mercoledì 15 maggio 2013
LA CLAUSOLA « ASSURDA » dello scandalo rifiuti di Ponza
LA società De Vizia, secondo il
capo di imputazione, non effettuava
correttamente la raccolta
differenziata, come da capitolato,
e certe
volte saltava
c o m p l e t amente
il passaggio.
Ma
c’è un elemento
che
inchioda sia
la spa che
l ’ a m m i n istrazione
comunale
ed è
proprio il tasso
di differenziata
imp
o s t o d a l
c o n t r a t t o .
Che era stato
stipulato nel
2009, quando
cioè già
l’Unione Europea
e la
Regione Lazio
prevedevano
che nell’arco di tre anni si
sarebbe dovuti arrivare al 65%
di raccolta differenziata in tutti i
Comuni. Invece Ponza, che è
una piccola isola sufficientemente
controllabile e con sovraproduzione
di rifiuti solo per un
paio di mesi all’anno, stila una
gara di appalto nella quale il
tetto della differenziata si fermava
al 20%. Troppo poco dicono
oggi le associazioni ambientaliste,
già questo dato
avrebbe dovuto far scattare il
campanello d’allarme. Era un
contratto fuori da ogni direttiva
comunitaria e forse questo ha
tenuto «bassa» la base d’asta. Il
livello della differenziata complessivamente
in provincia di
Latina è fermo intorno al 20%
ma questa cifra non tiene conto
delle anomalie pur gravissime
riscontrate dalle indagini giudiziarie,
dalle quali emerge appunto
che la differenziazione è
una fase su cui aziende e controllori
comunali mentono, insomma
viene saltata. E’ uno dei
motivi, probabilmente, per i
quali questo famoso 20% di
differenziata non ha finora inciso
sul volume delle due discariche
di Borgo Montello. Inoltre il
procedimento di differenziazione
dei rifiuti solidi urbani viene
implementato dai Comuni con
soldi pubblici appositamente
stanziati dalla Provincia di Latina
che negli ultimi anni ha
investito risorse consistenti, 8
milioni di euro nel 2012 suddivisi
tra le varie città in base ai
progetti di sostenibilità ambientale. http://latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/f0ffad06106d0b638d5ae468b7588978
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