza nell’impegno di portare avanti diversamente il ciclo di smaltimento, la regione è tenuta a quegli impegni. “Sono trascorsi tre anni dalla sentenza della Corte Ue. Sono tanti, e nonostante tutta l'assistenza data dalla Commissione alle autorità italiane, non è stata trovata una soluzione. Abbiamo dovuto prendere la decisione del deferimento e delle multe”. Così una portavoce ha spiegato in modo netto, durante il briefing della Commissione, la decisione di deferire l’Italia davanti alla Corte Ue per le lunghe inadempienze nella gestione dei rifiuti in Campania. Il fatto quotidiano 21 giugno 2013

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