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Lungo
ed asfissiante interrogatorio per i due imprenditori laziali. Nuovi
risvolti nei confronti di uomini politici della Regione Campania, ma
anche nazionali
Vincenzo Altieri in CronacaMer, 03/06/2009 - 22:02
Renzo Bracciali e Giampiero Tombolillo, i due industriali romani
coinvolti nell'Operazione Biopower, vuotano il sacco per la seconda
volta. Un lungo ed asfissiante interrogatorio degli imprenditori ha
fatto ancor di più luce sui professionisti che sono ancora agli arresti
domiciliari, ma soprattutto hanno fornito nuovi risvolti nei confronti
di uomini politici della Regione Campania, ma anche nazionale. I CONFINI
SI ESTENDONO - Lo scandalo Biopower quindi si allarga sempre di più. La
conferma si è avuta fin dalle prime battute durante la conferenza della
procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere quando si eseguì
l’operazione, poiché i magistrati annunciavano che l’indagine
giudiziaria non finiva con il filone che vedeva indagati quelle persone
coinvolte. Gli interrogatori che si sono eseguiti giovedì scorso hanno
fornito risvolti inediti, ma per adesso sono top secret. Non a caso
adesso chi rischia sono i politici della regione Campania e quelli
nazionali. La vicenda giudiziaria è saltata fuori perché la Regione
Campania ha finanziato 50 centrali per energia rinnovabile tra cui tre a
biomasse di grosse dimensioni del valore di 22 milioni di euro. Una di
questa doveva essere realizzata ad Atena Lucana della Natural Energy
srl, un’altra è stata localizzata a Reino in provincia di Benevento,
della Energhetic srl, la terza cui ne è nato il castello accusatorio a
Pignataro Maggiore in provincia di Caserta della Biopower srl. Ma la
stessa ruota anche intorno ad una mazzetta di 100 mila euro che è stata
ritrovata durante un controllo nell’auto di un indagato ed un
appartamento a Bellona. E’ lì che ruota tutto il business illecito. LA
GENESI DELL'INCHIESTA - La Guardia di Finanza di Caserta aveva eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone di cui 14
in Campania, 4 in Lazio, 3 in Emilia Romagna e 2 in Lombardia per i
reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno
della regione Campania, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla
rivelazione di segreti di ufficio ed alla realizzazione di falsità in
atti pubblici. La complessa attività investigativa dei finanzieri del
Nucleo di Polizia Tributaria Caserta ha consentito di smascherare un
sodalizio criminoso nel’ambito del quale due imprenditori laziali
(Bracciali Renzo e Tombolillo Giampiero) hanno costituito tre società
(Biopower spa, Natural Energy srl ed Energethic srl) aventi ad oggetto
la costituzione di centrali per la produzione di energia derivanti dalle
biomasse, intessendo una fitta rete di rapporti di favoritismo e di
corruttela con funzionari e amministratori pubblici appartenenti: al
comune dove sarebbe stata eretta la centrale (Pignataro Maggiore), alla
regione Campania-assessorato alle Attività Produttive- incaricata di
adottare i provvedimenti autorizzatori e di indire le conferenza di
servizi per definire i procedimenti amministrativi per la realizzazione
delle suddette centrali; il Genio Civile di Caserta incaricato di
esprimere le autorizzazioni antisismiche sui lavori di costruzione della
centrale biotermica di Pignataro Maggiore; di altre pubbliche
amministrazioni interessate territorialmente per l’istruttoria di
procedimenti riguardanti imprese.
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