sabato 25 agosto 2012

Clini rivoluzione idrica, basta acquedotti colabrodo e aumento tariffe

Il ministro dell’Ambiente punta a fermare gli acquedotti colabrodo e l’aumento delle tariffe Clini prepara la rivoluzione idrica Al lavoro per il piano nazionale di gestione integrata dell’acqua UN dossier in cinque punti presentato al Consiglio dei Ministri, che rischia di cambiare davvero il volto della gestione del servizio idrico e degli investimenti in materia. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha inserito il tema all’interno del piano per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo del Governo è quello di vederci chiaro in materia di risorsa idrica, cercando di capire come mai, nonostante la mole di investimenti dichiarati e di finanziamenti (anche e soprattutto Europei) ottenuti dai vari ambiti ottimati disseminati sul territorio, la nostre rete idrica è tra le peggiori del mondo, mentre le tariffe sono tra le più alte. In questo senso, Clini intende rimettere mano alle regole, imponendo controlli più severi e soprattutto una sorveglianza speciale alle tariffe locali applicate dai vari gestori. Se a questa iniziativa del Governo aggiungiamo che proprio ieri Legambiente ha fatto sapere che, a Latina e provincia si perde nelle tubature ben il 62 per cento dell’acqua, si capisce bene come proprio in terra pontina le iniziative del Ministero potrebbero finalmente portare benefici. La terza peggiore provincia d’Italia in fatto di dispersione idrica, Latina appunto, ha come gestore del servizio la società Acqualatina. In dieci anni di gestione la situazione dell’acqua dispersa è leggermente migliorata, anche perché peggio era difficile. Ma i risultati sono decisamente scarsi in relazione agli investimenti programmati. Esatto, programmati. Perché quelli effettivamente portati a termine sono molti meno. Secondo il dossier preparato dal ministro Corrado Clini, la gestione delle risorse idriche è il settore in cui si sono accumulati i maggiori ritardi nell’adeguamento alle normative europee. Il ministro ritiene grave tutto ciò, in quanto «alle direttive che noi impieghiamo tanti anni per recepire, spesso si affiancano finanziamenti comunitari per gli interventi». Secondo il ministro il lavoro da fare è tanto. Entro dicembre il titolare dell’Ambiente si è impegnato a presentare al Consiglio dei ministri «Il Piano nazionale per la gestione integrata delle risorse idriche». Al suo interno troveranno spazio progetti finalizzati a superare le numerose difficoltà di questi anni: dalla riduzione dei c o n s u m i c o m p r e s a l ’e l i m i n azione degli sprechi negli acquedotti al coll e t t am e n t o e alla depurazione di un’i n fi n i t à di acque reflue, dalle misure per il riuso delle acque depurate negli usi agricoli e industriali, fino a un ribilanciamento tra i diversi usi. Infine, l’aspetto forse più importante: il ministero intende coordinare gli interventi di manutenzione delle reti idriche locali e interregionali nonché la fissazione di tariffe «adeguate ai costi di gestione». Sembra quasi una sorta di authority di controllo sui vari Ato. Nei prossimi mesi se ne capirà di più. Quel che è certo è che parecchi degli aspetti critici nella gestione della risorsa idrica in provincia di Latina sono al c e n t r o d e l dossier del ministro Corrado Clini. Del resto le critiche alla gestione non hanno mai raggiunto, in nessuna altra parte d’Italia i livelli che si registrano in provincia di Latina ormai da anni. E forse, a questo punto, qualche ragione da vendere, chi protesta, ce l’ha certamente. Tonj Ortoleva Latina Oggi 25 agosto 2012

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