di Stefano Caselli
Per anni questo processo ci ha continuamente
parlato di morte. Ora possiamo dire
che questa sentenza è un inno alla vita”. É emozionato
anche il pm Raffaele Guariniello. Difficile
non esserlo, quando centinaia di persone
fanno la fila per ringraziarti.
Dottor Guariniello, che
significa “inno alla vita”?
É stato riconosciuto il
valore supremo della
tutela della vita umana,
un diritto assoluto. Può
sembrare una banalità
dirlo, ma purtroppo
non è così.
La difesa degli imputati,
come spesso accade in questi casi, sostiene
che così facendo nessuno investirà più in Italia...
Sarebbe meglio aspettarsi investimenti in sicurezza
prima di tutto. E poi cosa significa, che gli
stranieri vengono in Italia a investire capitali
per provocare morti tra i lavoratori? Io non credo...
Dopo la parziale riforma della sentenza per la
strage della Thyssen temeva che il copione si ripetesse?
Ovviamente io speravo di no. Ed è un successo
soprattutto che il disastro doloso sia stato riconosciuto
anche per Rubiera e Bagnoli, cosa
che non era accaduta in primo grado. Questa
sentenza ha un valore che va al di là del caso
specifico. Vale per l’Italia e per il mondo. Ci
sono zone del nostro paese dove non si riescono
a celebrare processi e paesi nel mondo – India,
Cina, Sudamerica – dove l’amianto è ancora
manovrato da migliaia e migliaia di lavoratori.
É un punto di riferimento.
Per esempio per la vicenda Ilva?
Certamente. La procura di Taranto, che sta facendo
un grande lavoro, ha ricalcato le nostre
impostazioni. Un motivo in più per procedere
nella stessa direzione.
Pensa ancora che sia necessaria una Procura nazionale
per la sicurezza sul lavoro sul modello
dell’A n t i m a f i a?
Sì, ma l’Antimafia ha una funzione di coordinamento,
qui c’è bisogno di tutelare veramente
il lavoro, Il lavoro di cui tanto si parla nei palazzi
della politica. Questo governo lo aspettiamo al
varco, bisogna dare una risposta alle domanda
di giustizia che arriva da ogni angolo d’Italia
Per le vittime giustizia è fatta, ma riusciranno
ad essere risarcite?
In effetti ci sono dei problemi, ma non dimentichiamo
che il processo penale è finalizzato all’individuazione
delle responsabilità. Chi ha
subito danni può essere risarcito in questa sede,
oppure utilizzare la sentenza per un’azione in
sede civile.
Ci sarà un Eternit bis?
Siamo in fase di ultimazione. E non ci occuperemo
solo di reati collettivi, come come è stato
in questo processo, ma di omicidi. il fatto quotidiano 4 giugno 2013
Nessun commento:
Posta un commento