domenica 2 dicembre 2012
Clini fa il bucato a Taranto con l'Ilva risanata e la cittadinanza onoraria di Latina
Dopo la passerella di ieri a Latina per la consegna dell'onoreficenza che non abbiamo capito se (la passerella) serviva a un sindaco in netta difficoltà amministrativa (udc che se ne va avendo fiutato l'aria della sconfitta) o a un ministro in ancora maggiori difficoltà. Clini dopo essere stato ripetutamente smentito dai fatti (purtroppo) e dal suo collega ministro alla salute, dopo le contestazioni da ogni dove per aver difeso l'Ilva con la produzione mortale da riprendere ad ogni costo anche a quello di andare contro la magistratura come nei migliori regimi fascisti, ammette in parte l'evidenza. Poteva risparmiare denunce a chi (Bonelli verdi) ha diffuso i dati noti a tutti del ministero della salute. Poteva svolgere il suo incarico in favore del risanamento dell'ambiente. Poteva andare negli ospedali, informarsi dai medici di base, chiedere alle mamme. Dalle immagini delle Tv private che hanno ripreso la passerella piena solo di notabili della destra, con le Istituzioni precettate in prima fila, vescovo compreso, dalle parole del ministro solo banalità che non significano nulla. Dalle cronache dei giornali finalmente qualche speranza dall'intervento di Clini (che però a livello regionale, vedi Malagrotta non è servito a nulla): «bisogna favorire che la spontaneità della natura si riprenda parte del territorio occupato nel corso degli anni, anche da insediamenti che hanno avuto un loro ruolo e che ora non servono più»il Lazio è in ritardo sugli obiettivi nazionali di raccolta differenziata: è ancora troppo vincolato alle discariche. Per questo, nelle prossime settimane, ci saranno provvedimenti ad hoc per la Regione, per favorire la raccolta differenziata» (Il Messaggero 2 dicembre 2012). Speriamo che dopo il brindisi sia rimasta la lucidità agli amministratori di questa provincia martoriata da nucleare, inquinamento, arsenico, tumori e malattie, ecomafie e imbroglioni e si passi alla difesa del territorio cominciando dal risanamento della discarica, la bonifica delle falde e dell'aria, la chiusura della discarica con il conferimento della frazione residuale del tal quale e la raccolta differenziata che non ci faccia vergognare ferma al 24% provinciale. Sempre peggio nelle classifiche della vivibilità coordinamento provinciale di Latina verdi ecologisti e civici
Clini, ministro Ambiente
“Tra sei mesi Taranto
potrà stendere i panni”SI SONO
ARRESI
Ho spiegato
a Ferrante che se
il loro obiettivo
era chiudere non
avrebbero trovato
una sponda
nel mio dicasterodi Giorgio Meletti
Ministro Clini,
l'estate scorsa ha
detto che non
farebbe vivere al
quartiere Tamburi di Taranto
un suo nipotino. Adesso, dopo
il decreto che non è salva-Ilva
ma salva-tutto, deve dire
quando manderebbe il nipotino
a Taranto.
Conto di vedere i primi risultati
in sei mesi. Ma stavolta
niente battute. Il piano di risanamento,
che adesso è legge,
porterà il primo miglioramento
quando le famiglie del Tamburi
potranno stendere i panni
senza vederli anneriti dalle
polveri del parco minerario,
appunto, credo, in primavera.
Entro il 2014 ci sarà aria pulita?
Per quanto riguarda l’Ilva sì.
Però non dimentichi che a Taranto
c'è anche altro.
Adesso ci viene detto che produrre
acciaio in modo pulito è
possibile, ma finora il governo
non ci credeva.
Io ci ho sempre creduto. È l’Ilva
che ha cambiato idea.
Per mesi ha sostenuto che i costi
per risanare l’av re b b e ro
messa fuori mercato.
Il presidente Bruno Ferrante
ha capito che la famiglia Riva,
senza cambiare atteggiamento,
avrebbe perso l’azienda.
Co m ’è andata?
