domenica 30 settembre 2012

resoconto dell'incontro contro il raccordo anulare bis, no dei verdi

I VERDI: SOSPENDERE L'ITER DELLA REALIZZAZIONE. NO ANCHE DAL VICESINDACO DI ROMA

«Fermate il Raccordo bis»

Migliaia di firme contro la realizzazione dell'anello autostradale da Tor de' Cenci alla A1: 35 km su 8 corsie per un costo di 1 miliardo e 66 milioni di euro

La locandina della protesta di sabatoLa locandina della protesta di sabato
ROMA - Sospendere l'iter per la realizzazione del «Raccordo bis» sino a quando non verrà insediata la nuova giunta regionale. E' questa una delle richieste avanzate sabato da Angelo Bonelli, consigliere dei Verdi uscente, in una lettera inviata al presidente del consiglio Mario Monti ed al ministero dei trasporti guidato da Corrado Passera. La nuova infrastruttura, per un costo di 48,2 milioni di euro a chilometro, è funzionale a migliorare l'ingresso all'aeroporto di Fiumicino e prevede la gara nel 2013 a la fine dei lavori nel 2019. (Guarda il progetto)
I LAVORI - La fase di concertazione si è ufficialmente avviata nella conferenza dei servizi del luglio scorso, ed interessa 38 soggetti tra cui enti locali, soprintentendenze e società. I primi no sono arrivati dal Comune di Frascati e dalla provincia di Roma ( critica soprattutto in virtù dell'attuale crisi economica) , mentre il Campidoglio si è riservato di approfondire. Anche i cittadini chiedono di dire le loro: sabato il primo confronto pubblico a Spinaceto.
La discussione sul progettoLa discussione sul progetto
VERSO IL RICORSO - La nuova e discussa opera - già cinquemila firme per dire no sono state raccolte dal vicesindaco di Roma Sveva Belviso che ha intenzione di presentare un ricorso al tar - è un vero e proprio anello autostradale per il collegamento da Tor de’ Cenci alla A1 Milano Napoli. L'opera attraverserà molti quartieri esterni nell'area sud est di Roma ed i comuni limitrofi: Vallerano, Trigoria Selcetta, Castel di Leva, Casal Fattoria, Divino Amore, Fioranello, Ciampino, Morena, Anagnina, Tor Vergata, Torrenova, Vermicino, Casilina, Laghetto, Fontana Candida, Valle Martella.
L'ASSEMBLEA - A spiegare nel dettaglio il progetto, con tanto di video realizzato dall'Anas, sono gli esponenti dei Verdi in un'assemblea pubblica indetta sabato 29 alle 10 presso la cooperativa Agricoltura nuova, via Valle di Perna 315 Roma Spinaceto (zona via Pontina – area rivendita autocaravan e camper). Presenti il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio e gli esponenti Angelo Bonelli, Paolo Berdini e Domenico Finiguerra. Non manca davvero nulla: 9 chilometri di galleria, 8,6 di viadotto ed altrettanti in trincea (al di sotto del livello del terreno, ndr). «Vogliono proporci un’altra grande opera inutile nel Lazio - dicono gli ambientalisti - e a pagarla saranno un’altra volta i cittadini, sia economicamente che socialmente. Non c’è stato alcun confronto con i residenti delle località coinvolte. Ci dicono che è la soluzione migliore, e invece consumeranno altro territorio proponendoci un modello di sviluppo che appartiene al secolo scorso. Informiamoci e organizziamoci per fermare questo progetto immediatamente».
COSTI E PERCORSI - Come racconta Nando Bonessio: «Si tratta di un nastro d’asfalto di 35 chilometri a 6 corsie più 2 di emergenza (40 metri di larghezza) con pedaggio a pagamento che solcherà il territorio di 8 comuni ad elevata densità abitativa. Il costo complessivo, dicono, sarà di 1miliardo e 660milioni di euro per una spesa di circa 48 milioni a chilometro, mentre ancora non si destina un euro al potenziamento del trasporto su rotaia. Tutto ciò avrà un forte impatto su quel che rimane di 12 aree protette, quali: Litorale romano, Castel Porziano, Decima Malafede, Acqua Acetosa, Agroromano, Parchi Castelli Romani e Appia Antica, Prataporci, Pantano Secco, Gabi, Fosso Malafede e Passetano. Attraverserà zone pregiate dell’Agro romano di produzione del pecorino Dop e del vino Doc e Docg di Frascati. Avrà svincoli complessi e molto estesi a Tor de Cenci, Laurentina, Anagnina e Casilina. Prevede complesse gallerie, come quella di quasi 6 chilometri che da Fioranello, passando sotto il Parco dell’Appia Antica e Ciampino, vomiterà le auto all’Anagnina. Porterà un nuovo carico sul fragile e già compromesso sistema idrogeologico dei Colli Albani.
RICHIESTA DI SOSPENSIONE - Da Angelo Bonelli la richiesta, inoltrata al governo, di sospendere la nuova colata d'asfalto, anche in ragione della mutate condizioni politiche in regione, e per la necessità di coinvolgere i cittadini: «La situazione - scrive Bonelli - dovrebbe imporre un serrato e costruttivo confronto con la cittadinanza che ad oggi non risulta essere avviato. Segnalo inoltre- recita la lettera al Governo- le vicende che hanno mutato le normali attività istituzionali delle Regione Lazio. In considerazione di questo, in via del tutto straordinaria, chiedo di valutare l'opportunità di sospendere ulteriori convocazioni delle conferenza dei servizi, almeno sino all'insediamento delle nuove rappresentanze della Regione Lazio».
Michele Marangon29 settembre 2012 (modifica il 30 settembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATAhttp://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_settembre_29/stop-raccordo-bis-roma-verdi-proteste-2112027185305.shtml

consiglio regionale del Lazio le date possibili per nuove elezioni

Countdown per le regionali nel Lazio
si potrebbe votare a inizio dicembre

L'intervento del ministro Cancellieri accelera i tempi per il ritorno alle urne dopo le dimissioni della Polverini. Il 2 e il 9 le possibili date tenendo conto del calendario

Tre mesi per indire le elezioni dalla data dello scioglimento del Consiglio regionale. Minimo 45 giorni tra il decreto e il giorno delle urne vero e proprio. Così la legge fissa il cronoprogramma in caso di caduta dell'amministrazione regionale. Il testo di riferimento è l'articolo 5 della legge regionale 2/2005, che a sua volta sostituisce due articoli della legge 108/1968. "Nei casi di scioglimento del Consiglio regionale (...) - si legge ai commi 1 e 2 - si procede all'indizione delle nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione entro tre mesi. Le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Regione". E poi c'è l'art. 3 comma 6 della 108/1968, dove si legge: "I sindaci dei comuni della regione ne danno notizia agli elettori con apposito manifesto che deve essere affisso quarantacinque giorni prima della data stabilita per le elezioni".
Ora: il Consiglio regionale del Lazio è stato sciolto per decreto del presidente Mario Abbruzzese lo scorso 28 settembre.

E' questa la data da cui contare i 90 giorni entro i quali Polverini dovrà emettere il decreto di indizione delle elezioni. Il decreto però, stando all'interpretazione corrente della norma, può proiettare in avanti la data delle urne a discrezione del governatore uscente, ovviamente fatti salvi opportunità e prassi. E' proprio su questa base che Polverini non ha mai nascosto la sua predilezione per l'election day, che sarebbe ragionevolmente in primavera. Del resto, c'è il precedente di Piero Marrazzo: si dimise il 27 ottobre 2009
ma si votò il 28-29 marzo 2010. Ma oggi il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha proposto, sulla scorta di "approfondimenti tecnici", una interpretazione diversa della norma: anche la data delle elezioni dovrebbe ricadere in quei 90 giorni.

