mercoledì 21 novembre 2012

E’ LA ECOAMBIENTE CHE INQUINA

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Depositato in Procura, dagli uomini della Guardia Forestale, un dossier sullo smaltimento dei reflui nella discarica di Borgo Montello. Gli agenti del nucleo investigativo hanno fotografato e filmato, alcuni dipendenti mentre lasciano cadere il percolato, che dovrebbe essere smaltito.

IL TERRITORIO Stefania Belmonte (04 giugno 2005)

Sono gravemente inquinati i canali e le falde acquifere che si trovano nelle strette vicinanze della discarica di Borgo Montello. Lo hanno scoperto e confermato gli uomini del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Latina. Le acque superficiali e del sottosuolo sono impregnate di un liquido altamente tossico: il percolato. La sostanza, che si genera dai rifiuti in seguito a piogge, secondo quanto stabilisce la legge, dovrebbe essere raccolta dalla ditta che gestisce il sito – la Ecoambiente, in questo caso – e smaltita da aziende specializzate con costosi trattamenti, idonei però ad evitare danni ambientali. Tutto sembrava svolgersi regolarmente, ma mesi di controlli, rilievi e appostamenti hanno rivelato l’esatto contrario. Centinaia di fotografie sono state scattate, e al vaglio degli inquirenti c’è anche un video che inchioda alcuni dipendenti della società. Com’è noto, la discarica di Borgo Montello è costituita da “montagne” di immondizia d’ogni genere. Per evitare l’inquinamento da parte del percolato, i cumuli di rifiuti non pericolosi – definiti “rifiuti solidi urbani” – vengono impermeabilizzati con ampi teloni sotterranei che impediscono la fuoriuscita della sostanza pericolosa, nei quali essa viene appunto raccolta. A questo punto, il percolato viene recuperato e trasportato in apposite cisterne da consegnare alla ditta specializzata nello smaltimento. Ma questo liquido, a Borgo Montello, faceva un’altra fine. Era raccolto in cisterne, e veniva “casualmente” lasciato cadere a terra durante il trasporto, se non addirittura riversato in parte nei terreni circostanti il settore della discarica gestito dalla Ecoambiente. Ma proprio un video li ha inchiodati. Ora il fondamentale documento, corredato da relazioni e dai risultati degli svariati rilievi effettuati in mesi di indagini, è in possesso della magistratura. Era l’azienda stessa a scaricare al suolo illegalmente il pericolosissimo liquido. Un comportamento irresponsabile, oltre che scandaloso. L’Ecoambiente è infatti di proprietà per gran parte – circa il 51% – dal Comune di Latina. E i lavori di raccolta e smaltimento vengono pagati con i soldi pubblici provenienti dalle tasche dei cittadini, che riversano annualmente nelle casse del comune. Moneta sonante che viene sborsata ogni volta che a casa arriva la famosa Tarsu, la tassa per i rifiuti solidi urbani, proprio recentemente aumentata del 20% dall’amministrazione, in occasione del famigerato bilancio. Che fine hanno fatto questi soldi? Se lo staranno chiedendo i cittadini del capoluogo pontino, ed in particolare gli abitanti dei borghi Montello e Bainsizza, da sempre sottoposti all’incombenza della discarica.

E di certo è quanto si staranno chiedendo i magistrati, che nel frattempo indagano a tutto campo sulla Ecoambiente: gli accertamenti gravano su diversi dipendenti, ma soprattutto sull’amministratore delegato della società e sul presidente del consiglio di amministrazione. E dalle indagini non sono di certo esclusi gli esponenti politici del Comune responsabili in materia.

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