Noi abbiamo approvato l'Autorizzazione
integrata ambientale,
con le prescrizioni per ridurre
l’inquinamento. A quel
punto l’azienda doveva presentarci
un piano di interventi
conseguente. Quando l’ha fatto,
ho chiamato Ferrante e gli
ho chiesto: cos’è questa roba?
Che cos’era quella roba?
Pensavano di cavarsela seguendo
i normali ritmi della
manutenzione. Gli ho detto
che non gli stavamo chiedendo
manutenzione ma trasformazione.
E che, se il loro obiettivo
era chiudere, non avrebbero
trovato una sponda nel ministero
dell'Ambiente.
Ha detto a Ferrante che, se
pensavano di chiudere, lo Stato
si sarebbe ripreso l’a cc i a i e r i a?
Più o meno. In pochi giorni ci è
arrivato un piano adeguato.
Con interventi stimabili in tre
miliardi di euro in tre anni.
Se i Riva si accollano un costo
finanziario di 5-600 milioni all’anno,
o pensano di rifare i furbi,
o ammettono che l’acciaio è
molto più redditizio di quanto
non appaia dai loro bilanci.
Non ho mai pensato che la siderurgia
non fosse redditizia,
per questo ho sempre insistito
sugli investimenti.
I Riva si sono arresi. Ma anche
voi avete cambiato atteggiamento.
Fino a pochi giorni fa ve
la prendevate solo con i magistrati,
e siete sembrati accondiscendenti
con l’azienda.
Ma quando mai? Quando a fine
luglio c’è stato l'arresto di
Riva era già in corso da mesi un
braccio di ferro con l'Ilva. Prima
di Ferrante non c’era nessun
dialogo con l'azienda.
Scusi se insisto. Siete passati
dall’accusare la magistratura
di aver espropriato al
governo la politica industriale
a un decreto
che punta alla tempia
di Emilio Riva l’ar ticolo
43 della Costituzione,
con la minaccia
di nazionalizzazione.
Non è che non lo
voglio ammettere,
ma non abbiamo
cambiato
linea. Semplicemente
le
polemiche ci hanno spinto a
essere più chiari, non potevamo
lasciare il dubbio che facevamo
un decreto per l’Ilva.
A chi è venuto in mente l'articolo
43?
È uscito dal Consiglio dei ministri.
Vede che le nostre lunghe
riunioni servono?
Quanto valgono gli impegni
dell’ex prefetto Ferrante, indagato
dalla procura di Taranto
per aver violato i divieti imposti
dai giudici a luglio?
Non entro nel merito delle accuse.
L’Aia è legge, e con il decreto,
se l’Ilva non rispetta le
scadenze, rischia da una multa
pari al 10 per cento del fatturato
alla nazionalizzazione.
L'estate scorsa questi toni risoluti li avevate solo per i magistrati,
li trattavate come pazzi
irresponsabili perché si erano
permessi di dire basta a Riva,
già stato condannato due volte
per l'inquinamento di Taranto.
Non li ho mai trattati come
pazzi. Io non ho cambiato opinione,
il sequestro non era una
decisione proporzionata per il
risanamento. E comunque a
me non interessano le discussioni
sui principi, vorrei discutere
nel merito.
Un decreto legge che sospende
la legge penale non è cosa
astra tta.
Senta, io sono il ministro dell'Ambiente,
e vorrei discutere
di una cosa sola: la nostra Aia è
efficace o no? Se qualcuno ha obiezioni
nel merito sono
pronto ad ascoltarlo. Sennò ripetiamo
l’errore di un anno
passato invano: da agosto
2011, approvazione della prima
Aia del ministro Prestigiacomo,
ad agosto 2012, si sono
viste tante carte bollate, con
l’Ilva che ha inondato il Tar di
ricorsi, vincendoli regolarmente,
e nessun risultato. Gli
avvocati hanno lavorato, gli ingegneri
sono rimasti con le
mani in mano.
E adesso arriva anche il garante.
Non è che ci sistemate qualche
politico trombato?
Sarà un professionista competente
e indipendente. Escludo
che sia un politico.
Twitte r@ giorg iomeletti Il fatto quotidiano 2 dicembre 2012
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