I tre mesi scadono il 28 dicembre. Ma dato che Polverini deve far passare per forza almeno 45 giorni tra il decreto e la data del voto, ecco che la governatrice dimissionaria ha poco, pochissimo tempo rimasto per stabilire il giorno delle urne.
Anche perché, per via delle festività, gli ultimi giorni dei tre mesi sono poco praticabili. Se per ipotesi, si ragioni in ambienti politici, decidesse di emanare il decreto domani, 1 ottobre, la prima data utile sarebbe il 16 novembre, che però è un venerdì. La domenica immediatamente successiva è il 18 novembre. Le domeniche successive sono il 25 novembre e il 2 dicembre. Domenica 9 dicembre è in pieno ponte dell'Immacolata, e sembra poco indicata. E infine c'è domenica 16, perché la successiva è il 23 dicembre. La domenica successiva, il 30 dicembre, è oltre il limite dei 90 giorni.
(30 settembre 2012) © Riproduzione riservatahttp://roma.repubblica.it/cronaca/2012/09/30/news/countdown_per_le_regionali_nel_lazio_si_potrebbe_votare_a_inizio_dicembre-43598130/?ref=HRER1-1

Latina le basse percentuali della differenziata e l'aumento del costo per i cittadini


Latina 4 passi a 6 zampe iniziativa in favore del canile di Latina 7 ottobre cantine Ganci


Regione Lazio elezioni fine anno e i verdi chiedono di ridurre indennità del 50%

COMUNICATO STAMPA

REGIONE
BONESSIO (VERDI) ELEZIONI ENTRO FINE ANNO. SI DIA PAROLA A CITTADINI. RIDURRE INDENNITÀ A CONSIGLIERI DEL 50%.

«Fa bene il ministro Cancellieri a rimarcare il fatto che si debbano indire le elezioni entro 90 giorni, ma noi chiediamo che questi 90 giorni contengano anche la campagna elettorale e quindi l'effettivo svolgimento della consultazione elettorale entro la fine dell'anno. - afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - Sono troppe le questioni sul tavolo aperte, sanità, casa, lavoro, rifiuti solo per citarne alcune, che non possono aspettare i tempi di una politica che si dimostrata incapace di far funzione la Regione e per questo motivo è necessario agire con urgenza, ridando la parola ai cittadini Per quanto riguarda i costi della politica non siamo d'accordo con la riduzione del numero di consiglieri da 70 a 50, perchè ciò lederebbe la rappresentatività democratica, ma siamo per una misura che conterrebbe ancora di più i costi della politica: la riduzione del 50% dell'indennità dei consiglieri regionali. I conti sono presto fatti. 50 consiglieri regionali con un'indennità lorda di 11.000 euro al mese costerebbero 550.000 euro ogni mese, quindi 6.6 milioni l'anno, mentre 70 a 5.500 euro al mese 385.000 euro ogni mese, ossia 4,6 milioni l'anno. In questa maniera si sortirebbero tre benefici effetti. Il primo di risparmiare denaro pubblico, il secondo di mantenere la rappresentanza democratica a buon livello e il terzo, forse quello più importante, di imporre un stile di vita a chi fa politica meno "lunare" e più vicino ai cittadini».


ROMA 30 SETTEMBRE 2012

UFFICIO STAMPA
Giulio Finotti 340 2734910
Sergio Ferraris 347 3803887

GRUPPO VERDI - REGIONE LAZIO
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sabato 29 settembre 2012

Casini il nuovo che avanza con porcellum, Cuffaro, Cesa, Mannino

Pier, il nuovo che disavanza

di Marco Travaglio
Casini ha 57 anni e ne ha passati in Parlamento 29. E' stato nella Dc, poi con Berlusconi, poi contro, ora è per il Monti bis. Ha voluto il Porcellum, adesso per carità. Ha radunato nel suo nuovo partito un circolo di condannati, e li chiama 'persone perbene'
(28 settembre 2012)
Pier Ferdinando CasiniPier Ferdinando CasiniSiccome in Italia il rinnovamento della politica si fa conservando gli stessi politici, che però cambiano continuamente idea e nome ai loro partiti, Pier Ferdinando Casini si crede il nonplusultra del nuovo che avanza: infatti ha 57 anni e ne ha trascorsi più in Parlamento (29) che fuori, essendo entrato alla Camera nel 1983 per non uscirne più. Ha militato nella Dc, nel Ccd con Berlusconi e nell'Udc contro Berlusconi, ma ora ha sciolto l'Udc per traghettarla nel Partito della Nazione che si propone una grande coalizione col Pd e con Berlusconi per un bel Monti-bis. E dire che, nel dicembre '94, quando il primo governo del Cavaliere cadde per la sfiducia di Bossi, i governi tecnici gli davano l'orticaria: infatti rifiutò di appoggiare quello di Lamberto Dini, antesignano di Monti, perché era «la versione raffinata, tecnico-universitaria, del ribaltone politico», un «gioco scorretto» contro «il bipolarismo che abbiamo costruito», per «far dimenticare il voto popolare» e negare «la parola agli elettori» (17 gennaio '95). Quando poi, un anno dopo, Dini si candidò con una sua lista nel centrosinistra, Casini tuonò: «Se c'è una persona inaffidabile è Dini: ha fatto un governo tecnico che doveva restare neutrale e invece è diventato un partito» (24 marzo '96). Ora naturalmente patrocina una Lista Monti con dentro un bel po' di ministri tecnici, da Corrado Passera ad Andrea Riccardi (Monti, purtroppo per lui, è già senatore a vita), tutti invitati alla sua convention diuretica di Chianciano. E guai a chi dà loro degli "inaffidabili" per le loro fregole ben poco tecniche e molto politiche.

NEL DICEMBRE 2005, quand'era presidente della Camera per grazia berlusconiana ricevuta, Casini minacciò di ritirare l'appoggio al secondo governo Berlusconi se il centrodestra non avesse subito cambiato la legge elettorale. Naturalmente fu accontentato: il nuovo sistema di voto lo scrisse il ministro Roberto Calderoli sotto dettatura di Casini. E fu subito Porcellum: proporzionale senza preferenze, ma con liste bloccate e soprattutto con un mostruoso premio di maggioranza alla coalizione vincente. Pierferdy, tutto contento, regalò al Cavaliere il suo Follini come vicepremier. Ora, fischiettando come se niente fosse, si batte come un leone contro il Porcellum che aveva dettato lui e addirittura promuove una raccolta di firme per reintrodurre le preferenze che aveva bocciato lui. E se nel '95 osteggiava il governo Dini nemico del «bipolarismo che abbiamo costruito», oggi il nemico del bipolarismo è lui, Pierfischiettando: infatti sogna la grande coalizione e non vuol saperne di una legge elettorale che costringa i partiti a dichiarare prima del voto con chi si alleeranno. Un uomo tutto d'un pezzo. Dopo aver votato una trentina di leggi vergogna in favore dei corrotti, invoca un giorno sì e l'altro pure la legge anticorruzione. E promette, ça va sans dire, liste pulite: «Riteniamo sia giusto presentare un'offerta politica composta da persone perbene». 

