Presidente, attenzione
alla legge sui parchi di Maurizio Chierici Il fatto quotidiano 4 dicembre 2012
n NAPOLITANO aveva messo in guardia chi fa
scivolare nei decreti omnibus interessi lontani dal
provvedimento che la sua firma trasforma in legge.
Ma la furbizia non si arrende. Nella proposta
sull’ambiente (quasi approvato alla Camera) c’è
la trappola nascosta fra le tariffe dei servizi idrici,
immondizie che viaggiano o riciclaggio di materassi
dismessi: schiacciano la gestione dei parchi
nazionali nel “r i to cco” suggerito dall’o n o revo l e
Monica Faenzi, avvocato del Popolo della libertà.
Affida ogni decisione al presidente dell’ente, uomo
dei partiti al quale va un potere da fratello musulmano.
Non importa se bancario o barbiere: è
autorizzato a scegliere in solitudine il direttore
tecnico che dovrebbe essere ambientalista per
studi, ricerche, curriculum, vocazione. Allunga tre
nomi al ministro senza dover consultare nessuno,
ministro col quale magari condivide la tessera,
ministro che punta il dito sul più appariscente
scartando le due comparse messe lì per far numero
senza tener conto del comitato che vigila sui
destini di uno dei 23 parchi nazionali. Rimpicciolire
i direttori dei parchi in burocrati con competenze
impiegatizie è la proposta infilata all’ultimo
momento dall’onorevole Pdl, Monica Faenzi, sindaco
di Castiglione della Pescaia. Nell’e s t a te
2007 è diventata protagonista delle chiacchiere
da spiaggia per aver rimproverato il presidente del
Consiglio Prodi in vacanza da quelle parti: non le
aveva reso omaggio. Bisogna dire che l’o n o revo l e
Faenzi non ha inventato niente. Il Pdl prova da
sempre a imbavagliare chi fa respirare le foreste.
Gli ambientalisti avevano bloccato la proposta del
senatore Antonio D’Alì, grande famiglia di Trapani.
Nonno senatore savoiardo, latifondi e saline,
proprietario della prima banca siciliana sciolta
nella Comit. Anche lui avvocato con qualche
guaio: indagato per concorso esterno in associazione
mafiosa. L’ultimo padrino latitante – Mes -
sina Denaro – gli avrebbe dato una mano nel raccogliere
i voti.
n VINCE IL BUONSENSO, ma i riformatori non si
arrendono, ecco la nuova proposta, già approvata
al Senato, ultimi passi a Montecitorio. Prima firmataria
Manuela Lazzarin, diploma scuola interpreti
e traduttori, Bassano del Grappa: sindaco
della Lega e poi deputato. Relatore Alessandro
Bratti, il solo che conosca la materia: laurea in
Agraria, ricercatore universitario, deputato Pd.
Attenzione Bersani, dopo la vittoria dovrebbe dare
un’occhiata. Fino a ieri la legge prevedeva che la
scelta cadesse sull’elenco delle 150 persone scrutinate
dal ministero per specializzazione e percorso
professionale. Numero da raddoppiare o dimezzare,
non cancellare. Senza direttori che sanno
dove metter le mani, catastrofi in agguato: il
parco sconvolto delle Cinque Terre non ne aveva
uno. L’ordinamento che sta per arrivare toglie al
direttore del parco l’autorità che ha permesso di
contenere i piani regolatori dei comuni. Se i politici
si mettono d’accordo d’ora in avanti potranno appaltare
come vogliono. Non è una bella notizia.
mchierici2@ libero. it
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