venerdì 30 novembre 2012
le ecoballe del ministro Clini e l'onoreficenza di Latina
Ecoballe
di Marco Travaglio
Fiato alle trombe e ai tromboni, arriva il
decreto “salva-Ilva”. Breve riassunto delle
puntate precedenti. I giudici di Taranto
accertano che, producendo acciaio con gli attuali
impianti “a caldo”, l’azienda inquina e
uccide; quindi gl’impianti vengono sequestrati
e possono restare accesi solo per essere
risanati, ma non per produrre altro acciaio,
altrimenti il delitto di disastro colposo e omicidio
colposo plurimo continua e la magistratura
ha il dovere di impedirlo; se e quando
gli impianti fuorilegge – l’arma del delitto –
saranno finalmente a norma, cioè smetteranno
di avvelenare e ammazzare, potranno tornare
a produrre. Il governo dice: l’Ilva s’è
impegnata a investire subito 4 miliardi (a
fronte di 3 miliardi di utili accumulati in 17
anni) per bonificare gli impianti, quindi può
riprendere subito a produrre mentre li risana;
se poi non mantiene i patti, il governo gliela fa
vedere lui e magari sostituisce i Riva con qualcun
altro. È un po’ come se ci fosse un maestro
pedofilo che ogni giorno molesta i bambini
in classe. I giudici lo arrestano per impedirgli
di molestarne altri. Ma il governo fa
un decreto per rimandarlo a scuola, a patto
che nel frattempo si impegni a curarsi: se poi
non si cura e continua a molestare bambini,
verrà sostituito. Già: e ai genitori dei nuovi
bimbi molestati chi glielo spiega? Il decreto
salva-Ilva è ancora peggio. Perché nessuno
dei contraenti dell’accordo è credibile. Non lo
sono i Riva, che si sono impegnati infinite
volte a mettere a norma i loro impianti e non
l’hanno mai fatto. Non lo è il presidente Bruno
Ferrante, prefetto: a luglio il giudice impose
il blocco della produzione nelle aree “a
caldo” e ora si scopre che quell’ordine fu violato
dall’azienda presieduta da Ferrante, che
continuò a produrre (dunque a inquinare),
tant’è che il gip ha dovuto sequestrare tonnellate
di acciaio che non dovrebbero esistere
(corpo del reato). A Servizio Pubblico, l’i n c r edibile
Clini ha detto che “il presidente Ferrante
s’è impegnato”. Me’ cojoni , dicono a Roma.
E naturalmente il governo se l’è bevuta
(tanto, quando si scoprirà che è l’ennesima
truffa, il governo sarà un altro). Ecco, non è
credibile neppure il governo. Uno dei registi
del decreto è Passera, che ai tempi di Intesa
prestava soldi a Riva e lo reclutava per la
cordata Alitalia: un ministro super partes. C’è
poi la palese incostituzionalità del decreto che
dissequestra impianti sequestrati da un gip
con un’ordinanza che, in uno Stato di diritto,
può essere ribaltata solo al Riesame e in Cassazione.
Non a Palazzo Chigi e al Quirinale.
Se una porcata del genere l’avesse fatta B., che
osò molto ma non al punto di cancellare sentenze
per decreto (ci provò con Eluana, ma fu
stoppato dal Colle), avremmo le piazze e i
giornali pieni di costituzionalisti, giuristi, intellettuali
e politici “democratici” sdegnati
che sventolano la Costituzione. Invece la fanno
Monti e Napolitano, quindi va tutto bene.
Corriere : “Decreto del governo per riaprire l’I lva.
Monti: coniugare lavoro e salute” ( i mpossibile:
l’Ilva se produce uccide). Repubblica :
“Ecco il decreto per l’Ilva. Monti: nessuna
polemica coi pm” (infatti cancella l’ordinanza
di un gip). Sole 24 Ore: “Ilva, dissequestro per
decreto. Monti: nessun contrasto coi magistrati”.
Avve nire : “Decreto per salvare l’Ilva ed
evitare un flop da 8 miliardi l’anno”. M e ssaggero
: “Monti sull’Ilva: a rischio 8 miliardi”.
La Stampa: “Ilva, un garante per ripartire”. Il
Foglio : “Il governo tecnico soccorre l’Ilva (e la
siderurgia) per decreto”. Libero : “Decreto per
riaccendere l’impianto tutelando la salute”
(sì, dei Riva). La fu Unità: “Ilva, decreto per
salvare 8 miliardi. Tutela della salute e controllo
indipendente del risanamento ambientale”.
Altro che corrompere i giornalisti: qui
ormai c’è chi viene via gratis. Perepè perepè
perepè. Il fatto quotidiano 1 dicembre 2012
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