lunedì 17 dicembre 2012
Lazio Bondi taglia altri 900 posti letto nella sanità
Sanità Lazio, la scure dei 900 posti
in meno (aspettando il voto) IL PIANO BONDI
Il “ripianatore ” e il
deficit di 900 milioni
di euro. L’interve nto
potrebbe lasciare la
gestione al prossimo
governato re
di Luca De Carolis Il fatto quotidiano 18 dicembre 2012
Un piano durissimo, con il taglio di 900 posti
letto, reparti chiusi e ospedali declassati.
Ma che potrebbe restare sulla carta, per poi essere
girato al prossimo governatore: come un
progetto da cui ripartire, o come una bomba da
disinnescare. Un dubbio che pesa sul piano di
riorganizzazione degli ospedali del commissario
alla sanità del Lazio, Enrico Bondi, che ieri ha
incontrato i direttori generali delle Asl di Roma e
della regione.
NELLA RIUNIONE al ministero dell’Economia,
Bondi ha illustrato la sua “cura” per la sanità del
Lazio, gravata da “un deficit tendenziale di 900
milioni di euro per il 2013”, come spiegava una
nota. L’obiettivo è il raggiungimento del pareggio
di bilancio tra il 2014 e il 2015, “a condizione che
i piani operativi vengano approntati sin dai primi
mesi del 2013”. E allora, tagli: inferiori a quelli
paventati nelle scorse settimane (1800-1900 posti
letto), ma più che consistenti. Bondi vuole eliminare
circa 900 posti, e declassare diverse strutture.
A pagare il prezzo maggiore sarebbe l’ospe -
dale romano San Filippo Neri,
con un taglio di 120 posti letto
su 542 e la chiusura di cinque
reparti, tra cui due eccellenza
come cardiochirurgia e neurochirurgia.
Ieri pomeriggio i lavoratori
del San Filippo hanno
occupato i due reparti. “Chi
vuole chiuderli dovrà venire di
persona” ringhia il segretario
provinciale della Uil Flp, Paolo
Dominici. Mentre il dg facente
funzioni del San Filippo, Lorenzo
Sommella, spiega: “Nel piano
è stata confermata la disattivazione dell’ospe -
dale di Bracciano, che ha circa 30mila accessi all’anno
al pronto soccorso: quei pazienti fatalmente
si riverseranno su di noi, che siamo l’unico
ospedale pubblico a Roma Nord”.
IL CONTO è salatissimo anche per altri ospedali
romani, come il Cto, che da ospedale (specializzato
in ortopedia e riabilitazione) diventerebbe
Residenza sanitaria assistita, con 100-150 posti
letto. Nubi nere anche sul Sant’Eugenio, dove
verrebbero chiusi i reparti di oncologia e chirurgia
vascolare, e sul Santo Spirito, con decine
di posti tagliati tra urologia e ortopedia. Tagli
anche all’ospedale odontoiatrico Eastman e all’Oftalmico,
di cui pare scongiurata la chiusura.
E nelle province? In una nota, il governo promette
“il sostanziale mantenimento dei posti letto
ordinari degli ospedali di Viterbo e Rieti” e
l’aumento dei posti a Civitavecchia, Frascati, Latina,
Formia e Frosinone. Annunciata anche la
riconversione, nel 2013, di 2500 posti letto in
posti di “residenzialità e semiresidenzialità” per
anziani e disabili. Mercoledì, Bondi avrà un
nuovo incontro con i sindacati di categoria, che
annunciano battaglia “contro i
tagli lineari” e invocano l’inter -
vento del presidente della Repubblica,
Napolitano. Giovedì
ci sarà una fiaccolata di protesta
davanti al ministero dell’Economia.
Ma il tempo stringe.
Il 31 dicembre, il commissario
chiuderà il piano e terminerà il
suo mandato. Il governo dovrà
decidere se rendere operativi i
tagli o aspettare un nuovo governatore
regionale (elezioni a
febbraio) a cui girarlo.
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