FANTASTICO. Ma forse chi, come il Pd, vuole portarlo all'altare dovrebbe pretendere qualche garanzia più precisa, visti i precedenti. Stiamo pur sempre parlando del formidabile talent scout che portò in Parlamento Totò Cuffaro, Calogero Mannino e Saverio Romano quand'erano imputati per storie di mafia (il primo fu poi condannato e gli altri due assolti, però Mannino è di nuovo sotto processo per la trattativa fra lo Stato e Cosa Nostra). Ora non vorremmo che Pierfischiettando ci ricascasse, visto che ai suoi raduni sfilano abitualmente Paolo Cirino Pomicino (due condanne definitive: finanziamento illecito e corruzione), Giorgio La Malfa (una condanna per finanziamento illecito), Lorenzo Cesa (reo confesso di una dozzina di tangenti e salvato per un vizio di forma), Emma Marcegaglia (la cui azienda di famiglia ha patteggiato per corruzione), lo stesso Passera (indagato per frode fiscale) e alcuni emissari di Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo (condannato in primo grado per abusi edilizi). Urge chiarimento sul concetto di "persone perbene". http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pier-il-nuovo-che-disavanza/2191903

nuovi mostri scandalo pdl ne Lazio Fiorito e i suoi fratelli

Fiorito e i suoi fratelli Quel gran fenomeno del superconsigliere Per somigliare a chi è più potente di lui, l’eletto regionale eccede in ogni modo: feste, donnine, tivù di Andrea Scanzi Il fatto quotidiano 30 settembre 2012 Il consigliere regionale somiglia al lato B dei vecchi 45 giri. Il lato A ospitava il brano di successo. Dall’altra parte, quasi sempre, un riempitivo. A volte però il lato B si rivelava più significativo. Il lato A, qui, è la casta propriamente detta: il deputato, il senatore, il ministro. E il lato B è la canzonaccia del momento: il consigliere regionale. Il figlio di una casta minore. Non è mai gratificante scoprirsi d’accordo con Roberto Rosso, l’ex viceministro Pdl che ha parlato (salvo poi smentire) di un consigliere piemontese capace di farsi rimborsare 5mila euro pubblici per una settimana bianca. Quando però sostiene che “A Roma magari sono stati pacchiani, ma quel che succede lì capita ovunque”, non teorizza l’incredibile. I consigli regionali sotto inchiesta sono saliti a sette: Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Piemonte, Emilia Romagna. Il consigliere regionale, già poco di moda dopo Renzo Bossi (che si è dimesso) e Nicole Minetti (che non si dimette), è il nuovo mostro della politica. Così diverso e così uguale, da Nord a Sud. Al punto da giustificare un identikit. Io esisto. Il primo obiettivo del consigliere regionale è ribadire la propria esistenza. Dimostrare di non avere nulla da invidiare a deputati e senatori. Soffre di un perenne complesso di inferiorità, che lenisce partecipando a party tamarri. Oppure saltando di qua e di là, divinamente ubiquo, per inderogabili “incar ichi di rappresentanza”. Dei suoi spostamenti darà costante segno, aggiornando lo status di Facebook (perché lui è ggg iovane). Voglio andare a vivere in tivù. Il feticismo del piccolo schermo colpisce tutti, dal Piemonte cortese all’Emilia paranoica. E se la tivù non chiama, si paga per andarci. Anche se si rappresenta il nuovo. Chiedere, in merito, al presunto ribelle Favia. La legge siamo noi. Il consigliere regionale non ignora che la minore visibilità ha un pregio: permette di sfruttare con media serenità le falle di una regolamentazione “lassista”. Stipendi faranoici, rimborsi elettorali. Gettoni di presenza, anche e soprattutto se assenti. Cinquanta centesimi a chilometro, anche e soprattutto se fermi. E quel gioiellino – buono per Ghigo, Bresso e Cota – chiamato “autocertificazione”. “Ho viagg iato”; “Chi lo dice?”; “Io”; “Perfe tto”. Nuovi Golgota. Il consigliere regionale è un nababbo permaloso. Se lo chiami privilegiato, sciorina calvari immaginari. “Mi alzo alle sei e mezza e torno a casa alle undici di sera”; “Da quando mi sono sposato, nel 2001, avrò cenato con mia moglie due o tre volte”; “Vado su e giù da Cuneo tutti i santi giorni, alle otto sono in ufficio e neanche ho l’autista”. Quando si sente in colpa, inventa il suo Matrix. Sgobba in miniere virtuali. E si scaglia contro “ge n e - ra l i z z a z i o n i ”, “populismi” e “tentazioni di tritacarne mediatici”. Mica scemo, Lombroso. Il consigliere regionale ha la fregola involontaria di non dar torto agli esegeti della fisiognomica. Franco Fiorito, nel suo poco piccolo, docet. C’è, in questa maestosa carrellata umana, un’allegramente becera tendenza al greve. Al trimalcionesco. All’i p e rc a fo n a l . Ostentazione . Il consigliere regionale non ha mai letto Carver. Non ama il minimalismo. Essere è possedere. Possedere è fottere. Fottere è dominare. O illudersi di farlo. Supereroi de noantri. Il consigliere regionale, perlomeno quello che balza e ribalza alle attenzioni di cronaca (ovviamente non tutti sono così), è caricaturale. Ma non lo sa. Perfino i soprannomi sono a loro insaputa. Lo chiamano Er Batman, anche se somiglia al Pinguino di Danny De Vito. La definiscono Pasionaria, anche se pare una Sora Lella. Lo battezzano Superman (Roberto Boniperti, Pdl: 37.030 euro in rimborsi chilometrici neanche fosse un Garmin compulsivo), anche se ricorda un po’ Filini. Di straordinario ha solo il salvadanaio. Marmellate dispettose. Il consigliere regionale è sempre innocente. Se ha sbagliato, è stato in buona fede. Se lo criticano, esorta a non alimentare l’antipolitica. E se lo trovano con le mani bene immerse nella marmellata, giura che è stato il barattolo a circuire le dita. Ulisse & Marilyn. Il Satyricon di De Romanis, l’Ulisse fedelissimo di Tajani, ha scandalizzato le folle (le stesse, magari, che il giorno dopo andavano a comprarsi le maschere da porci). Ma è così a ogni latitudine. La festa è fondamentale per il consigliere regionale, poiché celebrazione di sé e teatralizzazione della ricchezza. Il sabaudo Maurizio Lupi, omonimo del noto statista ciellino, si è limitato ad alzare - appena - l’asticella della sobrietà. Accanto a lui, in un tripudio di neuroni memorabili, Lele Mora e l’o l ge t - tina pentita Ambra Battilana. L’ex velina Veridiana Mallman e la sosia di Marilyn Monroe. Lupi, fondatore di liste sbarazzine e secondo classificato al Gran Premio dei rimborsi piemontesi, nelle foto sembrava imbarazzato. Quasi come a dissociarsi da se stesso. Stando bene attento, va da sé, a tenersi stretto quel “quasi”.

