martedì 25 giugno 2013

Gli F-35 bombardano democratici e governo Delrio: spesa senza senso

UNITI E DIVISI
Il voto sulla mozione
di Sel, M5s e dissidenti
piddini slitta. Il partito
di Epifani al lavoro per
annacquare il documento
e accontentare tutti
IL PD LITIGA SULLA PAROLA “S O S P E N S I ON E ”. SCONTRO TRA MAURO (“NIENTE STOP”) E DELRIO: “SPESA SENZA SENSO”

di Sandra Amurri
Gli F-35 non sono stati ancora
acquistati, ma hanno
già bombardato governo e Pd.
Partito che ora cerca faticosamente
di ricostruire dalle macerie
una mozione unitaria. Diversa
da quella che fino a ieri
sembrava esserla: sospensione
di circa sei mesi del programma
per gli aerei, per approfondire la
questione e avviare un'indagine
su costi e benefici, al termine
della quale decidere se acquistare
o meno gli F-35. Che, invece,
si è rivelato un accordo di cartapesta
per prendere tempo e
far saltare il dibattito alla Camera,
per poi annunciare che seguirà
una nuova assemblea (oggi)
per trovare la sintesi tra le
lontanissime posizioni.
IL DEPUTATOFrancesco Boccia
lo dice chiaramente: “Sono favorevole
all'acquisto e chi sostiene
il contrario in quanto i
soldi – quei 14 miliardi di euro,
che arriverebbero a 50 con assemblaggio
e manutenzione –
potrebbero essere utilizzati per
la cassa integrazione, per ridurre
l'Imu, per la scuola per gli
ospedali, fa solo demagogia”. E
aggiunge: “Venire meno all'accordo
vuol dire compromettere
gli equilibri internazionali”.
Condividendo di fatto la posizione
del ministro della Difesa,
il montiano Mario Mauro, per il
quale gli F-35 sono necessari per
garantire la pace perché rafforzano
il livello della difesa. Mentre
il collega di governo, Graziano
Delrio, afferma che “non ha
senso spendere risorse nel comparto
militare”.
A conti fatti sarà il Pd con i suoi
293 deputati a decidere l'esito
della partita visto che i 36 deputati
di Sel e i 109 del M5S più i 2
montiani e i 16 “dissidenti” de -
mocratici fanno 163 deputati e
la maggioranza resta un miraggio.
La parola da eliminare sarebbe
“sospensione”, architrave
della mozione che il Pd sembrava
aver approvato. Così il lavoro
degli sherpa, come Nico Stumpo,
si fa di ora in ora più serrato:
“Sono impegnato a trovare una
soluzione di buon senso”. E a
Nichi Vendola che via Twitter
invita gli amici di @occupyPD a
“occupare il partito che non occupa
la trincea della pace e del
disarmo” risponde piccato:
“Non c'è niente da occupare, bisogna
lavorare per raggiungere
gli obiettivi di contenimento
della spesa militare, migliorandone
la qualità per la sicurezza
del Paese”. A conferma che le
campane del Pd, come le stelle
sono tante, arriva quella del vicecapogruppo
alla Camera Gero
Grassi: “A noi la posizione del
ministro della Difesa sembra irresponsabile
e delegittimante
verso il Parlamento che sta tentando
di realizzare, con una discussione
aperta, il bene dell’Italia
che per noi non prevede
l’acquisto”. Diversa da quella
del presidente della commissione
Difesa del Senato Nicola Latorre:
“Nel Pd ci sono opinioni
diverse, ma spero che si trovi
un’intesa, ci sono ampi margini
se c'è la volontà, anche tutelando
il governo”. Già la tenuta del go-verno che, sempre secondo Latorre,
verrebbe attentata dalla
mozione di Sel. Tesi non condivisa
da Pippo Civati che definisce
la sospensione in vista di una
riduzione del numero di acquisto
un “regalo per gli italiani”.
QUELLO che emerge è un Pd che
in passato votò per l'acquisto degli
F-35 con il Pdl e ora che con il
Pdl governa cerca di salvare capre
e cavoli, in vista di una prossima
campagna elettorale in cui
un sì all'acquisto peserebbe non
poco. Chi, invece, resta coerentemente
sulla propria posizione
è il Pdl che per bocca del capogruppo
Brunetta, al termine
della riunione governo-maggioranza
alla Camera, dice: “Si
deve partire dal testo della Commissione,
condiviso dal governo
e da noi. Aspettiamo la condivisione
del Pd e di Sel”. Come
dire: fine dei giochi. Ma i giochi
in casa Pd sono appena iniziati,
come conferma Roberto Speranza:
“Stiamo lavorando a una
proposta che tenga conto della
nostra sensibilità e di quella del
governo”. Gli fa eco il segretario
Guglielmo Epifani: “Bisogna
trovare una sintesi tra gli impegni
internazionali già assunti, il
bisogno di austerity e quello di
ammodernare il nostro sistema
degli aerei”. Dalla riunione di
maggioranza l'ultimo a uscire è
il ministro Mauro: “Non c'è intesa”,
ma “i gruppi stanno lavorando.
Il governo è paziente e
ascolterà tutti fino alla fine”. Ma
anche la pazienza ha il suo limite
e a farne le spese sarebbe il governo
delle larghe intese. Il fatto quotidiano 26 giugno 2013

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