_(Fonte articolo, clicca qui)
http://differenziati.com/2012/12/11/malagrotta-non-chiude-piu-verso-il-caos-lira-del-ministro/ È come una grande partita di Monopoli. I dadi li tirano regione e
Comune; i soldi ce li mettono i romani che però perdono sempre. É la
“storia infinita della monnezza”, un delirio collettivo che unisce
Polverini&Alemanno da più di un anno e mezzo. Dopo le sanzioni
dell’Ue, le visite delle commissioni, il fallimento di qualsiasi
soluzione per individuare una discarica, tra proteste e politici che
hanno riscoperto il piacere della prima linea coi cittadini dei
comitati, si torna dal punto di partenza: il tal quale, i rifiuti non
trattati tornano a Malagrotta, da dove cioè non se ne sono mai andati.
Su due politici (Polverini e Alemanno) che hanno seguito le orme dei
predecessori, lasciando tutto com’era, sta per cadere l’ira del ministro
Clini, pronto a commissariare tutto e tutti, pur di evitare il caos Ad
annunciare che con le nostre tasse, Imu compresa si pagheranno le
sanzioni dell’Unione Europea è stato il sindaco Alemanno. Meno di un
mese fa aveva annunciato che i rifiuti sarebbero andati all’estero,
presentando addirittura una gara europea accelerata per individuare il
partner affidabile. Ora il dietrofront: non si fa in tempo per il primo
giorno del 2013 e così Malagrotta dovrà rimanere aperta. Anche il
prefetto Giuseppe Sottile si ferma al palo: tra deduzioni e
controdeduzioni, la exit strategy di Monti dell’Ortaccio galleggia tra
le carte. E se pure l’autorizzazione integrata dovesse arrivare a ore,
prima di 4 mesi (pioggia permettendo) la trasformazione della grande
buca in “discarica controllata” non sarà completata. Ma perché il Comune
ha segnato il passo sul costosissimo trasferimento all’estero di 1200
tonnellate al giorno di rifiuti non trattati? Salvo “chiamare esercito”,
gli scienziati della macchina comunale si sono accorti che mettere in
viaggio “la monnezza” non è un’operazione così semplice. Il no di
Civitavecchia come punto di imbarco per le navi, la difficoltà di
stoccarli nei centri di Ama e Colari, ha evidenziato ciò che tutti
sapevano: in Campani c’è voluto l’esercito, a Roma in condizioni
ordinarie, il traffico di rifiuti sarebbe stato di difficilissima
gestione, quasi impossibile. A questo va aggiunto che il Comune, con la
complicità della Regione da sempre schierata in una battaglia contro il
consorzio che fa capo all’imprenditore Manlio Cerroni, ha saputo della
volontà del Colari di partecipare alla gara per il trasporto. Fallito il
piano di spostare il monopolio da un parte all’altra, Alemanno ora si
ritrova con la grana di Malagrotta aperta. Di questo dovrà rispondere
alle elezioni, non solo ai tanti comitati di zona ma anche al resto
della città alla quale consegna nient’altro che il sistema da sempre in
uso: tutto ciò che Ama non riesce a trattare finirà sempre nella
discarica più grande d’Europa. Insomma, quasi un anno e mezzo di
battaglie per tornare al punto di partenza. E dell’incapacità
istituzionale se ne era accorto da subito il ministro Clini, già
all’epoca del “patto per Roma”. Dopo sei mesi, ha preso una decisione:
sia Regione che Comune verranno commissariati e tutti gli atti relativi
alla gestione del ciclo, dalle autorizzazioni per gli impianti, sino
alle strategie per evitare di pagare un solo giorno in più di sanzioni
per Malagrotta, passerà per i commissari. Sindaco e presidente della
Regione hanno fallito. Ora si fa sul serio.
Nessun commento:
Posta un commento