consigliere di Alemanno indagato non lascia la poltrona

L’ASSESSORE DI ALEMANNO: MARCHETTE? NON ME NE VADO di Chiara Paolin I l tono è rilassato, esperto, da uomo di mondo: “Queste so’ cose che se so’ sempre fatte, sia chiaro. Ma chi ricopre un ruolo da assessore, purtroppo, marchette sue ne può fare veramente poche. Io stavo al Patrimonio e la mia compagna è entrata con Bertucci, le ho dato una mano ai Trasporti, non l'ho mandata alle Risorse per Roma''. Parola e aplomb di Marco Visconti, assessore all’ambiente di Roma, beccato in una conversazione telefonica con il consigliere Francesco Maria Orsi (già indagato per altro procedimento). Dunque nel 2010 l’assessore Pdl confessava al collega che, nel suo ruolo istituzionale, non era in grado di fare grosse marchette per sé, o a uso familiare: “Cioè, se tu assessore te metti 10-12 persone tutte da anni riconducibili a te, e te le sistemi tutte, sei un deficiente punto, e crei scompiglio a tutti”. Infatti, per dare una mano alla moglie (dirigente Atac addetta agli “Eventi sanitar i”), ha dovuto fidarsi del citato amministratore delegato Atac, Adalberto Bertucci, accusato di aver piazzato parecchia gente grazie alle famose assunzioni a chiamata diretta. MA ADESSO che l’intercettazione rimbalza tra giornali e lanci d’agenzia, Visconti si mostra improvvisamente formale: “Ho fiducia assoluta nella magistratura - ha esordito ieri l’assessore - e non consentirò a nessuno di infangare vent’anni di onorata carriera politica per una frase di una conversazione telefonica che, nei fatti, non corrisponde alla realtà”. Ergo, al telefono con l’amico Orsi stava scherzando. E, in ogni caso, Visconti nota che “in una fase delle indagini in cui non si può ipotizzare se ci sarà o meno un rinvio a giudizio, è inaccettabile che qualcuno già pensi di processarmi e condannarmi. Lotterò con tutte le forze per dimostrare la mia totale estraneità ai fa t t i ”. Insomma la regola è negare, negare tutto e sempre. E Gianni Alemanno crede alla buona fede del suo uomo: "Ho incontrato l'assessore Visconti - ha detto ieri il sindaco -. Dopo aver ribadito la sua estraneità ai fatti, mi ha offerto la disponibilità a dimettersi per evitare strumentalizzazioni politiche contro la giunta capitolina: ho respinto tale ipotesi". Niente dimissioni, e lodi del capogruppo di Roma Capitale, Luca Gramazio: “É ora di finirla, Visconti è persona perbene e politico con la schiena dritta. Il suo grande lavoro non rappresenta solo un valore aggiunto per questa amministrazione ma una garanzia per tutta la città di Roma”. INTANTO con la chiusura delle indagini sull’Atac sono in otto a rischiare di finire sotto processo con l’accusa di abuso d’ufficio per assunzioni “prive dei requisiti di legge richieste per le mansioni loro destinate”. Sono tutti dirigenti. E oltre al suddetto Adalberto Bertucci, nella lista degli indagati c’è anche lui, l’assessore al telefono Marco Visconti. Il fatto quotidiano 30 settembre 2012

pd scandalo Lazio non ricandidate i consiglieri regionali che non hanno parlato

diAndrea Managò G iovedì scorso, a poche ore dalle dimissioni di Renata Polverini, si riunisce il comitato direttivo del circolo Pd di Trastevere. In una vecchia sezione di partito, di quelle con le pareti odorose di muffa, quella sera va in scena un incontro diverso dalle solite riunioni per pochi intimi. Dopo tre ore di discussione si decide di prendere carta e penna e scrivere una lettera al segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani, a quello regionale Enrico Gasbarra e al romano Marco Miccoli. GIÀ L’ESORDIO è tombale: “I consiglieri regionali del nostro partito hanno accettato passivamente che negli ultimi tre anni i finanziamenti ai gruppi consiliari aumentassero vertiginosamente”. Gli stessi fondi che sulla sponda Pdl hanno causato il “ter remoto” alla Regione Lazio. Poi l’af fondo: “Riteniamo i nostri consiglieri siano venuti meno agli obblighi previsti dal codice etico degli eletti, non possono essere più ricandidati a nessuna carica politica o La “fatwa” dopo una lunga riunione: “Sono venuti meno agli obblighi previsti dal codice etico” L’ITALIA DEI FURBI “Non ricandidateli, sono stati zitti” IL CIRCOLO DEL PD DI TRASTEVERE SCRIVE AL PARTITO: MAI PIÙ QUEI CONSIGLIERI DEL LAZIO a m m i n i s t ra t i va ”. Duecento tesserati, maggioranza in favore del bindiano Giovanni Bachelet alle ultime primarie per il segretario regionale, il circolo Pd Trastevere chiede di fare tabula rasa del gruppo democratico alla Pisana. Politici navigati: su 14 eletti nessuna new entry rispetto alla precedente legislatura. “Riteniamo che le dimissioni della Polverini siano una grande vittoria, merito anche del Pd, ma si tratta di un successo macchiato dal fatto che i nostri consiglieri hanno accettato passivamente l’aumento dei fondi ai gr uppi” spiega il segretario trasteverino Giancarlo Ricci. “Qui non ci sono né correnti né bande – prosegue - abbiamo deciso all’unanimità”. Prima il segretario lancia l’idea di realizzare un volantino con la richiesta, poi si decide per una lettera aperta ai massimi dirigenti del partito nazionale e locale. “Ci è sembrata la scelta più efficace” a ggiunge. IERI MATTINA tutti in strada a volantinare nella vicina piazza San Cosimato per diffondere la lettera. “Tanta gente è venuta a dirci che stiamo facendo la cosa giusta, anche la nostra casella di posta elettronica è stata riempita da messaggi di incoraggiamento” r ivendica Ricci. Sostegno è arrivato anche da altri segretari di circolo romani. E i dirigenti del partito cosa dicono? “Per ora non abbiamo avuto nessuna risposta ufficiale, qualche cenno in maniera informale” prosegue. È probabile che qualcosa accadrà durante la prossima settimana. Intanto da Trastevere parte un nuovo appello: “Pr imarie per scegliere i candidati al nuovo Consiglio regionale" Il fatto quotidiano 30 settembre 2012

