martedì 28 maggio 2013

il capitalismo buono pianta gli alberi Clayton Christensen

CLAYTON CHRISTENSEN Il capitalismo buono ovvero il segreto di piantare alberi prima che serva l’o m b ra di Salvatore Cannavò Clayton Christensen insegna alla Harvard Business School, è un consulente di impresa tra i più quotati degli Stati Uniti e quando si è ritrovato a curare un difficile cancro ha avuto l’idea di scrivere questo libro. A quel punto della sua vita, Christensen aveva accumulato molte competenze sulla vita delle aziende Usa, veniva chiamato in consulenze per risolvere problemi importanti o per illustrare la sua teoria sull’“ innovazione dirompente”. Il cancro e l’abitudine di chiudere l’anno universitario con una lezione sulle vere motivazioni della vita e sui fattori di felicità lo convinsero di poter coniugare le teorie sulle società e sulle tecniche manageriali con la vita privata, il rapporto con i figli o quello di coppia. Ne viene fuori un mix tra manuale filosofico e manageriale che non indica buone pratiche di vita quotidiana, ma le incastona in teorie economiche. Christensen cattura l’attenzio - ne citando aneddoti storici sulle aziende degli Stati Uniti. Come l’Honda, ad esempio, sia riuscita a “conquistare l’Ame - rica... per caso” un racconto che aiuta a capire le strategie, “intenzionali o inattese” per la propria carriera. Oppure come il segreto del successo dell’I ke a possa illuminare il rapporto di coppia. Soprattutto, su un piano ancora più generale della teoria, si spiega la differenza tra “capitale buono” e “capitale c a t t i vo”. Una distinzione che Christensen traduce in una efficace traduzione logica: non bisogna piantare alberi quando serve l’ombra. Occorre farlo prima. Un precetto reimpiegato nell’importanza che si decide di dedicare ai figli. Il legame tra i due elementi è dato da una profonda convinzione dell’autore: “Se vuoi aiutare gli altri, allora scegli di fare il manager. Se svolta bene si tratta di una delle professioni più nobili”. E così, magari, dallo studio su come sviluppare la vendita di frappè ne può venire fuori l’idea giusta per dialogare con il coniuge la sera tornando a casa. Un libro sul capitalismo “b u o n o”, da perfetto “stile a m e r i c a n o”. Che probabilmente non esiste, ma che è divertente leggere. Il fatto quotidiano 29 maggio 2013

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