giovedì 13 dicembre 2012
acqua a Latina i padoni di tutto no dissaltori Ponza e Ventotene
Intrecci di società, azionisti e amministratori dietro lo scandalo delle navi cisterna
Acqua, i padroni di tutto
Chi non vuole i dissalatori di Ponza e Ventotene. Veolia ci guadagna
C’ERA un anello mancante
nello strano caso della mancata
costruzione dei dissalatori sulle
isole di Ponza e Ventotene, dove
l’acqua potabile continua ad
arrivare su navi cisterna. I due
impianti dovevano essere completati
entro il 2006, sono passati
invano altri 6 anni e oltre 6
milioni di euro spesi ogni anno
per pagare i trasportatori (Vetor)
e Acqua Campania. Chi
non li ha voluti costruire? Ufficialmente
il ritardo è dovuto ai
Comuni di Ponza e Ventotene.
Ma in realtà c’è chi ha interesse
a ritardare: Veolia, il socio di
minoranza di Acqualatina.
C’erano una volta due progetti
utili entrati, tra gli altri, nel piano
di investimenti di Acqualatina e
che dovevano essere realizzati
con la collaborazione finanziaria
della Regione Lazio. Sono i dissalatori
di Ponza e Ventotene, mai
costruiti; per un certo periodo il
loro costo è stato anche ammortizzato
sulle bollette
dell’ac qu a
ma poi il ricavato
è stato spostato
su altre voci
sempre di investimento.
Nessuno
si è ancora
spiegato, fino ad
oggi, perché non
si riesca a costruire
sulle isole
due impianti del
costo di 9 milioni
di euro e nel
frattempo l’a cqua
arrivi su navi
cisterna pagate
dalla Regione
Lazio oltre 6 milioni
di euro
l’anno. Acqua
che peraltro viene
fornita gratuitamente
dal Comune di Cassino
su convenzione della Regione
Lazio con la società Acqua Campania,
la quale la vende alla Regione
Lazio medesima dopo
averla portata a Napoli tramite
l’acquedotto della Campania Occidentale
pagato dalla Cassa per il
Mezzogiorno. Acqua Campania
mette nelle sue casse milioni di
euro solo per fare da passacarte,
posto che la rete è stata pagata
dallo Stato. Il caso e il data base
delle Camere di Commercio aggiungono
qualcosa a questa curiosa
storia. AcquaCampania è
partecipata per il 24% da Veolia,
il gruppo francese che è anche
socio di minoranza di Acqualatina,
la società che doveva costruire
insieme alla Regione Lazio e
all’Ato4 i dissalatori di Ponza. Se
partono i dissalatori AcquaCampania
non guadagnerà più i soldi
delle navicisterna. Il termine ultimo
per costruire i due dissalatori
era il 2006, dopo l’Ato4, presieduto
da Armando Cusani come
presidente della Provincia di Latina,
doveva caricare sul suo bilancio
l’onere degli impianti.
Dunque Acqualatina (e Veolia)
non rischiano nulla per i ritardi,
essendo l’Ato4 l’organo di controllo
pubblico del gestore delle
acque. Nello stesso periodo in cui
scadeva il termine ultimo per costruire
i dissalatori all’interno del
consiglio di amministrazione di
Acqualatina spa, per conto del
socio privato Veolia c’era Giansandro
Rossi, consigliere di amministrazione
anche di Acqua
Campania. A presiedere lo stesso
cda c’è Stefano Albani che è anche
amministratore delegato di
SiciliaAcque, altra società controllata
da Veolia indirettamente,
attraverso Idrosicilia. Sempre casualmente
succede che in Sicilia
si verifichi lo stesso «giro»
dell’acqua. La quale viene prelevata
a prezzo fisso dai pozzi sulla
base di una convenzione con la
Regione, ma poi la stessa Regione
Sicilia la ricompra dalla società
a prezzo maggiorato e questo
scherzetto è costato 50 milioni di
euro all’ente pubblico ma è valso
circa 45 milioni a quelli di Siciliaacque
e Veolia medesima. Che
comunque ha le mani su quasi
tutti gli acquedotti del sud, compreso
il 47% del pacchetto azionario
di Sorical (acquedotto della
Calabria) in cui
fino a poco tempo
fa l’ammini -
stratore delegato
era Raimondocostruire i dissalatori
sulle isole,
pur avendo detto
sempre che sono
utili e Acqualatina
li vuole, sapendo
che questi
danneggiano economicamente la
società che lo ha messo a fare l’ad
in Acqualatina e in Sorical? E’
una domanda difficile. Alla quale
sicuramente la Regione Lazio
non ha voluto rispondere e nemmeno
i Comuni e men che mai
l’Ato4 che si è tenuta le due isole
in queste condizioni senza arrabbiarsi
mai. E anzi proprio l’Ato4
ha appena festeggiato «dieci anni
di successi». Di chi?
Graziella Di Mambro http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90beec9/pag07latina.pdf
Besson, oggi ad
di Acqualatina
spa per conto del
socio privato
Veolia. Perché
Besson dovrebbe
incatenarsi per
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