giovedì 23 maggio 2013
Irpef 36-50% Non si trovano i soldi neppure per le ristrutturazioni edilizie
il fatto quotidiano 24 maggio 2013
Siamo alle solite. I ministri competenti vanno
in giro a promettere cose, il Parlamento
vota meditate mozioni, ma quando si tratta di
trovare i soldi persino una spesa tutto sommato
minore diventa un problema insormontabile.
La pietra del contendere stavolta sono i bonus
fiscali per i lavori di efficienza energetica e le
ristrutturazioni edilizie: le detrazioni – rispet -
tivamente al 55% e al 50% - rischiano di scomparire
dal 1 luglio se non verranno rifinanziate
dal governo (quella sulle ristrutturazioni, in
realtà, tornerebbe al 36%). Tutti vogliono il
provvedimento: la maggioranza, il ministro
dello Sviluppo Flavio Zanonato che ieri ne ha
annunciato l’arrivo al Consiglio dei ministri di
oggi davanti alla platea di Confindustria, i costruttori
e persino il Tesoro, perché l’impatto di
questo provvedimento sui conti è positivo (alla
fine entrano più soldi tra Iva e tasse di quanti ne
costi la detrazione in mancato gettito). Solo che
il bilancio dello Stato è talmente bloccato che
anche gli spiccioli generano trattative infernali,
riunioni a palazzo Chigi con ministri che vanno
e vengono, previsioni contrapposte e un generale
clima di incertezza. A suo tempo il ministro
per lo Sviluppo aveva parlato di un provvedimento
dal costo complessivo di 300 milioni per
il secondo semestre 2013, poi scesi a duecento
(l’Imu sulla prima casa, per capirci, costa 4 miliardi).
Non solo: “Tra il 1998 e il 2012 lo Stato
italiano ha incassato dall’attività avviata con gli
incentivi 49,5 miliardi di euro, a fronte di minor
gettito maturato pari a 31,7 miliardi di euro –
sostiene il centro studi della Cna – Il saldo al
2012 è quindi positivo
per 17,8 miliardi di euro,
oltre due dei quali
solo l’anno scorso”.
Un provvedimento relativamente
poco costoso e assai remunerativo
che però non si riesce a fare: è così che si declina
nella pratica il dogma del 3% di deficit in rapporto
al Pil. “Stiamo lavorando sulle coperture”
dice il sottosegretario Pd Pier Paolo Baretta.
Quel che è certo, al momento, è che il decreto
sul tema non è stato inserito all’ordine del giorno:
“Se il ministro Fabrizio Saccomanni arriva
con i soldi lo facciamo, altrimenti no”, spiega
una fonte di governo. L’ultima suggestione della
serata è che il tutto sarebbe rinviato ad un
ennesimo “decreto per la crescita” da approvare
a giugno.
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