Saltata la compravendita del terreno. L'annuncio di LpRa, Ravenna Virtuosa e Clan-Destino
11 Dicembre 2012 | Cronaca | Ravenna |
“Il CTS, dopo aver pagato al Comune la prima rata del prezzo di
concessione del terreno, era inadempiente al pagamento delle successive,
scadute il 24 aprile del 2011 e del 2012 per un importo, compresi gli
interessi, di 250.980,28 euro, incorrendo così, automaticamente, ai
sensi dell’art. 18 del contratto di compravendita, nella risoluzione del
contratto stesso. Avendolo noi rilevato, anche pubblicamente
nell’assemblea pubblica a Filetto di ottobre, il 7 novembre scorso il
Comune di Ravenna si è finalmente deciso a rientrare in possesso del
terreno, imponendo al CTS di sgombrarlo entro 30 giorni dei materiali
ferrosi, tubi di grandi dimensione, alcune gru e altri mezzi di
movimento terra ivi depositati”. A renderlo noto sono il capogruppo di
LpRa Alvaro Ancisi e Roberta Babini e Cinzia Pasi delle associazioni
Ravenna Virtuosa /Clan-Destino.
“Mancava solo una firma per il rilascio dell’autorizzazione a costruire l’impianto – spiegano - quando tutto è saltato e il progetto del gassificatore di Roncalceci è finito nel cestino. Mancando la disponibilità del terreno - ha scritto la dirigente del servizio Ambiente della Provincia – sono venuti meno “i requisiti per poter rilasciare il titolo abilitativo alla costruzione ed esercizio dell’impianto”. CTS aveva già acquistato l’impianto, tuttora custodito in propri capannoni, da oltre due anni, certamente contando di potere partire di lì a poco. L’azienda e le amministrazioni pubbliche locali stavolta hanno sbagliato i conti, non considerando che, quando i cittadini e chi se ne fa carico mettono insieme le loro forze, qualche volta vincono anche la battaglia più impari, come Davide con Golia. Nel frattempo, è intervenuta la recessione economica, che ha messo in crisi anche il CTS, si sono ridotti e si ridurranno gli incentivi per queste opere finanziati dallo Stato con le bollette elettriche dei cittadini e le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. I milioni di euro necessari per realizzare l’ opera sono spariti. La resistenza è stata utile per salvare l’ambiente, la salute dei cittadini e le fondamenta dell’economia agricola locale. Comunque, non abbasseremo la guardia per scongiurare eventuali altri progetti altrettanto insostenibili”
“Mancava solo una firma per il rilascio dell’autorizzazione a costruire l’impianto – spiegano - quando tutto è saltato e il progetto del gassificatore di Roncalceci è finito nel cestino. Mancando la disponibilità del terreno - ha scritto la dirigente del servizio Ambiente della Provincia – sono venuti meno “i requisiti per poter rilasciare il titolo abilitativo alla costruzione ed esercizio dell’impianto”. CTS aveva già acquistato l’impianto, tuttora custodito in propri capannoni, da oltre due anni, certamente contando di potere partire di lì a poco. L’azienda e le amministrazioni pubbliche locali stavolta hanno sbagliato i conti, non considerando che, quando i cittadini e chi se ne fa carico mettono insieme le loro forze, qualche volta vincono anche la battaglia più impari, come Davide con Golia. Nel frattempo, è intervenuta la recessione economica, che ha messo in crisi anche il CTS, si sono ridotti e si ridurranno gli incentivi per queste opere finanziati dallo Stato con le bollette elettriche dei cittadini e le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. I milioni di euro necessari per realizzare l’ opera sono spariti. La resistenza è stata utile per salvare l’ambiente, la salute dei cittadini e le fondamenta dell’economia agricola locale. Comunque, non abbasseremo la guardia per scongiurare eventuali altri progetti altrettanto insostenibili”
L'iter. “Il 19 novembre 2010, la società CTS (Compagnia
Trasporti e Spedizioni) di Forlì presentò alla Provincia domanda per la
realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da
gassificazione di biomasse, da installare a Roncalceci, su un’area
artigianale del Comune di Ravenna pari a 11.500 metri quadrati" -
ricordano LpRa e le due associazioni. "Contro questa ipotesi si sono
sollevate in più assemblee e con raccolta di firme le popolazioni di
Roncalceci e delle frazioni limitrofe, mentre l’associazione Ravenna
Virtuosa /Clan-Destino e Lista per Ravenna, avvalendosi anche del
supporto del consigliere provinciale Gianfranco Spadoni, si sono
mobilitate congiuntamente, nel rispetto dei ruoli distinti e delle
reciproche autonomie, ingaggiando e portando avanti, a stretto contatto e
ininterrottamente con i cittadini, una battaglia serrata sotto il
profilo legale-amministrativo, motivata dalla serie seguente di ragioni
di interesse pubblico e sociale, a fronte di benefici irrilevanti per
l’occupazione: a) l’impianto necessiterebbe di 12.500 tonnellate l’anno
di scarti agricoli, pioppi, canna, sorgo da fibra, ecc., che non sono
reperibili in loco, e quindi non assicurerebbe la “filiera corta” che
deve caratterizzare questi impianti, col rischio che siano utilizzati
anche i rifiuti solidi urbani che la normativa include surrettiziamente
nelle biomasse; b) emetterebbe polveri e inquinanti dannosi per la
salute; c) danneggerebbe la qualità dell’agricoltura locale, ricca di
colture di pregio, biologiche e con marchi riconosciuti a livello
internazionale, contrastandone la commerciabilità; d) produrrebbe rumori
nocivi e cattivi odori, insostenibili particolarmente per le abitazioni
esistenti già a 150 metri; e) aumenterebbe con automezzi pesanti il
traffico veicolare su strade di campagna dove già la situazione
manutentiva è critica, con relativo incremento dell’inquinamento e dei
rischi per la sicurezza”.
“Ravenna Virtuosa/Clan-Destino e Lista per Ravenna hanno via via
presentato, tra il 2011 e il 2012, osservazioni, contestazioni e formali
diffide alle autorità interessate al rilascio dell’autorizzazione, in
particolare la Provincia e il Comune di Ravenna, tali da provocare
ripetuti supplementi d’istruttoria, sospensioni dei termini e reiterate,
secondo noi indebite, richieste e presentazioni di integrazione della
documentazione a carico del CTS. Cosicché solo il 30 settembre 2012 è
stato preannunciato l’ok definitivo. Le pezze apportate al progetto ci
sono parse, tuttavia, malamente giustificative delle irregolarità
compiute (in particolare sulla procedura di assegnazione al CTS della
concessione del terreno da parte del Comune) o che sarebbero state
compiute (con la violazione delle norme urbanistiche e con una
destinazione tutt’altro che convincente della produzione di energia
all’autoconsumo da parte dell’azienda, come argomentato dal consigliere
Ancisi), tanto che, unitamente ad altre “stranezze” nell’iter
procedurale, avrebbero ampiamente motivato un ricorso al TAR contro il
rilascio dell’autorizzazione”.
http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0031183-niente-centrale-roncalceci-vince-resistenza-civica
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