venerdì 23 novembre 2012
udc partito inutile e dannoso: chi li vota avvelena anche te digli di smettere
Mamma, ho perso l’Udc
di Marco Travaglio
Da mesi, anni, partiti e giornali al seguito
trattengono il fiato nella spasmodica attesa
che Piercasinando sciolga la riserva e dia
il fatidico annuncio, destinato a sconvolgere
gli assetti politici dell’Italia e dell’Europa, ma
anche del mondo, della galassia e dell’u n iverso.
Tornerà col centrodestra? Si butterà a
sinistra? Resterà al centro, anzi al Grande
Centro, tenendosi tutte per sé le messi sterminate
di “voti moderati” e portandole in dote
alle già formidabili falangi del Partito-
di-Monti-senza-Monti capitanato da Luca
Cordero, ma anche da Montezemolo, senza
dimenticare altri noti trascinatori di folle come
Andrea Riccardi, Andrea Romano e Nicola
Rossi? Ah saperlo. Intanto, pur di non
contrariare Casini e di accaparrarsi il suo poderoso
serbatoio elettorale, il Pdl vuol buttare
a mare il suo signore e padrone (che, pure
ridotto com’è, è l’unico capace di prendere
ancora qualche voto), il Pd scarica l’alleato più
affidabile dei governi Prodi (Di Pietro), e metà
del partito vorrebbe buttare a mare anche l’a lleato
naturale (Vendola). Chi candidare a sindaco
di Roma, a governatore del Lazio o di
Lombardia? Fermi tutti, vietato far nomi: bisogna
aspettare che Casini esprima un desiderio,
non sia mai che si offenda. Lui, ieratico
e corrucciato, sempre teso al bene comune,
porta a spasso il suo piedistallo e impartisce
benedizioni apostoliche, distribuisce
patenti di affidabilità, assegna pagelle di moderazione
e sobrietà montiana.
Giornali, tg e agenzie sono pieni di sue interviste
pensose, dichiarazioni amletiche, sospiri
sibillini. Nel governo ci sono più casiniani
che banchieri, il che è tutto dire. Il vicepresidente
del Csm è uomo suo: il famoso
Vietti. Alla Rai non muove foglia che lui non
voglia e adesso – non bastandogli un esercito
tra consiglieri d’amministrazione, vicedirettori
generali, capistruttura, capibastone e
mezzibusti, senza contare i suoi fedelissimi
nelle Authority ovviamente indipendenti –
vogliono regalargli pure il Tg1. Senza Piercasinando
non si va da nessuna parte. È l’ago
della bilancia, anche perché si sussurra che
abbia dietro il Vaticano e piaccia tanto a Napolitano.
Qualcuno insinua persino che sia il
suocero di Caltagirone. È come Figaro: tutti lo
vogliono, tutti lo cercano, Casini qua, Casini
là. Del resto, i suoi meriti storici sono indiscutibili.
Ha appoggiato i primi due governi
Berlusconi, votando tutte le leggi vergogna
senza inarcare un sopracciglio. L’unica che
non era venuta in mente nemmeno a B., la
inventò e la impose lui: il Porcellum, ingiustamente
accollato a Calderoli.
Senza di lui, in Parlamento non avremmo
avuto Totò Cuffaro, Calogero Mannino, Saverio
Romano, Lorenzo Cesa, Giuseppe Drago
(quello condannato per aver svaligiato la
cassa dei fondi riservati della presidenza della
Regione Sicilia). Ma nessuno gliene chiede
mai conto: non sia mai che si irriti. Grazie a
lui, il mese scorso, Lega, Pdl e Udc tornati
appassionatamente insieme hanno partorito
un Porcellum ancora più Porcellum del Porcellum:
quello che riserva il premio di maggioranza
alla coalizione che supera il 42,5%,
cioè a nessuna, non facendo vincere nessuno,
a parte l’unico che non si candida: Monti. Alla
luce di tutto ciò, qualche ingenuo è portato a
pensare: chissà quanti voti avrà, questo Casini.
La risposta è giunta ieri, grazie a un sondaggio
dell’Swg per Agorà : l’Udc ha perso
l’1.7% in una settimana ed è scesa sotto il 4.
Cioè non rientrerebbe in Parlamento nemmeno
con la legge votata dall’Udc. A questo
punto le anime candide domanderanno: ma
perché allora tutti inseguono questo noto frequentatore
di se stesso, questo infaticabile
sfollagente, questo desertificatore di urne?
Beata ingenuità: parlano a genero perché suocero
intenda.
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