giovedì 4 luglio 2013
Maenza e biogas: 5 sindaci migliaia di cittadini no a speculazioni e devastazioni del nostro territorio
Come era nelle previsione grande e sentita partecipazione all’assemblea
convocata dal sindaco di Maenza al ristorante Le farneta per affrontare
il tema che preoccupa particolarmente amministrazioni e cittadini:
l’abbuffata delle centrali a biogas senza controllo e programmazione.
Hanno risposto il sindaco di Pontinia, Eligio Tombolillo, Priverno
Angelo Delogu, Prossedi Franco Greco, Roccagorga Carla Amici,
soprattutto una delle aziende proponenti una delle 2 centrali (quella di
potenza inferiore che dovrebbe utilizzare solo deiezioni animali
provenienti da 3 allevamenti del comune di Maenza per circa 900 capi) e
una proprietaria di una delle aziende agricole, oltre a centinaia di
persone provenienti da Latina, Sezze, Roccagorga, Priverno e Pontinia.
Salutata con grande favore la proposta condivisa di fare un consiglio
comunale allargato a tutti i comuni (e relativi consiglieri) che hanno
raccolto la preoccupazione del Sindaco di Maenza Francesco Mastracci di
vedere il proprio territorio trasformato da fertile terreni agricoli in
campi energetici. Sotto accusa gli impianti a biomasse di poetnzialità
superiori all'autoproduzione e autoconsumo aziendale. Sembra che questo
consiglio si terrà (o sarà convocato) la prossima settimana e secondo il
parere unanime dei Sindaci conterrà una mozione di indirizzo a tutela
del territorio e di evitare del ripetersi di “leggi porcata”
(definizione di uno dei sindaci) che consente impianti incompatibili con
il territorio con pochi o nulli strumenti a favore dei comuni. Il grido
di allarme forte e chiaro lanciato e condiviso da Mastracci, Amici,
Delogu, Greco, Tombolillo va rivolto alla Regione Lazio e al Parlamento
anche grazie a una pattuglia mai così numerosa di rappresentanti del
territorio pontino. Più volte citati sottosegretari, senatori, deputati,
consiglieri regionali dei vari schieramenti che pare siano sensibili al
grido di dolore del territorio. La valenza e l’importanza del
territorio, della qualità delle produzioni agricole non possono
periodicamente essere aggrediti dai campi fotovoltaici, da strutture e
impianti che rischiano di compromettere la qualità per chiare
speculazioni, secondo i sindaci, come questi tipi di impianti di poco al
di sotto del megawatt di potenza per agire in regime semplificato
consentito dal PAS. Il sindaco di Maenza ha evidenziato che dopo le
carenze documentali di uno dei progetti (ieri i relativi rappresentanti
non sono intervenuti) segnalati puntualmente il 23 maggio dal comitato
contrario al biogas per la tutela del territorio e della salute di
Farneta, e numerosi incontri e riunioni a livello provinciale, dopo
richieste, dello stesso sindaco alla Regione, ancora non arrivano
risposte ufficiali. Chiaro segno della complessità dell’argomento.
Numerosi e accalorati gli interventi dei cittadini fortemente
preoccupati del destino di Maenza per fermare impianti che si sono
rivelati molto pericolosi con incidenti quasi giornalieri in ogni parte
d’Italia, con scarsi controlli o con evidenti problemi di gestione, come
evidenziato anche da impianti definiti “modello” che invece con tali
carenze si rivelano poco affidabili. Non si comprende come nell’attuale
situazione che secondo il GSE c’è una capacità produttiva in Italia,
pari al doppio dei momenti di picco e di circa 3 volte nella media, con
numerosi impianti di centrali che vengono fermati, specialmente di
giorno e nel periodo estivo per la sovrapproduzione di energie naturali e
rinnovabili (quelle vere del fotovoltaico sui tetti) con l’apporto di
centrali inquinanti rischiano di bloccare il sistema. Senza contare che
se il biogas venisse messo in rete rappresenterebbe un ulteriore
problema per lo stoccaggio e la sicurezza considerato l’allarme recente
del ministero dello sviluppo economico per la presenza di gas in
quantità tale da rischiare ulteriori danni e incidenti. Senza contare
che la speculazione di queste centrali a biogas, insieme a quelle a
biomasse toglie gli incentivi alle energie rinnovabili vere (il
fotovoltaico sul tetto) continuando la triste storia dei CIP6 degli
inceneritori (rivelatosi cancerogeni come gli impianti a biomassa).
Quindi per i cittadini anche la beffa di pagare con la loro bolletta
impianti inutili e dannosi. Come dice il Ministro dell’ambiente Orlando
questo tipo di centrali, alcune di queste certo non tutte, rischiano di
nascondere smaltimenti illeciti di rifiuti. Senza dimenticare i
continui richiami della comunità europea contro centrali a biomasse e
biogas e i continui allarmi dei medici per la salute per i danni già
accertati. Riusciranno in vari sindaci e consigli comunali a trovare una
sintesi condivisa per tutelare il territorio e, come ha detto qualcuno,
incatenarsi e protestare a capo della loro popolazione? Intanto la
petizione dei cittadini di Maenza (circa 3 mila abitanti) è stata
firmata da circa mille persone (maggiorenni) praticamente oltre la metà
degli abitanti (e 2 assessori) è contro. E’ un segnale forte verso gli
imprenditori di scegliere altri territori sui quali speculare o
investire che dir si voglia.
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