mercoledì 15 maggio 2013

rifiuti Ponza Dalle intercettazioni emergono le abitudini a non rispettare il capitolato. E le coperture

Il rapporto
tra la spa
e l’ente
parte male
E continua
in condizioni
di palese
sudditanza
degli uffici
rispetto
ai privati Dalle intercettazioni emergono le abitudini a non rispettare il capitolato. E le coperture
«Non ci rompete i ....»
Il capo area non accetta critiche. Carta accumulata e fuoco sulla spiaggia
Rimuovere tutto prima che arrivi qualcuno a controllare ALCUNE intercettazioni telefoniche raccolte dalla Procura, riferite in particolare ad Antonio Avellino. «evidenziano come gli indagati stessi si prodighino per tutto il periodo d’ascolto a dare una parvenza di regolarità al servizio posto in essere dalla De Vizia Trasfer spa, soprattutto in virtù della mancata esecuzione di uno specifico programma per la raccolta dei rifiuti, con particolare riferimento a quelli differenziati, situazione che, di fatto, li vedeva costantemente rivolgersi ai vertici della ditta appaltatrice al fine di ottenere precise disposizioni sulle modalità e la tempistica della raccolta». In particolare Antonio Avellino in una telefonata ordina a B.G. l’ad - detto alla raccolta di eseguire il servizio «sia degli indifferenziati che dei differenziati in modo incompleto e/parziale al solo scopo di non impegnare tutti glo automezzi presenti sull’isola, come in occasione della festa patronale, ove bisognava dare, per l’occasione come dettato dalla volontà politica, solo ‘una pulizia di facciata’ per trarre in inganno la cittadinanza». Eloquente sul modus agenti di De Vizia e dei suo delegati sull’isola è una telefonata intercettata sul telefono di Antonio Avellino il quale viene chiamato da un cittadino (forse è un impiegato comunale) che si lamenta del fatto che gli operatori della società durante il giro per la raccolta dei rifiuti non differenziati avevano svuotato anche i contenitori della differenziata miscelando di fatto il tutto. Ecco il testo Cittadino: «...comunque il camion qua è passato e ha buttato tutte cose dentro» Avellino: «Ancora!ma che buttato tutto dentro! Rompete il c...o digli al Comune che paga la ditta!» Cittadini: «Glielo devi dire tu all’amico tuo...» Avellino: «.. adesso cominci a rompermi i coglioni .. allora noi dobbiamo prendere la carta nei bidoni gialli, se si trova dentro agli altri bidoni non tocca a noi prenderla!... Il camion è pieno di carta e il Comune non paga la discarica, ma dove dobbiamo andare a buttarla questa roba! Adesso mi fai arrabbiare adesso». Osserva il sostituto procuratore Giuseppe Miliano che Antonio Avellino «è ben cosciente dell’ille - cito accumulo di rifiuti su una nota spiaggia dell’isola» e dice che questo è «un doppio vantaggio per la ditta appaltatrice che di fatto avrebbe risparmiato notevoli costi industriali nell’esecuzione del servizio, pur percependo i medesimi guadagni »; circa la stazione appaltante, cioè il Comune, anch’esso «avrebbe così ridotto i costi da sostenere per lo smaltimento dei rifiuti in discarica» e attettava così «incondizionatamente di accumulare e bruciare il materiale raccolto in quel luogo, in occasione di una festa religiosa». Dalle intercettazioni emerge altresì chiaramente che l’andazzo era tollerato dalla politica locale. In particolare nella telefonata tra Avellino e un assessore si dice che la «roba la si doveva smaltire secondo i canali normali oppure bisognava bruciarla prima che intervenissero le forze dell’ordine».

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