i 100 parlamentari indagati, rinviati a giudizio, condannati

Abrignani Ignazio (deputato Pdl): indagato per dissipazione post-fallimentare . Alessandri Angelo (dep Lega): indagato per finanziamento illecito ai partiti. Angelucci Antonio (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere, truffa e falso. Aracu Sabatino (dep Pdl): rinviato a giudizio nella Sanitopoli abruzzese. Barbareschi Luca (dep Misto- eletto Pdl): indagato per abusivismo. Berlusconi Silvio (dep Pdl): 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian); 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, intercettazioni Unipol, processo Ruby). 5 prescrizioni (Lodo Mondadori, All Iberian, Consolidato Fininvest, Falso in bilancio Lentini, processo Mills). Bernardini Rita (dep Pd): condannata nel 2008 a quattro mesi per cessione gratuita di marijuana, pena estinta per indulto. Berruti Massimo (dep Pdl): condannato a 8 mesi per favore g g i a m e n t o. Bossi Umberto (dep Lega): condannato a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito, 1 anno per istigazione a delinquere, 1 anno e 4 mesi per vilipendio alla bandiera poi indultati, oggi è indagato per truffa ai danni dello Stato. Bosi Francesco (dep Udc): indagato per abuso d’u f f i c i o. Bragantini Matteo (dep Lega): condannato in appello per propaganda razziale. Brancher Aldo (dep Pdl): condannato per appropriazione indebita e ricettazione. Briguglio Carmelo (dep Pdl): vari processi a carico (truffa, falso, abuso d’ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali e in seguito assolto. Calderoli Roberto ( s e n a t o re Lega): indagato per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, prescritto. Indagato per truffa dal Tribunale dei ministri, i senatori votano contro l’a utorizzazione a procedere. Caliendo Giacomo (sen Pdl): indagato per violazione della legge Anselmi sulle società segrete (inchiesta nuova P2). Camber Giulio (sen Pdl): condannato in via definitiva per millantato credito. Caparini Davide (dep Lega): resistenza a pubblico ufficiale, prescritto. Carlucci Gabriella (dep Pdl): condannata a risarcire una sua collaboratrice . Carra Enzo (dep Udc): condannato in via definitiva a 16 mesi per false dichiarazioni ai pm. Castagnetti Pierluigi (dep Pd): rinviato a giudizio per corruzione, prescritto. Castelli Roberto (sen Lega): indagato per abuso d’ufficio patrimoniale . Catone Giampiero (dep Misto - eletto Pdl): condannato in primo grado a otto anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata. Cesa Lorenzo (dep Udc): condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per vizio di forma. Cesaro Luigi (dep Pdl): indagato per associazione camorristica. Ciarrapico Giuseppe (sen Pdl): condannato per truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, finanziamento illecito, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di Palazzo Chigi. Cilluffo Francesca (dep Pd): indagata per evasione fiscale. Cosentino Nicola (dep Pdl): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’a rre s t o. Imputato anche nell’inchiesta sulla P3. Crisafulli Vladimiro (sen Pd): sotto inchiesta per abuso d’u fficio. Cursi Cesare (sen Pdl): indagato per corruzione. D’Alema Massimo (dep Pd): finanziamento illecito accertato, prescritto. D’Alì Antonio (sen Pdl): rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. De Angelis Marcello (dep Pdl): condannato per banda armata e associazione eversiva. De Gregorio Sergio (sen Pdl): indagato per associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata, concorso in bancarotta fraudolenta. Il Senato ha negato l’a u t orizzazione all’a rre s t o. Dell’Utri Marcello (dep Pdl): condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa ma annullata con rinvio dalla Cassazione. Del Pennino Antonio: (sen Pdl): ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Prescritto per corruzione . De Luca Francesco (dep Pdl): indagato per tentata corruzione in atti giudiziari. Di Giuseppe Anita (dep Idv): indagata per abuso di ufficio, turbativa d’asta e associazione a delinquere . Di Stefano Fabrizio (dep Pdl): rinviato a giudizio per corruzione . Drago Giuseppe (dep Misto - eletto Udc): condannato per peculato e abuso d’u f f i c i o. Farina Renato (dep Pdl): condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico, ha patteggiato una pena di 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar. Fasano Vincenzo (sen Pdl): condannato per concussione, indultato. Fazzone Claudio (sen Pdl): rinviato a giudizio per abuso d’u fficio. Firrarello Giuseppe (sen Pdl): condannato in primo grado per turbativa d’asta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (nel ’99 il Senato ha negato l’a rre s t o ) . Fitto Raffaele (dep Pdl): rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito. . Galati Giuseppe (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta. Galioto Vincenzo (sen Misto-eletto Pdl): condannato in primo grado per falso in bilancio. Genovese Fracantonio (dep Pd): indagato per abuso d’u f f icio. Grassano Maurizio (Misto – eletto Lega): condannato in primo grado a 4 anni per truffa. Grillo Luigi (dep Pdl): indagato e prescritto per truffa. Iapicca Maurizio (dep Misto- eletto Pdl): rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’u fficio, prescritto. La Malfa Giorgio (dep Misto-eletto Pdl): condannato per finanziamento illecito. Laganà Maria Grazia (dep Pd): imputata per truffa ai danni dello Stato. Landolfi Mario (dep Pdl): indagato per concorso in corruzione, concorso in truffa e concorso in favoreggiamento mafioso. Lehner Giancarlo (dep Pdl): condannato per diffamazione. Lolli Giovanni (dep Pd): rinviato a giudizio per favoreggiamento, prescritto. Lombardo Angelo (dep Misto): indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Lumia Giuseppe (dep Pd): indagato per diffamazione. Querelato dal suo ex addetto stampa. Lunardi Pietro (dep Pdl): indagato per corruzione . Luongo Antonio (dep Pd): rinviato a giudizio per corruzione . Lusetti Renzo (dep Pd): condannato a risarcimento per consulenze ingiustificate. Lusi Luigi (Mistoeletto Pd): indagato per appropriazione indebita e calunnia, è attualmente in carcerazione preventiva e resta senatore. Malgieri Gennaro (dep Pdl): condannato dalla Corte dei conti per la nomina di Alfredo Meocci a dg della Rai. Mannino Calogero (sen misto, eletto Udc): imputato per minaccia a corpo dello Stato nell’inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia. Maroni Roberto (Lega Nord): condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Matteoli Altero (sen Pdl): imputato per favoreggiamento, processo bloccato dalla Camera. Messina Alfredo (sen Pdl): indagato per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta. Milanese Marco (dep Pdl): indagato per corruzione, rivelazione segreta e associazione a delinquere (P4). Nania Domenico: (sen Pdl): condannato per lesioni personali, condannato in primo grado per abusi edilizi e prescritto. Naro Giuseppe (dep Udc): condannato per abuso d’u f f i c i o, condanna in primo grado per peculato prescritta. Nessa Pasquale (sen Pdl): rinviato a giudizio per concussione . Nespoli Vincenzo: (sen Pdl): indagato per concorso in scambio elettorale, concorso in bancarotta fraudolenta e concorso in riciclaggio. Richiesta di arresto respinta dal Senato. Paravia Antonio (sen Pdl): arrestato per tangenti, poi prescritto. Papa Alfonso: (dep Pdl): accusato di concussione, favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’i nchiesta sulla P4. Papania Antonino (dep Pd): patteggia accusa per abuso d’u fficio. Pili Mauro (dep Pdl): indagato a Cagliari per peculato. Pini Gianluca: (dep Lega): indagato per millantato credito. Pittelli Giancarlo (dep Misto - eletto Pdl): indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e “appar tenenza a loggia massonica segreta o struttura similare” e per minacce e lesioni a un collega avvo cato. Pistorio Giovanni (sen Misto): condannato dalla Corte dei conti per danno erariale. Porfidia Americo: (dep Misto - eletto Idv): rinviato a giudizio per tentata estorsione e f avo re g g i a m e n t o. Rigoni Andrea (dep Pd): condanna in primo grado per abuso edilizio, poi reato prescritto. Rizzoli Melania (dep Pdl): indagata per concorso in falso. Romano Francesco Saverio (dep misto - eletto Udc): indagato per corruzione. Rosso Roberto (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere . Russo Paolo (dep Pdl): indagato per violazione della legge elettorale . Rutelli Francesco (sen Misto): condannato per danno erariale dalla Corte dei conti. Savino Elvira (dep Pdl): indagata per concorso in riciclaggio. Scajola Claudio (dep Pdl): indagato per la casa vicino al Colosseo pagata dall’imprenditore Diego Anemone . Scapagnini Umberto (dep Pdl): condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale .Scelli Maurizio (dep Pdl):
condannato a pagare 900 mila
euro per irregolarità nell’a c q u isizione
di servizi informatici.
Sciascia Salvatore (sen Pdl):
condannato per corruzione
alla Guardia
di finanza.
Simeoni Giorgio
(dep Pdl): indagato
per associazione per
delinquere e corruzione
.
Serafini Giancarlo
(sen Pdl): ha patteggiato
una condanna
per corruzione.
Speciale Roberto
(dep Pdl): condannato dalla
Corte di appello militare a 1 anno
e 1 mese per peculato d’uso
e abuso d’u f f i c i o.
Stiffoni Piergiorgio (sen misto
- eletto Lega) indagato dalla
Procura di Milano per peculato.
Strano Nino (sen Misto - Fli):
condannato in appello a 2 anni e
2 mesi per abuso d’ufficio e violazione
della legge elettorale
Tancredi Paolo (dep Pd): indagato
per corruzione
Tedesco Alberto (sen Pd): indagato
per turbativa
d’asta e corruzione.
La Camera dei deputati
l’ha salvato negando
l’a u t o r i z z a z i one
all’a rre s t o.
Tomassini Antonio
(sen Pdl): condannato
per falso.
Tortoli Roberto
(dep Pdl): condannato
in secondo grado
a 3 anni e 4 mesi per
estorsione .
Verdini Denis (dep Pdl): indagato
per false fatture, mendacio
bancario, appalti G8 L’Aquila,
associazione a delinquere
e abuso d’u f f i c i o.
Vizzini Carlo (sen Pdl): condannato
in primo grado per finanziamento
illecito, si è salvato
solo con la prescrizione. Era
coinvolto nella maxi tangente
Enimont. Indagato per favoreggiamento
alla mafia.
Alcuni dati potrebberoessere cambiati rispetto
a quelli riportati e nel caso
saremo pronti
a rettificarli essendo molti
i processi in corso.
Altri ancora
possono essere subentrati Il fatto quotidiano 30 settembre 2012

disgustata dal pdl la Prestigiacomo e noi cosa dovremmo dire?

