martedì 16 luglio 2013
Italia stato di polizia senza diritti civili: dopo Alma può toccare ad ognuno di noi
di Ferruccio Sansa
Cinquanta agenti di polizia per
prelevare a forza una madre e
una bambina. E spedirle nelle
braccia di un dittatore. Un raid
compiuto sotto le insegne della
Repubblica.
Credevamo che il dissidente Mukhtar
Ablyzov fosse un criminale,
balbetta qualcuno. E con questo?
Non hanno nemmeno prelevato
lui (sarebbe stato comunque grave,
ma addirittura la moglie e la figlia.
Ora, poi, c’è la burla della revoca
dell’espulsione. Come dire:
se le avessero uccise, ci sarebbe il
permesso di resurrezione.
Leggi il racconto dell’odissea di
Alma Shalabayeva e della sua
bambina e ti interroghi sul ruolo
della polizia in una democrazia. É
un lavoro difficile. Richiede coraggio
perché rischi la vita, ma anche
senso di responsabilità perché hai
in mano quella degli altri. La polizia
ha diritto al massimo rispetto
per l’alto compito che svolge. Ma
deve rispondere del proprio operato.
Più degli altri, perché ha in
mano la nostra persona. Perché a
lei affidiamo un’altra parola grande:
legalità, la base di ogni convivenza.
Ma il nervo che questa vicenda
scopre è soprattutto un altro: la zona
d’ombra dove il potere politico
e quello di polizia si toccano. Lì sono
nati gli episodi più oscuri della
storia recente. A monte di tutto c’è
sempre il G8 di Genova. É vero,
dopo tanti anni sono arrivate le
condanne per una - piccola - parte
dei responsabili. Ma le sentenze -
per omertà e prescrizioni - hanno
lasciato indenni picchiatori e posti
di comando. Come se la mattanza
fosse avvenuta per improvvisa follia
di qualche dirigente. Possibile?
Genova è l’inizio, pensate alla notte
di Ruby in questura a Milano.
Alle inchieste napoletane sugli appalti
legati alla galassia Finmeccanica
che hanno toccato i vertici
della polizia. Troppi scandali che
hanno coinvolto il corpo cui affidiamo
la nostra sicurezza non sono
stati chiariti fino in fondo, nelle
responsabilità politiche e gerarchiche
oltre che penali. Da parte
dei vertici e dei governi - di centrodestra
o centrosinistra - non
pare esserci stata la volontà di farlo.
E intanto sul ponte di comando restano
gli uomini della stessa cordata,
cominciata con l’intramon -
tabile Gianni De Gennaro. Che
non è rimasto mai senza poltrona
e oggi è presidente proprio di Finmeccanica.
Ma quale asso nella
manica hanno da decenni questi
uomini? Perché centrodestra e
centrosinistra hanno di loro tanta
considerazione, o forse timore?
L’alternanza al potere è valore essenziale
per la politica. Ma forse
ancor di più per le forze di sicurezza.
E così anche il principio della
responsabilità, non solo penale.
Pretendiamo che sia accertato cosa
è accaduto ad Alma. Perché altrimenti
potrebbe toccare a chiunque.
A chi protesta nelle piazze, a
chi si oppone al Governo, a chi da
cronista ne racconta le ombre. Il fatto quotidiano 15 luglio 2013
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