lunedì 12 novembre 2012
Bari discarica al veleno d'accordo con la Regione, sequestrata
BARI, LA DISCARICA
AL VELENO E L’AC C O R D O
CON LA REGIONE
L’AREA A SUD DELLA CITTÀ SEQUESTRATA, INCHIESTA
PER GESTIONE ILLECITA. LEGAMBIENTE DENUNCIA:
CONTRATTO-BLUFF, LA DIFFERENZIATA NON AUMENTERÀ Il fatto quotidiano 13 novembre L’OPERAIO PUNITO
Domenico Lestingi era
dipendente della società
Lombardi cui appartiene
l’impianto: ha denunciato
le irregolarità,
è stato licenziato di Loredana di Cesare
Bari
Campagna di Conversano
e Mola, sud-est
di Bari. La strada è circondata
da oliveti, vigneti
e orti: è il segno della vocazione
secolare all’agricoltura.
È qui che troviamo la discarica
e l’impianto di Cdr (combustibile
da rifiuto) che raccoglie
l’immondizia di 21 comuni: è
stata sequestrata il 9 ottobre.
Vista di fronte, la discarica, somiglia
alla prua di una nave: il
terreno s’alza di oltre dieci metri.
“Per accogliere rifiuti –
spiega l’operaio Domenico Lestingi
– abbiamo dovuto alzare
il piano campagna intorno”. E
così vediamo affiorare solo
chiome d’ulivo: i tronchi sono
completamente interrati. Pochi
metri più in là c’è un vigneto:
dalla terra – sotto le viti –
germogliano buste di plastica,
scarti di cava, bottiglie. “Quan -
do la discarica autorizzata non
bastava più – continua Lestingi
– c’è chi ha iniziato a riempire i
campi intorno”. Intorno alla
discarica ufficiale ne sono cresciute
altre: abusive. “Qui sono
state piantate le viti - commenta
Antonella Berlen di Legambiente
– e quest’uva potrebbe
essere finita sulle nostre tavole”.
Lestingi e Berlen combattono
una battaglia per l’am -
biente e la salute. Ed è anche
merito loro se l’area è sotto sequestro.
La discarica appartiene
alla Lombardi Ecologia srl
che, in zona, ha il monopolio
esclusivo del trattamento rifiuti.
Ed è proprio Lestingi che ha
spinto la magistratura a intervenire:
ex dipendente della
Lombardi, ha rivelato le presunte
irregolarità sui lavori di
realizzazione della discarica,
dopo aver denunciato più volte
l'arrivo di camion con amianto
e rifiuti speciali. Dopo la denuncia
è stato licenziato. La
Procura di Bari ha aperto un fascicolo
contro Lombardi per
gestione illecita di rifiuti. Ma c’è
di più, secondo Lestingi l'impianto non è a norma: “Per proteggere
il fondo dalle infiltrazioni,
avremmo dovuto ricoprirlo
con un metro di argilla,
ma ne abbiamo posata per soli
20 centimetri". Con il rischio –
se la denuncia di Lestingi sarà
verificata – che il percolato potrebbe
infiltrarsi nella falda.
IL CICLO dei rifiuti, però, non è
affidato soltanto alla Lombardi:
la gestione appartiene a una Ati
(associazione temporanea
d’impresa) che comprende anche
la Cogeam (dei gruppi Marcegaglia
e Albanese). A maggio
Nichi Vendola, commissario
delegato per l’emergenza ambientale
in Puglia, sigla l’accor -
do con l’Ati: l’intesa stabilisce di
conferire nell’impianto, per 15
anni, un minimo di 470 tonnellate
al giorno. Grazie a questo
impegno, Lombardi e Cogeam
potranno recuperare i soldi investiti
nella costruzione dell’impianto:
25 milioni di euro. I
soldi pubblici investiti da Vendola,
però, se le accuse saranno
confermate, serviranno a risarcire
l’Ati per una discarica che
Lombardi ha costruito danneggiando
l’ambiente. Di certo c’è
che la campagna intorno all’im -
pianto è stata abusivamente
inondata di rifiuti. E Legambiente
pone una domanda: qual
è il destino – alla luce di questa
gestione – della raccolta differenziata?
Vendola aveva fissato
l’obiettivo al 55% nel 2011, ipotizzando
il 65 nel 2018, ma al
momento la Puglia è ferma a un
misero 17%. “E questo contratto
– dice Berlen – peggiora la
situazione: impedisce che la differenziata
decolli”. Per rispettare
l’accordo con l’Ati – 470 tonnellate
giornaliere (al prezzo di
125 euro l’una) per 21,5 milioni
di euro l’anno – ogni cittadino
dei 21 comuni coinvolti dovrebbe
raccogliere (in media)
1,2 chili di rifiuti al giorno. “Un
vincolo soffocante – continua
Legambiente – perché spinge
verso la produzione del rifiuto
indifferenziato. Se si conferissero
nel centro per la differenziata
– costruito 12 anni fa, al costo di
5 miliardi di lire, e inattivo – ol -
tre 50 tonnellate al giorno, i comuni
dovrebbero pagare somme
ulteriori. Se all’Ati non arrivano,
dai comuni, 470 tonnellate
al giorno, la Regione s’è impegnata
a consegnarle ugualmente,
acquistandole altrove a
prezzi superiori. È chiaro che
così la differenziata non potrà
mai progredire”. “Le proporzioni
descritte da Legambiente
non sono corrette – replica l’as -
sessore regionale all’Ambiente
Lorenzo Nicastro – perché la
discarica di Conversano riguarda
più di 21 comuni. Per la differenziata
abbiamo stanziato 38
milioni e commissariato i comuni
che non hanno presentato
progetti”.
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