Almeno Stefania Prestigiacomo il partito se l'è scelto, è stata nominata ministro, ha avuto incarichi, soldi tanti, vantaggi, prestigio a nostre spese. Il pdl è il partito dello scandalo continuo che sta affossando il paese, distruggendo il futuro dei nostri giovani. Ha tolto il giusto valore delle parole, ci ha resi ridicoli nel mondo. Ci vorranno decine d'anni ammesso che ci liberiamo da questi passsiti e sanguisughe. Se lei è disgustata noi cosa dovremmo essere? E tutte quelle persone rovinate da queste ruberie continue? e i malati, i disabili, gli anziani, i pensionati. Stefania non basta essere disgustati, a parte chiedere scusa che non è mai troppo tardi, restituite i soldi malamente rubati e impegnatevi una volta tanto per il bene comune. Grazie

“Disgustata dal partito”. Stefania Prestigiacomo lascia il Pdl

L'ex ministro dell'Ambiente e parlamentare siciliana, come annunciato dal quotidiano "la Repubblica", ha confermato l'intenzione di voler lasciare il Pdl. "E' solo una lotta fra bande" ha scritto in una nota. Sono ormai avviati i contatti per passare con Fli o Udc anche se dietro la mossa, secondo voci insistenti, c'è una sua esclusione alle prossime politiche

prestigiacomo pdl addio
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/29/prestigiacomo-pdl-lascia/367544/
L’ex ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo vuole lasciare il Popolo delle Libertà. La parlamentare siciliana dopo le indiscrezioni apparse questa mattina sul quotidiano “La Repubblica, conferma con una nota  l’intenzione di formalizzare il suo addio dal partito. “Gelmini sa meglio di me che per riempire le sale e parlare di contenuti bisogna lavorare fuori dal Pdl. Quella nomenclatura ha fallito. E lo sa anche Berlusconi. E’ solo lotta fra bande – ha aggiunto – che a tutto pensano, tranne che ai problemi della gente. Mentre il Nord soffre il Sud affonda. Apriamo gli occhi”.
Dalle parole riportate dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, la Prestigiacomo si è detta “sconcertata da tutto. Del sogno berlusconiano in questo partito non c’è più traccia. Siamo circondati – ha confidato a delle amiche – da piccoli gruppi di potere che passano le giornate a litigare”. Quindi si definisce “disgustata” e descrive il Pdl ormai “un partito inesistente“. La Prestigiacomo però, secondo la ricostruzione del quotidiano, non ha ancora rotto con Silvio Berlusconi: “Con lui i rapporti sono sempre ottimi”.
Se a livello nazionale, l’ex forzista approdata in parlamento nel ’94 viaggia a fari spenti, c’è un disimpegno ancora più pesante nella sua Sicilia. Per le elezioni regionali infatti, non solo non supporta il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, ma è molto vicina al transfuga del Pdl, Gianfranco Micciché, in corsa anche lui per Palazzo d’Orleans con il suo partito, Grande Sud e appoggiato anche da Fli di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera insieme ai centristi di Pierferdinando Casini,  - secondo la Repubblica – sta convincendo la Prestigiacomo ad aderire al progetto per le elezioni, sebbene secondo i maligni tale scelta sia motivata da una sua probabile esclusione alle prossime politiche tra le liste del Pdl.
”Sono convinta che Stefania tornerà sui suoi passi”, è stato il commento alla notizia dell’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. “Evidentemente – ha aggiunto – c’è qualche problema da risolvere ma siamo tutti al lavoro e confidiamo che il Pdl possa andare avanti”. Non appare particolarmente preoccupato nemmeno un altro ex ministro, Paolo Romani. “Ho l’impressione che ci sia qualche problema in Sicilia – ha spiegato – io non lo conosco”, la sua convinzione però è che non si tratti di un problema di rilevanza “nazionale”.

ricerca fusti tossici nella discarica di Borgo Montello, stendiamo un velo pietoso?

Secondo il cronoprogramma dei lavori e i vari tavoli pubblici lunedì primo ottobre dovrebbero scavare anche nella zona denominata Anomalia C nell'invaso Szero per la ricerca dei fusti tossici. Ovviamente come predetto dal super esperto i fusti tossici non si troveranno nemmeno lì. Sono altrove. Rintracciarli, con le apparecchiature dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia potrebbe costare qualche decina di migliaia di euro. c'è la volontà di individuarli? Come mai non ne parla nessuno? e nessuno dice che sono stati tutti confermati (dall'amministrazione, dai tecnici, super esperto compreso) i dubbi dei verdi, dei cittadini e degli ambientalisti? E come ha spiegato il super esperto i fusti potrebbero essere nascosti sotto altre masse metalliche ? mentre come in tanti volevano (come dice Cirilli chi non vuole che se ne parli ha i suoi motivi per non dare certezze e risposte) pare calato il silenzio sull'argomento mancano le risposte conclusive: 1) sono state reinterrate le buchette degli scavi? 2) in caso positivo è stata ripetuta la prova per la ricerca delle masse metalliche? se sì quale risultato si è avuto? 3) l'assenza dei partiti, in particolare di quella che dovrebbe essere l'opposizione consiliare, sia al tavolo pubblico sugli scavi (dove sono emerse notizie nuove di giornata quindi non c'è scusante per chi non c'era) sia all'istruttoria pubblica sulla variante urbanistica, cosa significa? non c'è attenzione o interesse nella gestione della vita amministrativa? considerati i risvolti attuali e futuri sulla gestione del ciclo dei rifiuti con il continuo aumento della TIA per la mancata differenziata, a nessuno interessa l'argomento? è per questi motivi che Cirilli parla di assenza delle istituzioni sul caso Borgo Montello per 15 anni? E' una causa o la conseguenza che dal 2005 persiste il forte inquinamento ambientale, secondo l'Arpa Lazio e nessuno informa i cittadini? 4) il conferimento del tal quale in discarica in disprezzo alle norme europee conseguente rischio di pesanti sanzioni non interessano a questi amministratori?

Borgo Montello dopo la discarica arriva pure l'inceneritore


oggi convegno antimafia a Formia, quali strategie di contrasto?


Un confronto, non un semplice convegno quello che si terrà a Formia il prossimo 29 settembre. Si parla di mafie e di come contrastare un fenomeno che prima ancora di essere militare è culturale ed economico. "Mafie in Italia, quali strategie di  contrasto?", Un'antimafia della retorica, degli annunci e delle commemorazioni o della denuncia e della proposta?" Questo si legge sulla locandina, non un titolo ma un primo lancio rispetto ai contenuti della giornata che si terrà nel salone dell'Appia Grand Hotel a partire dalle 16.30. Il momento della memoria è quindi importante ma solo se poi ci sono proposte ed azioni concrete, questo portano avanti le associazioni promotrici dell'iniziativa che sono: l' Associazione Caponnetto, Associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione, Associazione Familiari Vittime Innocenti della camorra di Casal Di Principe, Associazione Camminando nel Sociale di Marcianise.
In programma:
Saluto di:  Elvio Di Cesare (Associazione Caponnetto), Antonio Turri (I Cittadini contro le mafie e la corruzione), Salvatore Di Bona (Associazione Familiari Vittime Innocenti della camorra di Casal Di Principe), Antonio Parisi (Associazione Camminando nel Sociale di Marcianise).
Intervento di Arturo Gnesi Sindaco di Pastena: La trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione per il contrasto alla camorra
Intervento di: Ciro Corona Presidente Associazione Anticamorra di Scampia
Intervento di: Antonio Esposito Presidente II Sezione Penale Suprema Corte di Cassazione
Intervento di: Nello Trocchia scrittore e giornalista de Il Fatto Quotidiano e l'Espresso
Intervento di: Paolo Kalenda Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Latina
Intervento di: Federico Cafiero de Raho Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica e Coordinatore Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli
Seguiranno dibattito e conclusioni

