Ancora una volta risultano incomprensibili le divisioni e
le opposizioni tra comune e provincia di Latina e tra tutti e due verso la
Regione Lazio sul tema della gestione dei rifiuti. Che nel caso in questione significa anche mancanza della tutela della salute,
inquinamento, perdite economiche e posti di lavoro. Anche la commissione
ambiente di martedì in provincia di Latina non ha sortito alcun effetto positivo.
Anzi sono stati confermati una volta di più i dubbi dei cittadini, delle
associazioni e dei verdi . I lavori per la ricerca dei fusti tossici nella
discarica di Borgo Montello, invaso essezero, sono fermi. Anzi non
sarebbero nemmeno state riempite le vasche degli scavi delle anomalie “A” e “B”
di conseguenza nemmeno le verifiche magnetotermiche per la conferma o l’esclusione
delle masse metalliche che forse rappresentano i fusti tossici. Anche se tutti
questi affermano che i fusti tossici potrebbero stare sotto decine di
metri di rifiuti. Oppure tritati. Anche gli amministratori, come l’assessore
provinciale all’ambiente, ormai visto il degrado, l’inquinamento, i processi in
corso paragonano la discarica di Borgo Montello all’ILVA, quindi impianto da
chiudere. Allo stesso modo visto che la comunità europea sta valutando l’apertura
della procedura di infrazione per la gestione dei rifiuti nella Regione Lazio.
Che è peggiore, secondo il ministero dell’ambiente, addirittura della Campania,
in quanto mancano gli impianti adeguati di trattamento. Chiediamo quindi che
anche a Latina si inizi a gestire il ciclo dei rifiuti nella legalità, pertanto
la discarica deve essere residuale. In pratica i rifiuti non trattati e non
differenziati, il tal quale, non devono arrivare in discarica se non tolto il
riciclo (almeno del 65% secondo legge) e tutti i rifiuti trattati. Va
sicuramente sottoscritta la richiesta dell’assessore provinciale all’ambiente
di chiusura della discarica per la corretta valutazione dei danni, dell’indagine
epidemiologica ai residenti, gli effetti sulle falde e sui corsi d’acqua. E’
evidente che è impensabile procedere all’ampliamento degli invasi oggi
improponibili. La Regione Lazio deve prendere una posizione, non può esimersi
dal difendere la salute pubblica, né dall’applicazione della normativa. Deve
quindi sospendere e riunire l’iter dei vari progetti che potrebbero gravare in
maniera esponenziale sull’ambiente e sui residenti. Inoltre la Regione Lazio
deve trasmettere gli oltre 800 mila euro finanziati dalla giunta Marrazzo al
comune di Latina per mettendo il completamento delle attività di scavo per la
ricerca dei fusti tossici, nella massima trasparenza. Il 20 settembre l’assessore comunale all’ambiente
Cirilli aveva promesso di continuare il tavolo della trasparenza sulla
discarica di Borgo Montello a tutti gli aspetti, non solo a quelli legati alla
ricerca dei fusti tossici. Chiediamo quindi che venga nuovamente convocata
questo tavolo della trasparenza dopo 2 mesi di assoluto silenzio. Intanto si avvicina la nuova udienza per il
processo di inquinamento delle falde nella discarica di Borgo Montello fissata
al 5 dicembre. Quando inizierà la bonifica del sito sarà sempre troppo tardi
mentre i cittadini ne subiscono gli effetti giornalieri.
Coordinamento
provinciale di Latina verdi ecologisti e civici
Nessun commento:
Posta un commento