mercoledì 19 giugno 2013
F35 il ministro Mauro vuole comprare altri 40 caccia
F35, il ministro vuole comprare altri 40 caccia
MONTI AVEVA RIDOTTO LA COMMESSA. MAURO (DIFESA): “90 AEREI SONO POCHI, A FINMECCANICA NON CONVIENE” BOMBARDIERI
Per 130 velivoli servono
altri 16 miliardi, 4 in più
Mistero su quanti ne
abbiamo già presi. Lunedì
alla Camera la mozione di
M5S, Sel e un pezzo di Pd diDaniele Martini Il fatto quotidiano 20 giugno 2013
Contrordine: per gli F-35 la
Difesa cambia idea per la
seconda volta. Ed è un ripensamento
del ripensamento che ha
il sapore della beffa. Ridotto dal
ministro precedente da 131 a 90
esemplari, l'ordine d'acquisto
per i supercacciabombardieri
della Lockheed Martin ora torna
d'incanto alla cifra originaria
con il nuovo ministro, Mario
Mauro. In visita all'annuale fiera
aeronautica parigina di Le
Bourget, reduce da un incontro
con i manager Lockheed e nel
corso di colloqui allo stand della
Finmeccanica, azienda italiana
che partecipa al megaprogetto
per gli F-35 in qualità di partner
di secondo livello, come se
niente fosse il responsabile della
Difesa del governo Letta ha detto
che il taglio di 41 aerei annunciato
dal suo predecessore,
l'ammiraglio Giampaolo Di
Paola, non è irrevocabile, anzi,
si può tranquillamente tornare
alla cifra originaria. Come si
trattasse di quisquilie e di mezzo
non ci fossero miliardi di eudi
per fare un favore a Finmeccanica
rendendo l'operazione
vantaggiosa dal punto di vista
dell'azienda italiana, il ministro
si dice disposto non solo a sconfessare
il suo precedessore che
non era di certo un pacifista e
probabilmente qualche conto se
lo era fatto, ma a buttare nella
fornace degli F-35 un altro bel po' di soldi pubblici.
Di certo rispetto al primo ripensamento
ministeriale è cambiata
aria. Non tanto perché sia scemata
l'opposizione all'operazione
F-35 che rimane forte e vigile
in larghi strati dell'opinione
pubblica e anzi cresce. Di recente,
per esempio, un appello per
la cancellazione della commessa
è stato firmato da numerose
personalità come don Luigi
Ciotti, padre Alex Zanotelli,
Umberto Veronesi, Chiara Ingrao,
Cecilia Strada, Savino Pezzotta,
Roberto Saviano, Riccardo
Iacona, Gad Lerner. La differenza
è che nel frattempo ci
sono state le elezioni e i partiti
che prima del voto avevano
promesso agli elettori
un approccio più
cauto e riflessivo al delicatissimo
e popolare tema dei cacciabombardieri,
ora probabilmente
si sentono liberi di tornare ai
vecchi amori. Emblematico il
caso del Pd che per bocca del suo
segretario Pier Luigi Bersani in
campagna elettorale si era
gruppone piddino ancora non
riesce a decidersi come schierarsi.
Idem al Senato dove una parte
del Pd ha presentato una mozione
simile (primo firmatario
Felice Casson) che però è stata
firmata solo da 18 senatori.
LE SCELTE del Pd diventano a
questo punto determinanti. Se il
gruppo della Camera decidesse
di convergere in blocco sulla
mozione anti F-35, il costoso e
discusso programma dei cacciabombardieri
sarebbe definitivamente
cancellato e finirebbe
una vicenda fin qui condotta all'insegna
della scarsa trasparenza.
Il ripensamento del ministro
Mauro non è che l'ultimo episodio
di un comportamento
opaco. A tutt'oggi, per esempio,
non è chiaro neppure quanti aerei
siano stati effettivamente già
comprati dalle nostre forze armate.
