In una nota stampa il presidente
dell’Associazione “ I CITTADINI CONTRO LE MAFIE
E LA CORRUZIONE” Antonio Turri ,segnala all’attenzione
del Ministro dell’Interno e del Prefetto di Roma ,come nella Capitale
sia in atto sin dal 2010 una violenta lotta per il controllo del mercato
criminale degli stupefacenti dell’usura e del gioco d’azzardo.
Con gli omicidi-esecuzioni di piccoli pregiudicati delle periferie
romane della giornata passata si evidenzia ancora una volta come una
criminalità di piu’ elevato spessore stia operando a Roma con metodi
chiaramente mafiosi. Per Turri questi ultimi omicidi cosi come la maggior
parte di quelli consumati nell’anno 2011, sono il segnale di come
un gruppo criminale emergente stia diffondendo il terrore tra i “naviganti
solitari “del crimine capitolino. Chi sbaglia paga. E’ questo il
messaggio che si deve raccogliere dal classico modus operandi di attingere
le vittime con il colpo in testa. I pregiudicati romani, i piccoli spacciatori,
gli usurai di borgata, chi attinge i propri proventi dal gioco d’azzardo
o dallo sfruttamento della prostituzione, ora sa che se non si
uniforma alle volontà criminali dei più forti ed organizzati nuovi
boss della malavita romana,sostiene Turri, morirà senza scampo alcuno.
A Roma e nelle città del
litorale, sino a Pomezia, Anzio, Nettuno e Aprilia, camorra,’ndrangheta
e mafia siciliana fanno da scuola e da incubazione per la nascità
di una più complessa aggregazione criminale, che da anni I Cittadini
contro le mafie, chiamano “ LA QUINTA MAFIA” che
ingloba criminalità autoctone e straniere in un mix esplosivo che secondo
Turri si sta sottovalutando nella sua reale pericolosità e capacità
di espansione.Gli omicidi di mafia avvenuti la scorsa estate sul litorale
laziale, a Nettuno e Terracina, quelli dei boss campani Pellino e Marino,
sono anch’essi il segnale di una possibile collaborazione tra mafie
meridionali e Boss della “Quinta Mafia”.
Per Turri le difficoltà
ad individuare gli autori di questi gravissimi fatti di sangue, sono
il chiaro sintomo di come sia da ritenersi attiva anche
a Roma una criminalità organizzata di tipo mafioso che deve essere
combattuta con mezzi e metodiche repressive appropriate,
specie per la peculiarità dei mercati criminali della capitale e per
la consistente influenza delle mafie straniere, russa, cinese e albanese,
solo per citare le più attive. Minimizzare non serve più a nulla.
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