martedì 27 novembre 2012
Ilva di Taranto legalizzare gli omicidi l'unica idea dello stato
Paradossi di Stato
Legalizzare gli omicidi, l’unica idea del governo
Codice tra le mani
D I S A S T RO
IL GENITORE BUONO
Questo l’atteggiamento delle istituzioni
nei confronti dei padroni, la magistratura
sarebbe la mamma cattiva
di Bruno Tinti Il fatto quotidiano 28 novembre 2012
Igenitori sanno che si deve essere uniti davanti
ai figli. La madre castiga? Il figlio fa
capricci? Il papà conferma il castigo. Quando il
figlio dormirà, cercheranno un accordo. Se invece
uno dei due lo proteggerà, vanificando
rimproveri e castighi, il bambino crescerà senza
educazione e sicuro dell’impunità. Le sue ribellioni
saranno sempre più gravi. Da adulto
sarà una persona insofferente delle regole, prepotente
e aggressivo. Questa banale riflessione,
trasportata a livello istituzionale, consente analogie
illuminanti. Parlamento e governo fanno
le leggi e le fanno rispettare; la magistratura ne
sanziona la violazione. Cosa succede se i cittadini
violano le leggi e, quando i giudici li puniscono,
governo o parlamento dicono che la
sanzione non va applicata e che è meglio farsi
promettere che, da ora in avanti, si comporteranno
bene?
SUCCEDE che i cittadini continueranno a violare
le leggi, tanto sanno che uno dei genitori,
qualsiasi cosa facciano, li proteggerà sempre.
Tutto questo sta avvenendo con l’Ilva. Dopo
anni di omicidi impuniti, i giudici l’hanno sequestrata
con divieto di continuare l’attività.
L’Ilva ha disobbedito e ha prodotto una certa
quantità di acciaio, perseverando nell’inquina -
mento ambientale, causa degli omicidi. I giudici
hanno sequestrato l’acciaio prodotto perché
provento di reato. I proprietari dell’Ilva si sono
molto arrabbiati e hanno annunciato che chiuderanno
l’azienda, mettendo sul lastrico circa
20 mila persone. Il ministro Clini è intervenuto
e ha spiegato che “già giovedì il governo interverrà
con un provvedimento che consenta di
superare questa situazione, coniugando lavoro e
salute con una soluzione ad hoc”. Come tutti
sanno benissimo la cosa è impossibile. L’Ilva, se
produce, inquina e ammazza. Perché non ammazzi
occorre un risanamento che richiede anni
di lavoro e molte centinaia
di milioni di euro.
Ammesso che i soldi
siano disponibili (il
che non è), non si può
comunque produrre fino
a che il risanamento
non è completato: se lo
si fa prima si ammazza.
Quindi, dire che esiste
una soluzione è una
bugia. Quello che Clini
vuole fare, in realtà, è
permettere all’Ilva di
produrre in cambio
della disponibilità a risanare.
E anche se tale
disponibilità ci fosse (ma non c’è, la proprietà ha
promesso e mentito per anni), un provvedimento
del genere significherebbe legalizzare gli
omicidi che si verificherebbero tra la ripresa della
produzione e l’avvenuto risanamento. Clini
questa cosa la sa benissimo; ed è per questo che,
fino ad ora, una legge che dica sostanzialmente:
“L’Ilva può produrre anche se la magistratura
dice di no” non ha avuto il coraggio di farla. Ma,
siccome è furbo, ha fatto in modo di far capire
all’Ilva che lui è il genitore buono e che la magistratura
è quello cattivo: piangi e protesta e io
cercherò di aiutarti. E perché questa cosa sia
creduta non solo dall’Ilva, ma
anche dai cittadini, va in giro a
raccontare che il provvedimento
della magistratura di
Taranto “è in conflitto con
l’Autorizzazione integrata ambientale
(Aia) che è legge, che
la strada maestra è applicarla e
che, altrimenti, prenderemo
provvedimenti”. In conflitto perché? In fondo
l’Aia è solo un insieme di prescrizioni che, da
sole, non eliminano l’inquinamento e non impediscono
gli ammazzamenti. Si applichi e,
quando le sue prescrizioni saranno osservate
(tutte, nessuna esclusa), allora si potrà riprendere
l’attività. Ma Clini dice che il provvedimento
della Procura di Taranto “rende molto
difficile l’applicazione dell’Aia, dell’unica norma
che consente il risanamento ambientale”.
LO DICE ma non spiega perché. Però è molto
puntiglioso: “Il compito di stabilire le procedure,
le norme tecniche e le prescrizioni per
rispettare l’ambiente e per proteggere la salute è
delle amministrazioni competenti, in questo caso
del Ministero dell’Ambiente”. Insomma la
magistratura non rompa le scatole, stabilendo
“norme quasi (?) in concorrenza con quelle delle
amministrazioni competenti”.
La proprietà, ben lieta di avere un papà così
buono e fiducioso (promettete e noi vi faremo
riprendere l’attività), aspetta di
vedere come va a finire. Potrebbero
intervenire i nonni,
saggi e giusti. Ma il presidente
della Repubblica, agitando la
mano, ha detto: “La situazione
è troppo complicata per mandare
messaggi”.
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