lunedì 20 agosto 2012

Ilva il riesame "l'inquinamento fu una scelta voluta dall'azienda"


Ilva, il Riesame: “L’inquinamento fu una scelta voluta dall’azienda”

Il tribunale della Libertà parla di "alta potenzialità distruttiva dell’ambiente" e "pericolo per un numero indeterminato di persone". Un "disastro" eliminabile solo con "misure imponenti". Secondo i giudici i gruppi dirigenti “hanno continuato a produrre massicciamente nell'inosservanza delle norme di sicurezza". Ma precisano: "Lo spegnimento è solo un'opzione"

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Conferma su tutta la linea della decisione del gip di Taranto Patrizia Todisco e, quindi, nessuna possibilità di utilizzo degli impianti a cui sono stati posti i sigilli. La pronuncia dei magistrati non lascia molto spazio alla discussione. Secondo i giudici le modalità di gestione dell’Ilva sono state tali da produrre un “disastro doloso”, “azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell’ambiente (…), tale da provocare un effettivo pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone”. Un disastro “determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti”.
Un disastro ambientale doloso “ancora in atto” e che “potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d’intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all’eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi”. L’Ilva – secondo il tribunale del Riesame – deve, da un lato, eliminare “la fonte delle emissioni inquinanti (con la rimodulazione dei volumi di produzione e della forza occupazionale)”, dall’altro “provvedere al mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento”, solo dopo averla resa “compatibile” con ambiente e salute. Un intervento ineludibile e urgente, per i magistrati, nel quale è “opportuno e necessario” il coinvolgimento dei vertici aziendali “proprio per la complessità nella scelta e nell’adozione delle misure tecniche che portino al raggiungimento dello scopo cui il sequestro è rivolto”.
Il Tribunale del Riesame ha depositato stamani le motivazioni in base alle quali il 7 agosto ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva. Il provvedimento non è stato ancora notificato alle parti. Confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva senza concedere la facoltà d’uso, che peraltro – viene sottolineato – non era stato richiesto neppure dai legali del Siderurgico. Il Riesame dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare. Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici – viene riferito da fonti giudiziarie – non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura.

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