venerdì 28 settembre 2012

assemblea contro raccordo anulare bis altro spreco devastante

Anche su IL FATTO QUOTIDIANO si racconta di questa ennesima ENNESIMA GRANDE OPERA INUTILE del Lazio mentre il trasporto pubblico locale versa nel più totale abbandono.
Vogliamo la difesa del DIRITTO ALLA MOBILITA'.
No finiremo asfaltati !
SABATO 29, ORE 10, INCONTRO COMITATI, CITTADINI, ASSOCIAZIONI, CONTRO RACCORDO BIS E DEVASTAZIONE AGRO ROMANO presso la Cooperativa ‘Agricoltura Nuova’, in via Valle di Perna 315, Roma, zona Spinaceto (zona via Pontina – area vendita camper) http://www.facebook.com/events/157888877685066/159478637526090/?notif_t=plan_mall_activity

Ilva la Fiom chiede che l'azienda tiri fuori 4 miliardi, ha fatto profitti sulla pelle della gente

LA FIOM: “L’AZIENDA TIRI FUORI 4 MILIARDI. HA FATTO PROFITTI SULLA PELLE DELLA GENTE” “Il nullaosta ministeriale sia vincolato ai danni alla salute” Quando parla Landini due dirigenti escono di Sandra Amurri Inviata a Taranto Il Fatto quotidiano 29 settembre 2012 C i sono anche due dirigenti dell’Ilva seduti in prima fila nella sala della Provincia di Taranto, dove si svolge l’assemblea nazionale della Fiom su un “nuovo modello di sviluppo ecocompatibile”. Dentro i loro abiti scuri, ascoltano senza battere ciglio tutti gli interventi. Ma quando prende il microfono il direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, che nelle intercettazioni Girolamo Archinà, responsabile della comunicazione dell’Ilva, descrive “un nemico da distr uggere” si alzano e se ne vanno senza neppure ascoltare Maurizio Landini. Il Professor Assennato, ritenuto responsabile di aver inviato in procura il rapporto sul benzo( a)pirene proveniente dalle cockerie rilevato nel quartiere Tamburi, un vero “affronto” per l’Ilva, spiega che da quel momento il dialogo tra azienda e Arpa si interrompe e le cose precipitano. Il direttore Arpa invita a tenere alta “la fiaccola dei valor i” e aggiunge: “Il pallino ce l’ha l’Ilva, o accetta di produrre acciaio senza distruggere la salute dei lavoratori e della città o va via”.E si chiede come possa essere possibile che l’au - torizzazione integrale ambientale (Aia) non recepisca le perizie epidemiologiche che dimostrano come le emissioni siano associate a eventi sanitari: “Il caso Taranto è esploso per i danni arrecati alla salute dei lavoratori e della città. Ricordo, ero ancora uno studente di medicina quando per la prima volta entrai in una cockeria e mi sembrò un girone dantesco. Lavoro e salute alla fine degli anni Sessanta erano dentro la battaglia della sinistra sindacale, oggi si sostiene addirittura che possano essere antagonisti”. Il professor Assennato dice di aver consegnato al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini centinaia di documenti a sostegno della necessità che l’Aia contempli anche i danni arrecati alla salute ma ”Clini continua a credere che salute e ambiente non debbano fare parte dell’Aia” e con un sospiro esclama: ”Ci sono troppi interessi trasversali in ballo!”. La sala applaude. Landini gli rivolge parole riconoscenti: “Non ci eravamo mai incontrati, tutti noi dobbiamo avere rispetto per una persona che ha dimostrato che ci sono cose che non si comperano, non si vendono ma si difendono”. Di nuovo applausi “Noi siamo per lo sciopero ma lo sciopero deve essere contro Riva. Dobbiamo evitare contrapposizioni tra lavoratori attraverso un processo democratico di partecipazione con assemblee aperte ai cittadini. Il problema non è se i lavoratori stanno con questo o con quel sindacato ma che siano autonomi nel capire che si può lavorare senza ammalarsi e produrre senza inquinare, che la controparte è l’azienda. Non è vero - prosegue il leader Fiom - che il solo modo di produrre acciaio è quello dell’Ilva, cioè produrre anche inquinamento e vendere ad un prezzo inferiore perché non investe nella sicurezza. Sia chiaro: senza investimenti il problema non si risolve. All’Ilva mancano soldi per arrivare alla cifra necessaria?“. Si parla di 4 miliardi di euro. “Sia - mo disposti sostenere un’opera - zione come quella fatta da Obama per l’auto: non fondi pubblici a fondo perduto ma prestiti. Intanto ci chiediamo: dove sono, cosa stanno facendo quelli che debbono fare politica industriale? Occorre ripensare a un nuovo modello di sviluppo, stabilire criteri su cosa si produce, perché e come”. E alla Fim-Uil manda a dire: ”La Fiom non prende lezioni da chi ha accettato il ricatto della Fiat” e conclude con un’altra stilettata: ”Se uno chiede alla Fiom: fai la marcia su Roma? La Fiom risponde che non fa marce su Roma. Il 12 ottobre valuteremo le iniziative da mettere in campo compreso uno sciopero nazionale della categoria”.

