mercoledì 15 maggio 2013
Ponza rifiuti discarica a Monte Pagliaro pericolo inquinamento
IL COMITATO PONZA NEL CUORE CHIEDE IL DISSEQUESTRO DELL’AREA
Discarica a monte Pagliaro,
ora pericolo inquinamento L’EX discarica di Monte Pagliaro
attualmente sotto sequestro
rappresenta un pericolo
concreto di inquinamento. Un
inquinamento che proprio per
la conformazione geomorfologica
dell’area con delle pendenze
importanti potrebbe arrivare
anche al mare. E l’isola
di Ponza non può permettersi
un rischio del genere. Negli
anni l’area dell’ex discarica
dove avveniva lo stoccaggio
dei rifiuti non è mai stata sottoposta
ad impermeabilizzazione
per cui il terreno è stato
constantemene a contatto con
il percolato e tutti i liquidi
inquinanti. Il comitato Ponza
nel cuore con a capo consigliere
di minoranza Franco Ferriuolo,
insieme ad un gran numero
di cittadini ponzesi, chiedono
il dissequestro dell’area
per poterla bonificare e destinarla
a pubblica utilità, e in
questo chiedono il supporto e
la collaborazine dell’attuale
amministrazione Vigorelli.
Anche perché la discarica è
stottosequestro per cui i rifiuti
vengono stoccati lungo la strada
panoramica e in un terreno
che si trova di fronte Monte
Pagliaro. Per cui si teme anche
questo terreno possa fare la
fine dell’ex discarica. «Al di là
di ogni considerazione sulla
gestione dei rifiuti in Ponza e
sulle esigenze di una moderna
riorganizzazione dei servizi di
smaltimento, l’ex discarica
isolana presenta rilevanti problemi
territoriali ed ambientali
che ne giustificano ampiamente
una radicale bonifica». Tali
problemi sono così riassumibili:
l’ex discarica configura,
con la sua sola presenza, una
grave distonia funzionale e
paesaggistica con il territorio
circostante. E questo crea un
insormontabile vincolo allo
sviluppo urbanistico e territoriale
di un’area di grande valenza
strategica per la riqualificazione
ambientale della zona,
e sorge su un’area ambientalmente
sensibile ed altamente
vulnerabile. L'area di Monte
Pagliaro è stata priva di adeguati
sistemi di impermeabilizzazione,
«era di tipo tradizionale
e prevedeva il deposito
dei rifiuti tal quali, quindi con
un rilevante contenuto di sostanza
organica putrescibile;
questa era tale da determinare
produzioni di percolato e di
biogas che si protraggono per
tempi molto lunghi, dell’ordi -
ne, per alcuni parametri quali
l’ammoniaca, di centinaia
d’anni. Gli strati sotterranei
presentano già segni di contaminazione
da ricondursi alla
presenza nella zona di discarica
non impermeabilizzata». E
tale contaminazione nelle attuali
condizioni è destinata a
peggiorare nel tempo. Oltre al
fatto che si sviluppa prevalentemente
in rilevato, con pendenze
di ragguardevole entità.
«In queste condizioni possono
registrarsi, soprattutto in presenza
di forti piogge, significativi
fenomeni di instabilità
meccanica con rischio di franamenti
e di trasporto di rifiuti
e di percolato verso il mare».
Inoltre si sottolinea il rischio
che si corre a tenere abbandonati
i rifiuti e non correttamente
smaltiti, nei confronti di malattie.
Su questa base, considerando
l’area da bonificare
sottoposta a sequestro giudiziario,
avanzano l’ipotesi di
istanza di dissequestro per area
da destinare a utilità pubblica.
E richiamano tale possibilità
attraverso l’intesa Istituzionale
di Programma tra il Governo
della Repubblica e la Giunta
della Regione Lazio del 2001
in tema di «Accordo di Programma
Quadro per la Bonifica
dei siti inquinati e gestione
dei rifiuti (APQ8); finalità ed
obiettivi a tutela di aree che
necessitano interventi di antinquinamento,
bonifica e recupero
ambientale nonché alla
valorizzazione della raccolta
differenziata e all'ottimizzazione
del sistema regionale di
gestione dei rifiuti».
Brunella Maggiacomo http://latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/fd3b882fecb54979a3a45832054d6946
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