mercoledì 29 maggio 2013

nota de Icittadini contro le mafie sull'escalation di omicidi-esecuzioni a Roma, Pomezia, Anzio, Nettuno, Aprilia "la quinta mafia"

In una nota stampa il presidente dell’Associazione  “ I CITTADINI CONTRO LE MAFIE E LA CORRUZIONE”  Antonio Turri  ,segnala all’attenzione del Ministro dell’Interno e del Prefetto di Roma ,come nella Capitale sia in atto sin dal 2010 una violenta lotta per il controllo del mercato criminale degli stupefacenti dell’usura e del gioco d’azzardo.  Con gli  omicidi-esecuzioni di piccoli pregiudicati delle periferie romane della giornata passata si evidenzia ancora una volta come una criminalità di piu’ elevato spessore stia operando a Roma con metodi chiaramente mafiosi. Per Turri questi ultimi omicidi cosi come la maggior parte di quelli consumati nell’anno 2011, sono il segnale di come un gruppo criminale emergente stia diffondendo il terrore tra i “naviganti solitari “del crimine capitolino. Chi sbaglia paga. E’ questo il messaggio che si deve raccogliere dal classico modus operandi di attingere le vittime con il colpo in testa. I pregiudicati romani, i piccoli spacciatori, gli usurai di borgata, chi attinge i propri proventi dal gioco d’azzardo o dallo sfruttamento della prostituzione, ora sa  che se non si uniforma alle volontà criminali dei più forti ed organizzati nuovi boss della malavita romana,sostiene Turri, morirà senza scampo alcuno.
A Roma e nelle città del litorale, sino a Pomezia, Anzio, Nettuno e Aprilia, camorra,’ndrangheta e mafia siciliana fanno da scuola e da incubazione per la nascità  di una più complessa aggregazione criminale, che da anni I Cittadini contro le mafie, chiamano “ LA QUINTA MAFIA” che ingloba criminalità autoctone e straniere in un mix esplosivo che secondo Turri si sta sottovalutando nella sua reale pericolosità e capacità di espansione.Gli omicidi di mafia avvenuti la scorsa estate sul litorale laziale, a Nettuno e Terracina, quelli dei boss campani Pellino e Marino, sono anch’essi il segnale di una possibile collaborazione tra mafie meridionali e Boss della “Quinta Mafia”.
Per Turri le difficoltà  ad individuare gli autori di questi gravissimi fatti di sangue, sono il chiaro sintomo di come sia da ritenersi attiva anche a Roma una criminalità organizzata di tipo mafioso che deve essere combattuta con  mezzi e  metodiche repressive appropriate, specie per la peculiarità dei mercati criminali della capitale e per la consistente influenza delle mafie straniere, russa, cinese e albanese, solo per citare le più attive. Minimizzare non serve più a nulla.

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