mercoledì 10 luglio 2013

privatizzazioni 400 miliardi di bufale

di Carlo Stagnaro Il fatto quotidiano 10 luglio 2013 UN PIANO CHOC da 400 miliardi di euro contro il debito pubblico? Se fosse possibile ricavare una simile somma dalla vendita di proprietà in mani pubbliche e destinarla all'abbattimento dello stock di debito italiano, sarebbe senz’altro una buona notizia. Infatti, si otterrebbe il duplice obiettivo di tranquillizzare i mercati sulla solvibilità italiana e di ridurre la spesa corrente in misura corrispondente agli interessi passivi su tale entità (stimabile in 20 miliardi di euro all'anno, più di un punto di Pil). La proposta del Pdl, che era anche il perno del suo programma elettorale, merita pertanto attenzione e considerazione. A dispetto della sua apparente coerenza, però, non è del tutto convincente, e non solo a causa della stima assai ottimistica sul gettito ricavabile e sulla tempistica tutt'altro che chiara della sua attuazione. A suscitare dubbi non è neppure l'eccessiva confidenza con cui il piano guarda a fonti quali la valorizzazione delle concessioni e l'accordo con la Svizzera. Il limite vero della proposta è la sua stessa architettura. Il Pdl suggerisce infatti di trasferire (in qualche modo) gli asset dello Stato e degli enti locali a uno o più fondi, a loro volta controllati dal Tesoro. Essi potrebbero emettere obbligazioni, con le quali remunerare il governo e ridurre il debito, utilizzando gli asset pubblici a garanzia. Dal punto di vista sostanziale, questa non è una privatizzazione: è semplicemente un'operazione di natura contabile e statistica volta non a ridurre il debito, ma a “spostare” 400 miliardi di euro (o quel che sarà) dal debito pubblico italiano al debito di uno o più fondi comunque pubblici, ma formalmente di diritto privato. Questo può essere utile a far apparire una riduzione del debito ai fini delle statistiche Eurostat, ma è illusorio pensare che i mercati si lascino ingannare. Trasferire il debito da una tasca del settore pubblico a un’altra non è un modo per abbattere il debito: è finanza creativa. Come si dice a Genova, abbiamo già dato. Twitter@CarloStagnaro

Nessun commento:

Posta un commento