Tassa comunale,
arriva la mazzata
di Capodanno
DOPO L’IMU A GENNAIO SI PAGHERÀ ANCORA
SULLA CASA: LA TARES. E SARÀ SALATA - ANCORA BALZELLI
Le nuove norme inserite
nella legge di Stabilità
Ci costerà un miliardo:
20% in più solo per
l’imposta ambientale
Per il commercio +293%. di Marco Palombi
Avete appena pagato il saldo Imu o state per farlo (l’ultimo
giorno utile è lunedì)? Nonostante l’incasso dovrebbe ammontare
a quasi tre miliardi più del previsto, non vi potete
rilassare: dal 1 gennaio e per tutto il mese dovete pagare “la
piccola Imu”, una nuova imposta comunale che debutta nel
2013, detta Tares, calcolata in base alla grandezza della casa (è
solo la prima rata, le altre ad aprile, luglio e ottobre) . E’ la
classica bomba ad orologeria: il governo Monti l’ha istituita con
la manovra del dicembre 2011, ma entra in vigore con l’anno
prossimo. Non c’è speranza di rinvii: alcune norme necessarie
per la sua applicazione sono state inserite ieri nella legge di
stabilità. Si può già dare per certo che sarà l’ennesimo aumento
di tasse, ma la faccenda va spiegata. La Tares (tariffa comunale
sui rifiuti e i servizi) è una creatura bifida: da un lato sostituisce
Tarsu e Tia, vale a dire le imposte sui rifiuti, dall’altro introduce
un ulteriore balzello per pagare i “servizi indivisibili comunali”
(illuminazione, anagrafe, verde pubblico, etc). Partiamo dall’immondizia:
per quei comuni che hanno istituito la Tia (la
tariffa ambientale) gli aumenti
dovrebbero essere
pesanti, ma non enormi.
Peccato che siano solo il
17% del totale: il resto
(6.700 su circa 9.000) ha la
vecchia Tarsu e per i cittadini
saranno mazzate. E’
previsto, infatti, che la nuova
Tares debba coprire l’in -
tero costo del servizio. Facciamo
un esempio. A Milano
raccolta e smaltimento
costano 271,5 milioni l’an -
no: nel 2011 il comune ha
raccolto con la Tarsu 209
milioni, saliti a 257 con gli aumenti di quest’anno. Risultato: nel
2013 Pisapia dovrà alzare l’imposta per trovare altri 14 milioni.
Nota bene: il resto dei comuni con la Tarsu sono messi mediamente
assai peggio di Milano. Finita? Macchè. Resta la parte
sui servizi. Per quella si pagherà di sicuro 30 centesimi per ogni
metro quadro calpestabile sull’80% di case, negozi e capannoni,
ma potranno essere 40 se il comune riterrà che gli servono altri
soldi. Sconti non ce ne saranno: quei soldi –un miliardo di euro
il gettito previsto – il governo li ha già messi a bilancio e verranno
automaticamente decurtati dai trasferimenti ai comuni
per il 2013. In sostanza i sindaci stanno facendo da gabelliere
per conto dello Stato. Nelle città, quasi tutte nel centronord, che
hanno già fatto i conti dicono che l’aumento medio per i comuni
con la Tia sarà del 20% circa (a Firenze si parla di oltre 30
euro in più ad utente), per gli altri parecchio di più. Confcommercio
ha calcolato che l’aggravio medio per gli esercizi commerciali
sarà invece pari al 293%. Nei comuni, peraltro, ora è caos organizzativo: tra Imu, tagli e Tares, troppe sono le novità
e le variabili per chiudere i bilanci di previsione entro fine mese
e così - grazie ad un altro emendamento arrivato ieri – ai sindaci
è stata concessa una proroga fino a giugno. Una buona notizia?
Per ora le rate saranno parametrate sulla vecchia tassa, la mazzata
arriverà tra luglio e ottobre. Il fatto quotidiano 15 dicembre 2012
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