Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia
Comunicato stampa del 20 maggio 2013
IPOCRISIE POLITICHE E CONSENSO ELETTORALE
E’
indiscutibile che Acqualatina è nata come un affare della politica
delle spartizioni. I nomi presenti nel CDA, fin dalla prima ora, stanno
lì a dimostrarlo.
Oggi
la società è sull’orlo del fallimento e per rimanere a galla deve
licenziare 73 persone in esubero. Lavoratori assunti senza concorso.
La
politica che l’ha protetta e blindata, crolla con Acqualatina! Tanti
fuggono e si riciclano per non restare sotto le macerie. Ma
l’acquapoliticalatina vuole scaricare il costo del fallimento sulle
casse pubbliche.
Gli
iniziali 129 dipendenti trasferiti nel 2002 da regione-consorzi-comuni
al gestore unico provinciale, sono diventati ben 354 nel 2011. Un costo
del personale passato dai 4milioni500mila del 2004 agli oltre
15milioni500 euro nel 2011. Un costo che secondo l’ultimo PEF (piano
economico finanziario) approvato dai sindaci dell’ATO4 per “imporre” le
tariffe 2012-2032, doveva crescere ancora… fino a 17milioni per il 2012 e
17milioni300 per il 2013 [1].
E
tutto questo nonostante le crescenti esternalizzazioni: servizio
lettura contatori, squadre anti-morosi, bollettazione, manutenzione
reti, call-center, azioni legali, recupero crediti, etc, etc. La società
che prevede di gestire il servizio idrico per 30 anni, rischia di
consegnare ai comuni ed alla collettività una “scatola vuota”, piena di
debiti ed esuberi personale da scaricare sulla parte pubblica.
Eppure
secondo gli accordi contrattuali previsti nell’organizzazione
gestionale doveva essere una “scatola piena” di competenze tecniche e
mezzi in modo da essere autosufficiente, attraverso l’apporto del socio
industriale privato[2].
E
non è bastato modificare un contratto già illegittimo ed illegale alla
nascita, e le poche parti rimaste a favore dei comuni e dei cittadini
sono state opportunamente “anestetizzate” dai sindaci conniventi, a
tutela degli interessi del gestore.
A
contare le omissioni contrattuali di Acqualatina ci vuole un pool di
esperti! Il tutto mentre la STO, che avrebbe dovuto garantire i comuni, e
quindi la collettività, ha fatto da organo tecnico a supporto del gestore, chiudendo troppo spesso non 1 ma 2 occhi, senza vigilare sull’applicazione di penali ed esecuzione lavori.
Adesso
si usa l’arma del licenziamento dei lavoratori con l’omertà e
l’ipocrisia di molti che hanno lasciato crescere il personale, spinto
dalla politica, che ha sempre beneficiato del consenso elettorale.
Prima
si crea il problema, poi si scarica sulla parte pubblica per fare in
modo che la Regione cedi al ricatto occupazionale, e tiri fuori quei
soldi che fin dal 2005 la coppia CUSANI-FORTE cercavano per proteggere
il “gioiello di famiglia” [3].
Allora
provarono con la leva di assurdi illegali aumenti tariffari del 21%,
necessari (a loro dire…) a coprire le perdite di bilancio 2003-2004,
dovute anche ai lauti guadagni per gli appalti diretti alle imprese del
socio privato[4].
La
verità è che Acqualatina è già tecnicamente fallita dal 2006, visto che
entro il 30 luglio di quell’anno si rivolse alle banche per avere
subito e senza garanzie ben 35 milioni! Un prestito ponte per accedere
poi al famoso e fumoso prestito Depfa. Un finanziamento di 114,5milioni,
garantito dal pegno delle azioni detenute dai comuni… e da mille e
mille altre condizioni a favore della banca.
Continuare
a tenere il gestore in quelle condizioni e scommettere sul prestito
DEPFA è servito a tenere a galla la società dell’acqua mentre la
politica ha continuato a trarne benefici elettorali. E’ sicuramente un
caso che il picco di personale con ben 384 dipendenti si ha nel 2007,
anno di concessione del prestito.
Inoltre
il costo del recupero crediti (.. morosità tutta da dimostrare..) non è
stato sostenuto dal gestore, ma dai comuni dell’ATO4, che ha rinunciato
a circa 9milioni di euro, “sottratti” dal piano degli investimenti
sotto la voce recupero dispersioni amministrative.
In
tutto questo “groviglio” perché i cittadini avrebbero dovuto essere
sudditi silenti e subire supinamente senza la facoltà di avere diritti e
di esercitarli in tutte le forme?
In
tutti questi anni, mentre i cittadini non hanno accettato questa
schifezza di spartizione politica da pagare in bolletta, dov’è erano i
sindacati? A fare a gara a chi tesserasse più lavoratori?
Perché
non sono mai stati così “moderni” da aprire un confronto pubblico con i
comitati civici per capire come mai questa società non è non sarà
accettata dalla popolazione?
Qualcuno dovrebbe trarne un sano insegnamento: i
progetti della spartizione politica imposti alla cittadinanza non hanno
vita facile anche se godono delle “migliori” garanzie
politiche-elettorali di protezione.
Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia
[1] Delibera Conferenza dei sindaci ATTO n.3 del 11/11/2011 allegati A1-A2 revisione piano tariffario 2012-2032.
[2] Documento E2 “Descrizione dell'organizzazione gestionale proposta” allegato al contratto di gestione sottoscritto.
[3] Si
vedano le due lettere del presidente Cusani del 5 e 13 settembre 2005
con cui si chiede al governatore Marrazzo la garanzia per un presunto
debito di 14,7 milioni che l’ATO4 avrebbe dovuto riconoscere al gestore
per compensare le perdite di bilancio 2003-2004.
[4] Inchiesta della Procura di Latina n.4230/06
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