Doha, 8 dicembre
2012 - Un futuro incerto e pericoloso: è quanto attende il mondo dopo la
Chiusura della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima a Doha, che ha
salvato - conquista importante e non scontata della società civile -
l'involucro del Protocollo di Kyoto, senza fissare però tagli
misurabili alle emissioni globali, e spostando al 2014 una revisione
degli obiettivi. Ma, ricorda l'Osservatorio italiano su Clima e
Commercio Fairwatch, che ha seguito in Qatar la Conferenza come membro
osservatore, il 2015 viene indicato dalla comunità scientifica come il
punto di non ritorno. "Ormai è chiaro che Doha è stata la Conferenza dei
gap - spiega da Doha il presidente di Fairwatch Alberto Zoratti - Al
gap delle emissioni, che dimostra come alle promesse fatte nel corso
degli anni da buona parte dei Paesi industrializzati non corrisponda un
reale impegno di mitigazione, si è sommato un gap di realismo, visto che
ai disastri climatici a cui stiamo assistendo si risponde con i
tatticismi e le lentezze burocratiche, e di leadership, perché non
esiste nessun Governo oggi capace di essere all'altezza della sfida". Oltre
all'estensione del protocollo di Kyoto, una lotta strenua dei
rappresentanti della società civile e di alcuni Governi dei Paesi più
colpiti, ha portato ad ottenere, almeno sulla carta, il riconoscimento
del risarcimento per danni causati dai cambiamenti climatici e l'impegno
dei paesi industrializzati di stanziare per lo meno una somma pari alla
media di quanto sborsato in aiuti climatici negli ultimi 3 anni.
I risultati di
questa Conferenza però, continua Zoratti, "come la conferma di un
secondo periodo di Kyoto indebolito e comunque ancora da riempire di
contenuti ed un defatigante negoziato sul finanziamento al fondo verde,
che vede inadempienti i Paesi che fino ad oggi sono stati i principali
responsabili del disastro a cui assistiamo, dimostra che è necessario
ora più che mai alzare la voce come cittadini e società civile per una
vera transizione ecologica della società. La questione della giustizia
climatica e sociale non è più rimandabile, ogni secondo che passa ci
avvicina sempre più verso un punto di non ritorno".
-- ---------------------------------------------------Monica Di Sisto - Vice presidente[FairWatch] Commercio Equo, Sostenibilità, Comunicazione
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