Brindisi, polveri disperse dalla centrale Enel: la Provincia vuole 500 milioni
L'ente si costituirà parte civile nel processo a carico di 15 persone che si aprirà a dicembre e chiede un risarcimento per danni di immagine, ambientali, alla salute, alla perdita di chance per il territorio

La Provincia di Brindisi è solo una delle 38 parti offese inserite dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza nel decreto col quale il 31 luglio scorso ha citato direttamente a giudizio 15 persone. I fatti contestati nell’inchiesta, da poco conclusa, risalgono a un periodo compreso tra il 2000 e il 2011. Secondo l’accusa non sarebbero state attuate le azioni necessarie per scongiurare o ridurre la dispersione della polvere di carbone che avrebbe così provocato “danni, insudiciamento e imbrattamento delle colture”. Agli imputati, oltre al getto di cose pericolose, è contestato anche il reato di danneggiamento. Oltre alla Provincia sono parti offese anche il ministero dell’Ambiente, Federutenti di Bari e il Comune di Brindisi. Quest’ultimo però, non sarebbe nelle condizioni di costituirsi parte civile perché l’ex sindaco Domenico Mennitti nel febbraio 2010 ha stipulato un accordo transattivo con Enel.
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