martedì 21 maggio 2013

Latina la regione Lazio taglia la spesa sanitaria ASL in ginocchio


Hanno mantenuto il vitalizio di batman Fiorito. Tagli alla spesa sanitaria ai servizi dalla regione della casta e degli sprechi. Latina Oggi 21 maggio 2013 
La Regione chiede di mantenere i servizi inalterati con il 10% in meno della spesa
Tagli alla spesa,
Asl in ginocchio
Il manager generale non ci sta «Non sarebbe possibile
in alcun modo riuscire a garantire
i livelli essenziali di assistenza,
il rischio sarebbe quello
di interrompere i pubblici servizi»
Le liste
di attesa
sono bloccate
da mesi,
impossibile
e s eg u i r e
alcuni esami - I posti letto
al Goretti
non bastano
mai
a rispondere
alle necessità
di ricovero - Il pronto
soccorso
s o ff r e
una quantità
di accessi
in continuo
aumento.
E’ una previsione che lascia pochi margini di trattativa quella tra Asl di
Latina e Regione Lazio
che ha imposto un taglio
del 10% della spesa nel
bilancio preventivo 2013
pretendendo, però, gli
stessi standard di assistenza e quindi mantenendo inalterata l’o ff e r t a .
Ma per il manager generale della As, Renato
Sponzilli, si tratta di una
richiesta inaccettabile che
non consentirebbe di garantire i livelli di assistenza. Questo quanto dichiarato fermamente dallo
stesso direttore generale
nei giorni scorsi. E già a
metà febbraio era intervenuto per ribadire l’assur -
dità dei tagli previsti e che
rientrano nella logica della spending review per
quanto riguarda la sanità.
Dunque, mentre la Asl
aveva approvato il preventivo 2013, la Regione
l’ha poi rivisitato chiedendo all’azienda sanitaria di mantenere inalterate le attività e le prestazioni nonostante una
riduzione delle spese del
10%. Sponzilli sembra
essere più intenzionato
che mai a non cedere
perché «sarebbe quasi come autorizzare un falso in
bilancio». Questo è quanto si sta abbattendo sulla
sanità pontina e che coinvolge inevitabilmente
l’ospedale del capoluogo,
già «provato» da numerosi tagli. Se si considera
che bastano uno o due
infermieri assenti in malattia a bloccare la sala
operatoria per impedimento, non è difficile di
quali sofferenze croniche
si possa parlare. Proprio come è accaduto qualche
settimana fa quando è stato necessario rinviare un
intervento chirurgico in
programma.
Quando per la prima volta era stata affrontata dalla Regione la questione in
termini di tagli numerici
si era parlato di almeno 1800 posti in meno, per
poi scendere a 959 nel
Lazio. Tra le altre problematiche, si è ipotizzata la
chiusura anche di altre
strutture in provincia.
E quando le ambulanze
restano ferme per intere
mattinate negli ospedali
perché usate come barelle
in quanto risulta impossibile trovare un posto letto
libero, è accaduto anche
che qualcuno in attesa da
ore al pronto soccorso avvisasse perfino i carabinieri. L’obiettivo del progetto di risanamento presentato alle Asl di tutta
Italia è piuttosto «impegnativo». Basta pensare
che a fronte di dati che
rivelano un deficit per il
2012 di 708 milioni di
euro; 900 per il 2013,
l’obiettivo per il 2014 e
2015 è quello di raggiungere l’equilibrio. In base
ad una recente ricognizione sui servizi, le province
più penalizzate sono Rieti, Viterbo e Latina. Per
quanto concernono le difficoltà maggiori, quali
tempo di attesa ed ospedalizzazione: nel Lazio
mentre il 2011 mette in
evidenza il calo del 7,2
per cento rispetto al 2010,
per il 2012 si registra un
incremento pari a 170 ricoveri per mille abitanti
residenti. E sono stati proprio questi tagli a decretare la chiusura di numerose strutture anche in provincia. L’elenco dei
piccoli ospedali che rischiano il collasso è piuttosto lungo

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