Il rapporto
tra la spa
e l’ente
parte male
E continua
in condizioni
di palese
sudditanza
degli uffici
rispetto
ai privati Dalle intercettazioni emergono le abitudini a non rispettare il capitolato. E le coperture
«Non ci rompete i ....»
Il capo area non accetta critiche. Carta accumulata e fuoco sulla spiaggia Rimuovere tutto
prima che arrivi
qualcuno a controllare ALCUNE intercettazioni telefoniche
raccolte dalla Procura, riferite
in particolare ad Antonio Avellino.
«evidenziano come gli indagati
stessi si prodighino per tutto il
periodo d’ascolto a dare una parvenza
di regolarità al servizio posto
in essere dalla De Vizia Trasfer spa,
soprattutto in virtù della mancata
esecuzione di uno specifico programma
per la raccolta dei rifiuti,
con particolare riferimento a quelli
differenziati, situazione che, di fatto,
li vedeva costantemente rivolgersi
ai vertici della ditta appaltatrice
al fine di ottenere precise disposizioni
sulle modalità e la
tempistica della raccolta».
In particolare Antonio Avellino in
una telefonata ordina a B.G. l’ad -
detto alla raccolta di eseguire il
servizio «sia degli indifferenziati
che dei differenziati in modo incompleto
e/parziale al solo scopo di
non impegnare tutti glo automezzi
presenti sull’isola, come in occasione
della festa patronale, ove bisognava
dare, per l’occasione come
dettato dalla volontà politica, solo
‘una pulizia di facciata’ per trarre in
inganno la cittadinanza».
Eloquente sul modus agenti di De
Vizia e dei suo delegati sull’isola è
una telefonata intercettata sul telefono
di Antonio Avellino il quale
viene chiamato da un cittadino (forse
è un impiegato comunale) che si
lamenta del fatto che gli operatori
della società durante il giro per la
raccolta dei rifiuti non differenziati
avevano svuotato anche i contenitori
della differenziata miscelando di
fatto il tutto.
Ecco il testo
Cittadino: «...comunque il camion
qua è passato e ha buttato tutte cose
dentro»
Avellino: «Ancora!ma che buttato
tutto dentro! Rompete il c...o digli al
Comune che paga la ditta!»
Cittadini: «Glielo devi dire tu
all’amico tuo...»
Avellino: «.. adesso cominci a
rompermi i coglioni .. allora noi
dobbiamo prendere la carta nei bidoni
gialli, se si trova dentro agli
altri bidoni non tocca a noi prenderla!...
Il camion è pieno di carta e il
Comune non paga la discarica, ma
dove dobbiamo andare a buttarla
questa roba! Adesso mi fai arrabbiare
adesso».
Osserva il sostituto procuratore
Giuseppe Miliano che Antonio
Avellino «è ben cosciente dell’ille -
cito accumulo di rifiuti su una nota
spiaggia dell’isola» e dice che questo
è «un doppio vantaggio per la
ditta appaltatrice che di fatto avrebbe
risparmiato notevoli costi industriali
nell’esecuzione del servizio,
pur percependo i medesimi guadagni
»; circa la stazione appaltante,
cioè il Comune, anch’esso «avrebbe
così ridotto i costi da sostenere
per lo smaltimento dei rifiuti in
discarica» e attettava così «incondizionatamente
di accumulare e bruciare
il materiale raccolto in quel
luogo, in occasione di una festa
religiosa».
Dalle intercettazioni emerge altresì
chiaramente che l’andazzo era
tollerato dalla politica locale. In
particolare nella telefonata tra Avellino
e un assessore si dice che la
«roba la si doveva smaltire secondo
i canali normali oppure bisognava
bruciarla prima che intervenissero
le forze dell’ordine».
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