Secondo fonti ufficiali italiane
sarebbero 3, ma citando
fonti ugualmente ufficiali, però
statunitensi, Toni De Marchi,
blogger del Fatto Quotidiano ed
esperto di questioni militari, sostiene
siano 7 di più.
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il
disegno di legge sulle seplificazioni, un corposo
provvedimento di 39 articoli (a costo zero)
che introduce una serie di modifiche normative
soprattutto nel tentativo di ridurre la burocrazia.
Tra le novità: le certificazioni relative ai titoli di
studio e agli esami sono rilasciate su richiesta
dell’interessato anche in lingua inglese; viene introdotto
un “tutor” per seguire le imprese nell’adempimento
delle procedure burocratiche; i
funzionari del ministero per i beni culturali potranno
accendere conti correnti per la raccolta
presso il pubblico di contributi destinati a specifiche
iniziative di tutela dei beni culturali o paesaggistici;
tutte le amministrazioni pubbliche dovranno
sbrigare come priorità le pratiche che riguardano
l’accesso ai fondi strutturali europei,
così da evitare che vadano persi. Nel caso di eredità
inferiori ai 75 mila euro che riguardano il
coniuge o i figli si può seguire una procedura
semplificata. Le aziende saranno le prime a ricevere
l’indennizzo, appena introdotto, per risarcire
i danni causati dalle lentezze della pubblica
amministrazione.
GOVERNOVia libera
alle semplificazioni
ro di differenza. Novanta esemplari
di F-35 costano circa 12
miliardi, mentre per 131 ci sarebbe
bisogno di 4 miliardi in
più.
CHE COSA sia successo di sostanziale
dall'annuncio del taglio
al controannuncio di oggi,
non è dato sapere. Non risulta
siano repentinamente cambiate
le esigenze delle nostre forze armate,
né che si sia appalesata
un'improvvisa minaccia militare
contro il nostro paese tale da
imporre il rafforzamento dei
programmi di armamento né
che gli alleati Nato ci chiedano
ulteriori sforzi strategici. E non
risulta neppure che il governo
abbia improvvisamente scovato
altri quattrini da buttare per gli
armamenti. All'origine del ribaltone
del ministro Mauro ci
sarebbe la convinzione che sotto
una certa soglia di esemplari ordinati
dall'Italia, il lavoro di supporto
della Finmeccanica al
progetto internazionale (la costruzione
delle ali e di parte della
fusoliera) non sarebbe economicamente
conveniente. Quinimpegnato
per ridurre ulteriormente
l'impegno italiano per gli
F-35. Quello stesso partito ora
non sa che pesci prendere in vista
del prossimo appuntamento
parlamentare di lunedì e martedì
alla Camera, quando si voterà
in aula la mozione contro gli
F-35. Il documento è presentato
da Sel e Movimento 5 Stelle ed è
firmato anche da una ventina di
deputati Pd, mentre il grosso del
DA GIORNI i mercati erano nervosi
temendo che la Federal Reserve, la
Banca centrale americana guidata
da Ben Bernanke, decidesse che era
arrivato il momento di rendere la politica
monetaria meno espansiva, iniziando
ad “asciugare ” parte della liquidità
immessa sul mercato per
contrastare la crisi. Invece la riunione
del Fomc, il comitato che prende
le decisioni, ha stabilito che non ci
sarà nessun cambiamento sul fronte
del programma di acquisto titoli, che
rimane quindi a 85 miliardi di dollari
al mese. Tra le ragioni c’è la revisione
al ribasso delle stime di crescita per
gli Stati Uniti nel 2013: tra il
2,3%-2,6% invece che il 2,3%-2,8%
stimato a marzo. Migliorano invece
le previsioni sulla disoccupazione. La
Fed segnala però che i rischi per l’economia
americana sono diminuiti. E
quindi la stretta, presto o tardi, arriverà.
BOMBARDIERI
Per 130 velivoli servono
altri 16 miliardi, 4 in più
Mistero su quanti ne
abbiamo già presi. Lunedì
alla Camera la mozione di
M5S, Sel e un pezzo di Pd
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