Ricorre
questo mercoledì la Giornata Mondiale della Biodiversità. Anche nel
Lazio il WWF evidenzia ancora una volta la necessità di affrontare
rapidamente e con maggiore efficacia le criticità che minacciano la
biodiversità laziale, in particolare quella collegata agli ambienti
acquatici per la quale ben poco si sta facendo. In questo 2013, Anno
Internazionale della Cooperazione Idrica, il tema della Giornata è
"Acqua e Biodiversità", nel contesto anche del Decennio Internazionale
per l'Azione "WATER FOR LIFE" (Acqua per la vita - dal 2005 al 2015).
"Quello del Lazio è un patrimonio di biodiversità insostituibile - dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio
- per questo auspichiamo che al più presto venga codificato in
Costituzione il riconoscimento del valore "Ambiente" affinché sia
finalmente tutelato con norme rigorose e con la previsione dei reati
contro la biodiversità come delitti e non solo come contravvenzioni". E'
inoltre urgente sul territorio della nostra regione arrivare in breve
tempo ad una effettiva tutela dei bacini idrici: tra questi sotto
stretto controllo anche i 74 bacini localizzati in provincia di Latina.
Tra questi maggiore attenzione viene riposta in quelli che ricadono
nella piana di Fondi, nel Parco del Circeo e i laghi Gricilli, Lungo e
San Puoto .
Infatti,
nonostante nella nostra regione sia ancora presente una natura di
grande rilievo, il fronte delle minacce avanza sempre di più, tanto che,
proprio oggi e proprio sotto gli occhi di tutti noi, molti luoghi
importanti per la biodiversità sono sul punto di essere trasformati per
sempre in assenza di politiche sostenibili di governo del territorio in
grado di evitarlo.
(ALCUNI ESEMPI PIU' SOTTO NELLA SEZIONE CRITICITA')
"La Regione Lazio non è una regione qualunque - dichiara Fulco Pratesi Presidente Onorario del WWF Italia - Grandi e stupendi laghi vulcanici, un arcipelago di grande bellezza, montagne appenniniche che superano i 2000 metri, foreste planiziarie, paludi e laghi costieri unici in Italia, falesie marine e lunghe spiagge con dune rivestite di macchia mediterranea, montagne calcaree con vasti paesaggi di pascoli e boschi ricchi di fauna. Due Aree Marine Protette e tre Parchi Nazionali che conservano ambienti rari e una fauna preziosa che va dall'orso marsicano al camoscio, dal lupo appenninico all'avvoltoio grifone. Basterebbero queste caratteristiche, pur trascurando i tesori di arte, di storia e di tradizioni di cui il Lazio è ricchissimo, per avvalorare il suo primato tra le regioni italiane".
"Quello del Lazio è un patrimonio di biodiversità insostituibile - dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio
- per questo auspichiamo che al più presto venga codificato in
Costituzione il riconoscimento del valore "Ambiente" affinché sia
finalmente tutelato con norme rigorose e con la previsione dei reati
contro la biodiversità come delitti e non solo come contravvenzioni. E'
necessario che al più presto la Regione Lazio ponga all'approvazione
dell'aula una legge sulla biodiversità che possa essere di esempio alle
altre Regioni, in termini di certezza di diritto e tutela delle specie e
degli habitat".
E' dunque necessario per il WWF Lazio procedere
alla redazione di un Piano Strategico regionale per la biodiversità nel
quale dovranno essere definite le migliori forme integrate e coordinate
di governo e controllo del territorio regionale che garantiscano la
conservazione e la tutela della biodiversità regionale riconoscendo il
valore intrinseco che la biodiversità detiene.
A
tal fine gli obiettivi di conservazione dovranno presupporre, da parte
delle amministrazioni competenti, la piena attuazione degli strumenti di
pianificazione esistenti nonché fare in modo che le politiche
economiche ed i processi decisionali siano sempre più volti ad un uso
sostenibile delle risorse naturali. In questo percorso assume
particolare rilievo la piena attuazione degli strumenti di pianificazione territoriale, in particolare del Piano paesistico regionale.
E'
necessario e non più rinviabile riuscire a strutturare una strategia
concertata e condivisa per puntare alla conservazione delle aree
prioritarie (nel Lazio 182 SIC - Siti di
Importanza Comunitaria, 39 ZPS - Zone di Protezione Speciale e 5 zone
umide di importanza internazionale), garantendo tra queste aree una
efficace e reale connettività.
Oggi
il sistema delle aree protette, sebbene interessi una superficie pari
al 13% del territorio regionale, non è adeguatamente gestito e
finanziato e pertanto non riesce a presentarsi come laboratorio di buone
pratiche gestionali e di diffusione del valore della biodiversità. La
gestione del sistema delle aree protette deve essere ottimizzata per
renderla coerente con la tutela dei valori di biodiversità. In
particolare, occorre giungere alla definizione del Piano Regionale delle
Aree Naturali Protette e dare attuazione alle forme di pianificazione
delle singole aree protette previste dalla L.R. n.29/97.
E' inoltre urgente sul territorio della nostra regione arrivare in breve tempo ad una effettiva tutela dei bacini idrici (provincia
di Viterbo: n.76; provincia di Roma: n.118; provincia di Rieti: n.42;
provincia di Latina: n.74; provincia di Frosinone: n.90) e a tutele
mirate delle specie migratrici e dei loro habitat di sosta.
