mercoledì 15 maggio 2013

accordo per la truffa sui rifiuti a Ponza

Pagati 3,5 milioni per un servizio che è stato effettuato male o per niente
Accordo per la truffa
Il gip descrive cosa è accaduto sull’isola e i ruoli di ciascuno LA truffa sui rifiuti a Ponza
è cominciata subito,
all’indomani dell’aggiudi -
cazione della gara d’appal -
to. C’era un metodo concordato
tra Vincenzo De
Vizia, il suo capo area per
la provincia di Latina, Antonio
Baris e il capocantiere
sull’isola Antonio Avellino
che veniva portato avanti
«senza problemi, grazie
alla connivenza del sindaco
Porzio, dell’assessore Pesce
e del funzionario Fausto
Balzano. Il primo anno di
gestione c’è stato un bluff
di 2 milioni di euro. MENTRE il resto del Paese
lottava e soffriva per la crisi a
Ponza, una piccola isola desiderata
e perduta dentro una
voragine di denaro, succedevano
ancora le stesse nefandezze
che hanno fatto dell’Italia il
Paese peggiore che in Europa
conoscono e che ha lasciato
indietro il resto, il Paese migliore.
Ruoli
Qui una cricchetta
ardita e organizzata
faceva in modo
che l’impresa
De Vizia spa lucrasse
sul servizio
dei rifiuti urbani.
In questo modo: il
privato certificava
di aver eseguito la
raccolta ordinaria
e differenziata dei
rifiuti, di aver pagato
gli operai, di
avere mezzi adeguati,
di aver
spazzato le strade
e svuotato i cassonetti.
Il Comune
di Ponza, pur sapendo
che non era
vero, pagava. Il
gruppo era formato
da quindici persone,
ma sette
avevano un ruolo
cardine e cioè Rosario
Pompeo
Porzio, sindaco
dell’epoca cui si
riferiscono i fatti
contestati, Mario
Pesce, assessore
a l l ’ a m b i e n t e
d el l’epoca, Fausto
Balzano, responsabile
del
servizio finanziario
dell’ente, Vincenzo
De Vizia,
accusato, tra le altre
cose, di aver
prodotto «ad un
organo giudicante,
il Tribunale civile
di Latina, atti
non veritieri al fine
di ottenere
un’ingiusta locupletazione
in danno della pubblica
amministrazione, ossia il
Comune di Ponza, contro cui
aveva ricorso in giudizio». E
poi c’erano il figlio di Vincenzo
De Vizia, Nicola, che regolava
l’esecuzione dell’appalto
dei rifiuti, Antonio Avellino,
responsabile del cantiere di
Ponza e «parte attiva nell’orga -
nizzazione degli incontri e degli
affari .
«Istruzioni»
Ed era proprio lui, Antonio
Avellino, che «concretizzava
materialmente, attraverso dipendenti
operanti nel cantiere
di Ponza, le precise e puntuali
istruzioni sull’attività delittuosa
da compiersi, impartite dai
vertici aziendali, in particolare
da Antonio Baris, ossia il responsabile
De Vizia per la provincia
di Latina».
In concreto gli uomini della
De Vizia omettevano di compiere
alcune attività stabilite
dal capitolato d’appalto e ciò
permetteva loro di «ottenere,
mediante la presentazione
all’ente di sleale e ingannevole
documentazione contabile attestante
l’avvenuta regolare
esecuzione del servizio appaltato,
sistematiche liquidazioni
di spesa per i periodi da marzo
del 2009 ad agosto del 2011,
pari ad un importo di 3,4 milioni
di euro di cui solo 2,3 milioni
circa riconducibili alla mancata
esecuzione della raccolta
differenziata » .
Un vecchio andazzo
Questa storia della raccolta
differenziata finta a Ponza è
andata avanti per molto tempo,
si può dire che non è stata mai
attuata correttamente, anzi non
lo è stata affatto. Nei periodi
compresi tra novembre 2008 e
maggio 2010 e tra febbraio e
novembre 2011 i sette principali
indagati in concorso tra
loro hanno attestato in maniera
fraudolenta l’avvenuta esecuzione
del servizio e in particolare
quello della raccolta differenziata
dei rifiuti solidi urbani
e degli altri servizi «benché gli
stessi non fossero stati eseguiti
così come contemplato originariamente
dal contratto». Tale
comportamento ha permesso
alla De Vizia Trasfer di ottenere
«illeciti liquidazioni per 2,4
milioni di euro di cui 1,6 milioni
derivanti dalla mancata esecuzione,
come da contratto,
della raccolta differenziata».
Connivenze
Per arrivare a questo risultato
è stata determinante la, chiamiamola
così, collaborazione
di politici e dipendenti che hanno
sottoscritto gli atti di liquidazione
delle somme pur essendo
consapevoli della manc
a t a e s e c u z i o n e d e l l e
prestazioni pagate.
Le frasi del gip
Ciò che è successo a Ponza
negli ultimi quattro anni a proposito
di rifiuti viene spiegato
in modo dettagliato dal gip Mara
Mattioli nell’ordinanza di
custodia cautelare che ha portato
ai quattro arresti e al sequestro
preventivo di beni per 3,5
milioni di euro. L’input all’in -
dagine arriva nel 2010 con un
esposto del comitato «Ponza
dei valori», all’interno del quale
veniva descritta la irregolare
gestione della raccolta dei rifiuti
sull’isola «fin dall’inizio
dell’esecuzione del contratto».
Dall’indagine è emerso che
non solo c’erano forti «criticità
in ordine alla procedura di aggiudicazione
dell’appalto in favore
della De Vizia Trasfer
spa», quanto ai tempi e alle
modalità di affidamento, ma si
evince in maniera chiara che ci
sono state inadempienze della
società nella esecuzione. Ciò
nonostante tutto è stato regolarmente
pagato e alla fine è derivato
un «notevole danno
all’amministrazione comunale
atteso che le condizioni reali
della fornitura hanno generato
un indebito arricchimento
dell’appaltatore».
Graziella Di Mambro  http://latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/39effe34337b7630e893f3cc08ad7c10

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