mercoledì 29 maggio 2013

Isola Capo Rizzuto incendiata la casa di famiglia dell'ex sindaco antimafia

INCENDIATA LA CASA DI FAMIGLIA
D E L L’EX SINDACO ANTIMAFIA
A ISOLA CAPO RIZZUTO PRESA DI MIRA L’ABITAZIONE DI CAROLINA
GIRASOLE. SCONFITTA ALLE ELEZIONI E ABBANDONATA DAL PD - PRIMO CITTADINO
Gianluca Bruno, eletto
con il 51% dei voti,
è stato fotografato
durante una cena
assieme al figlio
del boss Arena

di Enrico Fierro
Avete visto il fuoco,
le macerie, la
distruzione? Ecco:
questo è il
premio dopo cinque anni da
sindaco”. Carolina Girasole,
una volta sindaco antimafia
di Isola Capo Rizzuto, Calabria,
ha subìto l’ultimo affronto.
Ignoti, come recita
stancamente il verbale dei
Carabinieri, hanno dato fuoco
alla sua casa al mare, una
villetta di due piani dove lei e
la sua famiglia trascorrevano
i mesi estivi. Ignoti che in
paese conoscono tutti, ignoti
notissimi che hanno un volto
e interessi da proteggere.
Perché qui comanda la
‘ndrangheta, quella che ancora
fa capo alla cosca degli
Arena, e dettano legge i comitati
d’affari che hanno in
mano tutto, la politica, i soldi
e la speculazione edilizia
sulla costa.
CAROLINA, la professoressa,
dava fastidio e l’hanno tolta
di mezzo con le peggiori armi
della politica. Domenica
scorsa anche qui si è votato e
la sindaca antimafia è stata
spazzata via. Il Pd, il suo partito,
non l’ha sostenuta, non
poteva, non l’ha mai amata e
alla fine ha deciso di candidare
Nuccio Milone, “comu -
nista tutto d’un pezzo”, per
sua stessa definizione.
Milone era stato già sindaco
di Isola per 11 anni. Le cronache
dicono che la sua amministrazione
non fece certo
sforzi titanici per fermare l’abusivismo
edilizio, né lo
scempio sulla lunghissima
costa. Il Viminale ritenne
che anche all’epoca, bandiere
rosse a parte, i boss fossero i
veri padroni del Comune, i
prefetti sciolsero l’ammini -
strazione per infiltrazioni
mafiose e da Roma mandarono
i commissari.
UNA PARTE del Pd ha appoggiato
la Girasole, ma non
è bastato. Alla fine, col 51%
dei voti e al primo turno, ha
vinto il Pdl che ha candidato
Gianluca Bruno. Già vicepresidente
della Giunta provinciale
di Crotone, Bruno è
assurto agli onori della cronaca
nazionale per una cena
elettorale. Era l’aprile del
2008 e si festeggiava l’elezio -
ne a senatore di Nicola Di
Girolamo, c’erano molti dirigenti
del Pdl del Crotonese,
Gennaro Mokbel, fascista e
faccendiere, e Fabrizio Arena,
il figlio prediletto del boss
Carmine. Si alzano i bicchieri
e si brinda alla salute del
“senatore nostro”. Nel 2010
Fabrizio Arena verrà arrestato
e processato per diversi
omicidi, riciclaggio e associazione
mafiosa, a casa sua
la polizia trova documenti di
enti pubblici su appalti e affari
vari, la Provincia di Crotone
finisce nel mirino dell’antimafia,
ma il ministro
Cancellieri decide di non
procedere allo scioglimento
per mafia. Cose che succedono
in Calabria.
“ABBIAMO lavorato in un
clima di grandissima tensione
– dice Carolina Girasole
ai microfoni de ilfattoquotidiano.
it – con intimidazioni,
fango e attacchi continui. Ci
sono intimidazioni visibili,
ma poi c’è una strategia silenziosa
che fa ancora più
male. Così hanno fatto il gioco
della ‘ndrangheta e di chi
non ci voleva al Comune”.
Nei cinque anni in cui è stata
sindaca, Carolina ha dato fastidio.
Troppe foto con don Luigi Ciotti sui terreni strappati
ai boss, troppi clamori, e
poi quella sua candidatura
alla Camera nelle liste di
Monti.
Bruno, il vincitore, lunedì
scorso era raggiante. Le foto
di quella cena compromettente
nessuno le ricorda più,
non fanno scandalo a Isola. E
allora eccolo, baldanzoso, dichiarare
al Corriere della Sera,
che “da oggi la lotta ai clan si
fa davvero, altro che chiacchiere”.
Perché in Calabria più delle
pallottole uccidono i veleni,
ti schieri contro la mafia e
allora si scava nelle tue parentele,
anche con la Girasole
hanno fatto la stessa
operazione andando a pescare
un parente troppo vicino
ai clan. “Smettetela di bervi
tutte le fesserie della Girasole
– dice nelle interviste dopo il
voto Nuccio Milone, il candidato
sostenuto dal Pd – e
poi lei non aveva neppure la
tessera”.
Carolina Girasole guarda il
fumo e la distruzione della
sua casa al mare, le lacrime le
segnano il volto quando pensa
ai cinque anni passati, alle
minacce e alle tre auto che le
hanno incendiato. Una donna
sola nella terra dove la politica
brinda con i boss.
Si è sentita isolata dal Pd, le
chiediamo? “Chiedetelo al
commissario del partito, l’onorevole
D’Attorre, e al partito
nazionale”.
twitter @enricofierro1 - Il fatto quotidiano 30 maggio 2013

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