lunedì 10 dicembre 2012
rifiuti e Casalesi: salvi il nord bonificato e uccidi il sud inquinato
LE BONIFICHE DEI CASALESI:
“S A LV I ” IL NORD, UCCIDI IL SUD
ACCUSE AL BOSS BIDOGNETTI: DIETRO AL MODELLO DI RIPRISTINO AMBIENTALE
DE L L’ACNA DI CENGIO LE 30 MILA TONNELLATE DI VELENI SVERSATI A GIUGLIANOdi Nello Trocchia
La bonifica dell'Acna
di Cengio, l'azienda
nazionale di coloranti
e affini in provincia
di Savona, è stata indicata
come modello positivo per
il resto d'Italia. Mentre a Cengio
è tornata la vita dopo anni di
inquinamento, le scorie di
quell'impianto industriale continueranno
a produrre morte a
quasi mille km di distanza. Per
la precisione a Giugliano, provincia
di Napoli, terza città
campana per numero di abitanti,
a causa del disastro ambientale
ordinato dalla camorra
e pezzi delle istituzioni. La
contaminazione dell'ecosistema
è prevista almeno fino al
2080 con il picco dell'avvelenamento
entro il 2064. Una carneficina,
già in atto. Il boss dei
Casalesi Francesco Bidognetti,
detto Cicciotto e mezzanotte,
rinchiuso al 41 bis, è stato raggiunto
da un'ordinanza di custodia
cautelare in carcere per
disastro ambientale e inquinamento
delle falde acquifere. Per
questi fatti è già in corso un processo
a carico del boss e sodali.
NELL'ORDINANZA, firmata
dal gip Anita Polito, vengono
quantificati i veleni provenienti
dall'Acna di Cengio: “ Almeno
30.600 tonnellate, tra il 1987 e
1991. Un caso lampante di traslazione
territoriale del disastro
ambientale”. Salvi Cengio e ammazzi
Giugliano.
L'inchiesta della Procura di Napoli,
pm Alessandro Milita,
procuratore aggiunto Federico
Cafiero de Raho, condotta dagli
uomini della Dia, guidati dal capocentro
Maurizio Vallone ricostruisce
la pianificazione della
mattanza ambientale, durata
un ventennio. All'inizio fu la società
Ecologia 89, controllata da
Bidognetti, con la quale il boss
realizzò il più devastante e lucroso
business: lo smaltimento
di rifiuti, prevalentemente prodotti
da industrie del nord e
smaltiti nelle discariche in Giugliano
gestite dall'avvocato Cipriano
Chianese, anche lui indagato.
Il monte rifiuti interrato
sfiora il milione di tonnellate.
Chianese, già ai domiciliari per
un'altra inchiesta, è dagli inquirenti
considerato l'inventore
dell'ecomafia in Campania. Un
passato in politica, sfiorò anche
MALITALIA
l'elezione alla Camera dei Deputati
nel 1994 con Forza Italia.
Era potente l'avvocato, rapporti
con uomini dei servizi segreti e
generali dell'Arma dei carabinieri.
Chianese realizzava discariche
senza alcuna tutela ambientale,
senza neanche prevedere la raccolta
del percolato, il liquido di
risulta degli invasi che, a contatto
con le falde acquifere, devasta
ogni cosa. Proprio quello
che è accaduto a Giugliano. Sono
58 mila le tonnellate di percolato
che hanno invaso il sottosuolo
con l'inquinamento di
una imponente falda acquifera.
“ Il danno ambientale è di eccezionale
gravità - si legge nell'ordinanza
– in quanto l'acqua
viene fortemente emunta in zona”.
Utilizzata per l'attività agricola,
industriale e per scopi alimentari.
Un disastro che coinvolge
un numero imprecisato di
persone visto che l'acqua è destinata
al consumo di diversi e
popolosi comuni.
ANCHE la bonifica viene definita
di 'eccezionale complessità',
“aggravante – si legge nell'ordinanza
- è inoltre il fatto che a
notevole profondità vi siano rifiuti
speciali pericolosi come
quelli di Acna dove manca del
tutto ogni tipo di protezione”.
Nell'inchiesta vengono coinvolti
controllati e controllori.
Oltre a trasportatori, anche tecnici
e funzionari che avrebbero
fornito autorizzazioni formali,
realizzato falsi controlli, consentendo
alle discariche di continuare
a ingoiare rifiuti per oltre
venti anni. Tra questi Giulio
Facchi, ex subcommissario di
governo, che avrebbe consentito,
tra il 2001 e 2004, l'ulteriore
sfruttamento dei siti di discarica
con autorizzazioni contro
legge. Cengio è un modello di
ripristino ambientale. A Giugliano,
invece, aspettano la bonifica
prima che arrivi l'ecatombe. Il fatto quotidiano 11 dicembre 2012
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