venerdì 24 agosto 2012
Ilva i bambini giocano nei prati contaminati, si lamenta il parroco
Ilva, dove i bambini giocano nei prati contaminati
DON NINO BROSCI: “SONO ANNI CHE IL SINDACO PARLA DI BONIFICA, MA NON È STATO FATTO NULLA”
Il parroco:
“Non possiamo
tenere tutti
chiusi
in casa con
40 gradi
all’ombra”
di M. Luisa Mastrogiovanni Il Fatto quotidiano
Il camino 312 dell’Ilva è una
sentinella cupa sull’ex piazza
Masaccio, ora piazza Morti per
il lavoro. Lì, in pieno quartiere
Tamburi i bambini continuano a
giocare. Le “zone a verde” che i
bambini non potrebbero calpestare,
perché contaminati da pcb e
tallio, secondo l’ordinanza del 18
agosto firmata dal sindaco di Taranto
Ezio Stefàno, in realtà sono
fazzoletti di terra brulla. Ma è l’unico
spazio per giocare e non vi
r inunciano.
Nella parrocchia S. Francesco De
Geronimo, don Nino Borsci, direttore
della Caritas diocesana, controlla
con sguardo paterno che 26
scalmanati non si facciano male.
Sono le 20.30 e i due campetti da
calcetto a cinque e quello di calcetto
a tre sono tutti occupati.
Sembra che facciano apposta a cadere,
per cercare ristoro sull’erba
fresca: “La nostra erbetta è stata
appena sostituita, è sicura. Non
penso sia inquinata. E poi basta
una pioggia per lavare tutto”.
Quindi i bambini giocano, don Nino?
“E che cosa devono fare i bambini
se non giocare. Non possiamo
mica tenerli chiusi in casa con 40
gradi all’o m b ra ”. C’è un progetto
per la sostituzione della terra di
tutte le aree verdi, perché è inquinata.
Dunque non si può più calpestare.
“Qui i
bambini continueranno
a giocare.
E poi quanto ci
vuole a cambiare
un fazzoletto di
terra? Non c’è villa
Borghese qui.
La verità è che sono
anni che il sindaco
parla di questa
bonifica. Anche
io ho partecipato
a delle riunioni.
Ma non è
stato fatto nulla”.
Da quando è in piedi il progetto da
10 milioni per la bonifica delle
aree verdi di Tamburi, quella del
18 agosto è la seconda ordinanza,
fotocopia di quella di due anni fa.
Da allora i bambini non hanno mai
smesso di giocare tra la terra contaminata,
gli abitanti ad andare
avanti con le loro
abitudini. Un’o rd i -
nanza inapplicata.
Come quella recente.
La bonifica
di quell’area infatti,
a distanza di
due anni dall’av -
vio dell’iter del
progetto, è ancora
bloccata, perché
le competenze e i
pareri vengono
rimbalzati tra la
Regione e l’Istituto
superiore di sanità.
Pare che entro l’anno i lavori
dovrebbero essere sbloccati, ma
intanto anche l’ultima ordinanza è
inapplicata.
“Come si fa a dire ad un bambino:
‘leggi l’ordinanza e non andare a
g iocare”, dice Paola D’andria, presidente
della Lail di Taranto. “Non
serve l’ordinanza, continua, serve
eliminare la fonte d’inquinamento.
I bambini giocheranno, non
possono far altro”.
Giocano tra la polvere e la terra. E
tra pochi giorni suonerà la campanella
delle scuole.
Tutte hanno aree verdi all’inter no
e una, la scuola Gabelli, frequentata
da circa 250 bambini tra le materne
e le elementari, ha un intero
parco giochi. È praticamente impossibile
che i bambini, entrando
a scuola, non mettano piede nelle
aiuole del parco.
Ed è quello che accadrà, dice l’ex
presidente della circoscrizione
Tamburi Egidio Di Totaro, con tutti
gli altri istituti comprensivi. La
scuola Giambattista Vico, frequentata
da circa 800 bambini dai 2 agli
11 anni, il Deledda, con 250 alunni,
la scuola Ugo De Caroli, coi
suoi 600 piccoli allievi. Questa
scuole è circondata dalle collinette
artificiali che anni fa furono realizzate
come barriera naturale proprio
contro le polveri e i fumi dell’Ilva.
E ora si trova minacciata anche
da ciò che avrebbe dovuto
proteggerla. Su quelle collinette i
bambini ci giocano, lasciandosi rotolare
giù. “Dovremmo evacuare
Tamburi, dice di Totaro. Chi può
impedire ad un bambino di inseguire
la palla in un’aiuola? E poi:
dovremmo anche smetterla di coltivare
vasi sui terrazzi, perché anche
quella terra è contaminata”.
Gli abitanti di Tamburi passano in
rassegna le strade interessate dall’ordinanza.
Per loro, è impossibile
rispettarla: via Lisippo è un’a re a
adiacente al cimitero. Non si può
non passare da lì per andare a trovare
i defunti. Su via mar Piccolo
c’è una scarpata verde che degrada
verso la ferrovia Taranto-Brindisi.
I bambini lì giocano perché
c’è spazio e si sentono liberi. È un
terreno con una forte pendenza e
per questo si presta a mille monellerie.
Impossibile strapparli da
lì, quando non hanno altro spazio
se non la strada per giocare. In via
Manzoni poi ci sono 40 palazzine
circondate da aiuole e poi da via
Deledda a via Foscolo, fino a via
Verdi, Via Bonarroti e via Volta.
Questo è Tamburi, dove vivono
20mila abitanti che per l’o rd i n a n -
za di Stefàno non possono neanche
portare a passeggio il loro cane.
Per Biagio De Marzo, presidente di
Alta marea, “Sono interventi
estemporanei, senza un coordinamento
né una programmazione”.
Paola d’Andria usa un’iperbole:
“Per essere sicuri che la terra non
sia contaminata dovremmo cementificare
tutto”.
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