Il ministro dello Sviluppo economico avverte che dalle decisioni che riguardano l'acciaieria pugliese “dipende il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese“, perché un’eventuale chiusura dello stabilimento “avrebbe un impatto economico negativo per 8 miliardi di euro annui”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 giugno 2013 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/04/ilva-zanonato-oggi-decreto-su-commissariamento-a-tempo/615478/
Il commissariamento, secondo quanto prevede la bozza del decreto, ”ha durata massima di 36 mesi” e il commissario potrà avvalersi di due subcommissari. Il ministro dell’Ambiente nominerà inoltre un comitato di cinque esperti che proporrà, entro 60 giorni dalla nomina, “il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti”.
Dalle decisioni che vengono prese sull’Ilva, ha aggiunto Zanonato, “dipende il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese“. Perché un’eventuale chiusura dello stabilimento “avrebbe un impatto economico negativo per 8 miliardi di euro annui: sei miliardi circa riguarderebbero la crescita delle importazioni, 1,2 miliardi tra sostegno al reddito e minori introiti per l’amministrazione pubblica e 500 milioni per la minore capacità di spesa per il territorio”. Tuttavia, ha concluso, “gli investimenti pur realizzati in questi anni non sono stati sufficienti a riequilibrare il rapporto tra produzione, salute e ambiente”, visto che “molte disposizioni sono state totalmente o parzialmente disattese dall’azienda”.
Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha concesso ieri all’Ilva la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo sequestrati per inquinamento il 26 luglio 2012, pur confermando il sequestro. Nei giorni scorsi sia l’autorità giudiziaria di Milano sia quella di Taranto hanno disposto il sequestro del patrimonio dei Riva, la famiglia proprietaria dell’azienda. Nel primo caso i pm milanesi contestano ai proprietari di essere appropriati di oltre un miliardo di euro, finito all’estero e successivamente anche scudato. Il 24 maggio scorso invece i magistrati di Taranto hanno disposto il sequestro di 8,1 miliardi.
Intanto il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha detto di essere “preoccupato” per la delicata situazione dell’acciaieria. “Si tratta di realizzare un punto di equilibrio tra ambiente e produzione”, ha detto parlando a Radio 1, spiegando che “i meccanismi messi in moto finora hanno funzionato solo parzialmente, per questo occorre affrontare la questione anche sul terreno normativo”. Mentre per il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, la situazione è “assolutamente pesante” e l’imperativo morale è “salvaguardare non solo i lavoratori, ma anche l’impresa”.
E Fabio Matacchiera, presidente del Fondo antidiossina onlus di Taranto, ha annunciato che è pronto a consegnare un esposto alla Procura di Taranto con il video girato da operai e diffuso da alcune tv nazionali che mostra le emissioni all’interno dell’acciaieria, facendo presente che porterà all’attenzione dei “magistrati e alla Commissione europea anche un altro video eclatante girato di notte”.
Nessun commento:
Posta un commento