Ilva Taranto fumi sulle scuole, nube di gas sulla città

ILVA, FUMI SULLE SCUOLE Ferrante: “Non c’è emergenza sanitaria”. Una nube invade Tamburi. I tecnici ambientali: troppe irregolarità di Francesco Casula Il Fatto quotidiano 29 settembre 2012 Tara nto Gli occhi mi facevano proprio male, mi lacrimavano”. Angelo ha 13 anni e frequenta la 3 F della scuola media Ugo De Carolis al quartiere Tamburi di Taranto, il più vicino ai veleni dell’Ilva. I suoi occhi grandi e castani spesso guardano il padre per cercare il consenso a raccontare. “All’ultima ora dovevamo fare matematica, anzi no geometria. A un certo punto l’aria è diventata irrespirabile. Si sentiva una puzza tremenda, come di metallo. Mi sono venute le lacrime tanto mi dava fastidio”. NONÈ L’UNICO ad aver accusato fastidi quando ieri mattina una nube di gas contenente Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa )si è abbattuta sull’i n t e ro quartiere. “Quando sono uscito ho chiesto ai miei amici delle altre classi: pure loro hanno avuto bruciore agli occhi”. A qualche centinaio di metri di distanza, gli alunni della scuola elementare Grazia Deledda hanno sofferto allo stesso modo. Il dirigente scolastico ha dato l’al - larme ai Vigili del fuoco che hanno allertato il personale dell’Arpa. I tecnici hanno documentato un eccesso di inquinanti nell’aria. Secondo fonti interne quel picco potrebbe essere riconducibile alle emissioni del reparto Cokeria dell’I l va . Per l’Arpa, infatti, sarebbe da escludere la responsabilità delle altre presenze industriali: la direzione del vento proveniente da Nord Ovest indicherebbe nello stabilimento siderurgico il principale indagato. Considerata infatti la posizione della centralina di via Machiavelli, dove è stato rilevato il picco, solo un vento proveniente da sud avrebbe potuto chiamare in causa la raffineria Eni. Angelo intanto continua a ricordare. “Abbiamo dovuto chiudere le finestre. La professoressa cercava di capire se doveva abbandonare l’aula oppure no. Alla fine siamo rimasti in classe”. Porta le mani alla gola e poi socchiude gli occhi: “Credimi, una cosa br uttissima”. E Per il presidente del cda Ilva Bruno Ferrante, però, ''a Taranto non c'è nessuna emergenza sanitaria. E le perizie che presenteremo lo proveranno''. Intanto Ferrante attende il rilascio dell’autor izzazione integrata ambientale che, però qualche giorno fa, ha incassato il “no” dell’Arpa. Con il documento firmato dal direttore generale Giorgio Assennato e dal direttore scientifico Massimo Blonda, l’agenzia regionale ha rimarcato “il proprio dissenso a redigere un parere finale di riesame Aia in assenza di una adeguata valutazione delle problematiche sopra riportate”. LE PROBLEMATICHE mes - se in evidenza dai tecnici sono racchiuse in nuovi punti: dalla gestione dei rifiuti e delle acque, alla documentazione carente fornita dall’azienda, dall’assenza di impegni finanziari dell’Ilva per gli interventi annunciati fino alla mancanza di fideiussioni bancarie per un eventuale “arresto definitivo dell’impianto”. L’Arpa ha sottolineato, inoltre, che i due sopralluoghi effettuati dalla commissione nello stabilimento non sarebbero assolutamente esaustivi per verificare “le criticità connesse al processo prod u t t i vo ”. Eppure la commissione presto rilascerà all’Ilva quel documento che le permetterà, in attesa di diventare ecocompatibile, di riprendere ufficialmente la produzione di acciaio esponendo i lavoratori e i cittadini alle sue emissioni nocive. “Ogni tanto capita che arrivi la puzza – spiega ancora il piccolo Angelo –, ma mai come questa volta. Anche fuori dalla scuola a volte l’ho sentita. Quando giocavamo per strada”. La situazione ambientale in quelle strade, negli anni, è peggiorata. Lo scrivono gli esperti nominati dal gip Patrizia Todisco che nelle perizie, già prova per il futuro processo, spiegano che dal 1999 al 2010 la quantità di polveri sottili misurate nel quartiere Tamburi sono aumentate del 10%. Angelo questo non lo sa. Lui sa che non può giocare nelle aree verdi del suo quartiere: “La mamma mi ha detto che sono inquinate”. Il sole, però, è tramontato e per Angelo si è fatto tardi. Con il padre si avvia verso casa, in una delle strade “dei Tambur i”. Domani deve tornare a scuola, a due passi dall’in - dustria. Nel quartiere dove giocare nelle aree verdi inquinate da berillio è anche contro la legge. Dove tenere la finestra aperta può farti lacrimare e tossire. Proprio dove il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, non farebbe “mai vivere suo nipote"

Riserva Decima Malafede a rischio con il raccordo anulare bis

Roma, 48 milioni al chilometro e riserve a rischio: arriva il “raccordo anulare bis”

Tutti d'accordo su un'autostrada a 6 corsie di 35 chilometri che collegherà Fiumicino all'Autosole. Attraverserà la Riserva di Decima-Malafede, l'Appia Antica, le aree San Marco e Fontana Candida, dove si producono tra l'altro pecorino romano e Frascati Doc

parco decima malafede
Una sorta di raccordo anulare bis: è il progetto di un’autostrada a sei corsie (più 2 d’emergenza), con pedaggio, che per ben 35 chilometri (9 dei quali circa in galleria) attraverserà Roma sud, collegando Fiumicino con l’autostrada Milano-Napoli, tagliando ben 12 aree protette, con vincoli agrari ed archeologici. Un miliardo e 700 milioni di euro il costo, circa 48 milioni al chilometro, secondo la previsione attuale. Un tracciato che, per un lungo tratto, corre parallelo all’anello del raccordo anulare. “Quest’opera ha un impatto ambientale devastante – spiega Angelo Bonelli, presidente dei Verdi – e attraversa parchi come la Riserva di Decima-Malafede che ha un insediamento produttivo di agricoltura biologica, alcuni terreni che sono zona di pascolo per la produzione del pecorino romano Dop, l’Appia Antica, le aree San Marco e Fontana Candida dove si produce il Frascati Doc ed il Frascati superiore Docg. L’autostrada è uno scempio poiché taglierà violentemente queste zone”. La lamentela riguarda anche la mancanza di concertazione con i cittadini: così domani alle 10, alla sede della Cooperativa Agricoltura Nuova i Verdi hanno indetto una manifestazione “per avviare una capillare azione informativa e favorire la costituzione di un coeso ‘fronte del no’ che si organizzi e sappia contrastare questo folle e snaturato consumo di territorio”.
Ed il progetto ormai si sta tramutando in una solida realtà. Lo scorso 12 luglio infatti si è tenuta la seconda conferenza dei servizi al dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Al tavolo sono stati coinvolti ben 38 soggetti tra i quali tre ministeri (Trasporti, Beni culturali e Ambiente), gli enti locali, consorzi, vertici dei parchi regionali, Rfi, Anas, Agenzia Roma servizi per la mobilità e Rete Ferroviaria Italiana.
L’apertura dei tavoli tecnici è stato solo l’ultimo dei numerosi passaggi che hanno caratterizzato la vicenda in questione. L’imponente infrastruttura è stata inserita nel 2008 tra le cento opere da realizzare dall’allora governo Berlusconi e nel giugno 2009 la Comunità Europea ha deciso di cofinanziare l’opera con 410 milioni di fondi europei. Secondo il cronoprogramma, i tavoli tecnici si chiuderanno a dicembre quando si concluderà la fase di concertazione e nel 2013 partirà la gara d’appalto con i lavori che dovrebbero iniziare nel 2016 e terminare dopo circa 3 anni.
Un miliardo e 700 milioni, come detto solo in parte finanziati dall’Europa, che secondo i Verdi potrebbero essere spesi in altro modo: “Al di la dello scempio ambientale queste risorse potrebbero essere destinate a rafforzare il trasporto pubblico su ferro che versa in condizioni drammatiche – sottolinea Ferdinando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio – Ma come al solito non c’è alcuna ipotesi di potenziare i mezzi di utilizzo collettivo. E’ un’idea di sviluppo del secolo scorso, in una città che invece avrebbe bisogno di una rivoluzione radicale nella pianificazione e realizzazione di opere infrastrutturali veramente rivolte ai bisogni della collettività. Chiunque capirebbe che in una città dove i mezzi pubblici scarseggiano l’asfalto chiama gomma e quindi avremo ancora più macchine in circolazione con tutte le nefaste conseguenze che ne derivano. Tra l’altro in quest’opera sono previsti degli snodi di scambio dove però ancora non arrivano le linee di trasporto pubblico che sono, nel migliore dei casi, progettate ma assolutamente non finanziate”.
E tra i vari incartamenti che hanno accompagnato il progetto salta agli occhi la delibera 36 del marzo 2010, del Consiglio comunale di Roma. In questo documento di “Approvazione del Piano Strategico per la Mobilità Sostenibile del Comune di Roma” si enuncia spesso il trasporto pubblico. Il Piano, si legge, è “finalizzato al miglioramento delle prestazioni complessive dell’offerta di trasporto attraverso la valorizzazione dei sistemi collettivi; al potenziamento delle capacità e dell’efficienza del sistema su ferro, con la previsione delle indispensabili strutture di supporto, quali parcheggi pubblici, stazioni attrezzate e nodi di scambio modale; all’incentivazione dell’intermodalità per le persone e per le merci con la conseguente riduzione dei fenomeni di congestione del traffico”. E ancora la Giunta “ha individuato, quali scopi primari del Piano stesso il miglioramento delle condizioni di deflusso dei traffici, la riduzione dei costi di trasporto, il risparmio delle risorse energetiche al fine di determinare vantaggi di tipo sociale ed economico, salvaguardando l’impatto sull’ambiente e sulla salute”. E invece si è arrivati a un’autostrada di 35 chilometri.