Antonio Turri - Un'intervista a proposito dell'impegno sociale
- Lei è da molto tempo impegnato nella lotta alla criminalità nella provincia pontina. Da quando ha smesso la divisa, come è avvenuto l'incontro con l’ Associazione “ I Cittadini contro mafia e corruzione” e come si è svilupato il rapporto sul territorio?
Da circa trent’anni mi occupo di contrastare la criminalità, in particolare quella organizzata ed i delitti contro la pubblica amministrazione: la corruzionee la concussione ecc.. Da molti anni, oltre ad essermi interessato di questi temi per motivi professionali, in qualità di commissario della polizia di stato,ultimo ruolo rivestito prima del congedo,ho cercato di fare anche la mia piccola parte nella veste di cittadino.
Ritengo appunto che essendo le mafie e la corruzione non uno dei problemi del nostro Paese,ma il problema principale, non si debba e non si possa delegare la lotta a questo cancro nazionale solo alle forze di polizia e alla magistratura. Che fanno,sia ben chiaro,un ottimo lavoro su questo fronte. Ma che da sole non bastano. Le mafie sono si un problema criminale ma sono anche un problema economico,politico, sociale e quindi culturale. E se sono anche e soprattutto un problema sociale e culturale, noi cittadini non possiamo stare alla finestra e pensare di delegare il tutto al capitano dei carabinieri o al commissario di polizia. Con questa convinzione nel 2002,nasce ad opera di alcuni operatori delle forze di polizia,alcuni docenti,cittadini e studenti di Roma e del Lazio l’associazione“I Cittadini contro le mafie e la corruzione”. L’associazione anche attraverso il suo quotidiano on line: Icittadini.it si radica in molti centri del Paese, utilizzando il metodo del fare rete con altre associazioni.
- Gli obiettivi della sua battaglia sono ben noti, ma di fatto, chi combatte ha un volto e un nome? Quali sono i clan - secondo Lei - che oggi detengono il potere nella provincia di Latina? Chi sono i personaggi da fronteggiare oggi nel territorio?
A Latina ed in particolare a Roma ci sono i rappresentanti di tutte le cosi dette mafie storiche:ndrangheta,camorra e mafia siciliana in particolare. Nel Lazio sono particolarmente radicati il clan dei Casalesi,il clan campano dei Mallardo. Ci sono le ‘ndrine dei Gallace Novella e degli Alvaro e le mafie dei mandamenti palermitani e dei Santapaola catanesi. A Latina e a Roma si va sviluppando una mafia autoctona che da anni definisco una “Quinta mafia”, una consorteria criminale fatta da mafiosi d’importazione e stranieri, mafiosi locali e colletti bianchi dell’economia e di pezzi della politica. Questa “Quinta mafia”o mafia da contaminazione rappresenta l’evoluzione, a mio parere, delle mafie in Italia.
- Le cosche e la corruzione naturalmente vanno combattute soprattutto dal punto di vista finanziario ed economico. In questo senso, perché secondo Lei le istituzioni non sono presenti sul territorio, per favorire l'imprenditoria locale?
Le cosche mafiose ed i corrotti debbono essere messi in condizione di non contaminare economia e politica. E’ facile a dirsi ma complicato nel realizzarlo. In un Paese dove le mafie fatturano 150 miliardi di euro e la corruzione 60 miliardi di euro è impensabile che Latina,Roma ed il Lazio restassero immuni dalla malattia. Diagnosticata bene ,la malattia può essere curata facendo ognuno bene il suo mestiere. Le Istituzioni il loro,la politica il loro,gli imprenditori il loro. Ma tutto questo non basta se noi Cittadini stiamo a guardare, senza controllare,senza pretendere che tutti facciano al meglio la loro parte. Le mafie vivono di omertà,silenzi,paure ma soprattutto di indifferenza. Possiamo uccidere le mafie e la corruzione passando dall’indifferenza all’impegno,alla cura del bene pubblico. Questo compito spetta ai cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso di potenziare l’attività della nostra associazione di volontariato. Una associazione dove ci sono si professionisti,come il sottoscritto,avvocati e giuristi,ma dove il ruolo trainante è quello dei cittadini che si caricano delle loro responsabilità. Il diritto a vivere liberi dalle mafie e dalla corruzione non c’è lo regala nessuno,tantomeno lo potremo comprare al supermercato. La libertà,cosi come la dignità non sono in vendita in nessun negozio e le mafie ci tolgono entrambe, quindi i cittadini scendono in campo contro le mafie e la corruzione. Per fare cosa? Semplice! Per fare conflitto a mafiosi e corrotti. Il conflitto di tipo militare spetta a Magistrati e poliziotti,quello sociale e culturale,non violento, spetta a noi. Ai Cittadini contro le mafie.
- Che cosa manca per fare di Latina e provincia un territorio dove gli investimenti locali possano nuovamente costituire una piattaforma sulla quale sviluppare condizioni di stabilità per il benessere locale?
Manca l’impegno dei cittadini.Dobbiamo renderci conto che il futuro,il lavoro,la propria vita non possono essere delegate, o meglio che il potere di controllo spetta a ciascuno di noi. Abbiamo avuto anche in questa Regione una classe politica ed imprenditoriale non all’altezza delle sfide. Senza generalizzare, non sempre i migliori sono stati messi nei posti giusti e i risultati non sono certo esaltanti. Ora è tempo di ricostruire, partendo dalle basi etiche. Bisogna sviluppare la cultura del lavoro e dell’impegno tra i nostri giovani. C’è bisogno di uno scatto di orgoglio collettivo e di rivalutare le tradizioni e le vocazioni dei territori.
- I citttadini sono abbastanza uniti nell'iniziativa da Lei portata avanti? E che cosa ne pensano le forze politiche locali?
I cittadini sono il motore di questa rivoluzione pacifica,che si dovrà fare con le armi del lavoro e dell’impegno. Dobbiamo riscoprire il gusto alla fatica che animava i nostri genitori.
La politica siamo noi. Siamo noi che dobbiamo dettare il calendario delle priorità alla politica e non viceversa.
- I rappresentanti dello Stato a Latina e provincia come si comportano? Solo parole oppure hanno a loro volta preso l'impegno che i cittadini si aspettano da loro?
Tutti dobbiamo fare di più e pretendere che le istituzioni facciano di più e meglio. Latina è l’anticamera di Roma, del salotto buono del nostro Paese.Può e deve avere un ruolo importante. E questo è l’impegno di tutti.Nessuno escluso.
- Lei è già stato nel mirino della criminalità organizzata. Come vive oggi le sue giornate? Ha paura? Che cosa la anima nelle sue azioni? Non teme di trovarsi da solo? E soprattutto, potrà mai avere fine il duello che ha intrapreso? E se si, quando?
Ho paura come tutti gli esseri umani,ma come tutti gli esseri umani sono consapevole che il coraggio deve partire dai singoli prima di divenire collettivo. Le idee e i bisogni di un popolo che da sudditi vuole trasformarsi in Cittadini, titolari di diritti e doveri, non lo fermeranno i mafiosi ed i corrotti. Il coraggio di fare qualcosa di positivo per gli altri è la migliore forma di egoismo. Io sto bene solo se anche le altre Persone sono libere e sono messe in condizione di vivere con dignità…http://www.ogginotizie.it/190056-antonio-turri-una-039-intervista-a-proposito-della-039-impegno-sociale/
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