Vanno
inoltre maggiormente protetti gli ecosistemi insulari, anche attraverso
un ripensamento generale rispetto a quei flussi turistici che
determinano forti impatti ambientali. Impatti che si ripercuotono
inevitabilmente nei confronti dei consumi idrici, nella produzione dei
rifiuti, nelle emissioni di inquinanti nonché nel consumo di suolo
indotto dall'edificazione, sovente illegale, e dall'infrastrutturazione.
Si pensi, a tal proposito, alla portualità che contribuisce al
deterioramento degli habitat costieri, nonché al traffico aereo.
PROVINCIA DI ROMA
PALUDE DI TORRE FLAVIA
E'
una piccola area protetta di grande interesse naturalistico che si
trova lungo la costa tirrenica, nei pressi di Ladispoli, rinomata e
preziosa meta di uccelli migratori.
Oggi
purtroppo l'integrità dell'area protetta è fortemente minacciata
soprattutto a causa dell'erosione costiera a cui si aggiunge la recente
costruzione di barriere artificiali (pennelli a mare) che ha contribuito
a ridurre la duna. Le mareggiate dello scorso inverno hanno poi
definitivamente distrutto un tratto di duna e ora le acque della laguna
interna stanno fuoriuscendo dalla palude mettendo a rischio il prezioso
ecosistema che ne ha determinato la tutela.
AGRO ROMANO
STOP AL CONSUMO DI SUOLO
Troppi
ancora i progetti edilizi relativi a nuove costruzioni che gravano
sugli ultimi lembi di Agro Romano. E' invece necessario tutelare con
rigore questa preziosa testimonianza del passato che ancora conserva
elementi importanti di biodiversità sia faunistica che vegetale.
Ulteriore
cemento su questi territori che cingono Roma significherebbe condannare
definitivamente una Capitale vissuta quotidianamente da milioni di
persone e che da decenni soffre per l'inquinamento e per la mancanza di
una gestione adeguata degli spazi verdi esistenti e di una progettazione
razionale di quelli nuovi.
TUTELA DEI FOSSI
I
fossi dell'Agro Romano sono fondamentali corridoi ecologici in ambito
agricolo e urbano per numerose specie animali e vegetali. Negli ultimi
anni molti di questi fossi sono stati deviati o addirittura "intubati"
anche per lunghi tratti proprio perché di ostacolo alla realizzazione di
strade e palazzi (Solo nel Quadrante di Roma Sud, casi emblematici di
una rete ecologica rimasta solo sulla carta sono quelli del Fosso di Tor
Carbone/Grottaperfetta e del Fosso della Cecchignola)
Per
ristabilire il giusto equilibrio ai fini di tutela della biodiversità
dell'Agro Romano occorre, prioritariamente, valutare in dettaglio lo
stato di inquinamento delle acque e dove necessario rimuovere le cause
che determinano una qualità non adeguata.
Occorre
poi rafforzare la tutela ambientale del reticolo idrografico minore,
che sfugge facilmente ad ogni controllo e non risulta essere sottoposto
alla normativa di tutela paesistica; in questi micro-ambienti, spesso la
biodiversità è molto più ricca di quanto ci si possa aspettare. (Ad es.
il reticolo idrografico della Bonifica di Campo Selva, a
Torvajanica-Pomezia). Pertanto risulta fondamentale il contributo
positivo da parte dei consorzi di bonifica perché passino finalmente da
una gestione meramente idraulica ad una più evoluta, che miri anche al
ripristino degli ecosistemi ripariali e paludosi, utilizzando tecniche
di ecologia applicata nella prassi ordinaria (come esempi di riferimento
possiamo avere il manuale del WWF Italia / il consorzio bonifica Muzza
Bassa Lodigiana)
PROVINCIA DI FROSINONE
Gole del fiume Melfa:
mantenimento del deflusso minimo vitale, bonifica delle discariche
abusive, riqualificazione delle strutture presenti per un utilizzo
turistico, didattico e sportivo compatibile.
Lago di Posta Fibreno:
eliminazione delle cause che stanno determinando l'estinzione delle
specie ittiche endemiche e tipiche del lago (Carpione del Fibreno, Trota
macrostigma), quali la pesca, gli scarichi fognari, il taglio della
vegetazione acquatica, ecc.
Lago di Canterno:
riduzione dell'inquinamento delle acque emesse dal depuratore di
Fiuggi, riqualificazione delle sponde del lago, limitazione del disturbo
antropico, regolamentazione della pesca sportiva, creazione di aree a
tutela integrale.
Fiumi Sacco e Liri:
eliminazione degli scarichi abusivi; depurazione efficace dei reflui
urbani e industriali; rinaturalizzazione delle fasce spondali e corretta
manutenzione delle stesse; bonifica delle discariche perifluviali;
recupero della continuità in corrispondenza degli sbarramenti
artificiali; regolamentazione degli usi del lago di Isoletta.
Torrenti montani:
mantenimento del deflusso idrico limitando la diffusione delle
derivazioni idroelettriche e della captazione delle sorgenti per usi
idropotabili (migliorare, di contro, lo stato delle condutture di
distribuzione).
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