lunedì 31 dicembre 2012
Montello discarica perimetrata delibera consiglio comunale
Ristoro e compensazioni per le proprietà interessate da forti svalutazioni co
Discarica perimetrata
Approvata la delibera per la salvaguardia delle aree limitrofe
La delibera, già approvata dalla Giunta,
prevede la perimetrazione delle aree della
discarica e ristori per le popolazioni che
vivono a ridosso della discarica, nonché la
possibilità di usufruire, da parte di queste,
di forme di compensazione per le proprietà
che hanno subito una forte svalutazione.
La norma prevede, inoltre, l’obbligo di
realizzare una fascia di rispetto di almeno
cento metri di larghezza di alberi a medio
e alto fusto per qualunque progetto legato
al conferimento e lavorazione di rifiuti.
LE aree agricole vicine alla
discarica di Borgo Montello
saranno salvaguardate e i residenti
di quelle zone potranno
usufruire di una serie di compensazioni.
Lo ha stabilito ieri
mattina il Consiglio comunale
che, attraverso l’a p p r ova z i o n e
di una apposita delibera già
messa ai voti in Giunta, ha
previsto la perim
e t r a z i o n e
delle aree già
adibite a discarica
e la realizzazione
di diverse
tipologie
di ristoro per
coloro che vivono
a ridotto
del sito. La delibera
prevede
anche la possibilità
di usufruire
di forme
di compensazione
per le
proprietà che
hanno subìto
una forte svalutazione.
La
norma prevede,
inoltre, l’obbli -
go di realizzare
una fascia di rispetto
di almeno
cento metri
di larghezza di
alberi a medio e
alto fusto per
qualunque progetto
legato al
conferimento e
lavorazione di
rifiuti. La delibera
è stata
condivisa anche
dall’oppo -
sizione che, soprattutto
nel caso del Partito
Democratico, ha spesso sottolineato
in Consiglio l’esigenza
di aiutare le popolazioni dei
borghi vicini alla discarica.
Sono state anche proposte e
approvate all’unanimità tre diverse
mozioni che integrano la
delibera; una di queste, relativa
alle compensazioni per i residenti,
ha visto come primo
firmatario il consigliere Gianni
Chiarato. «Si tratta di una
mozione che arricchisce questa
importante delibera - ha
detto Chiarato - e va nella
direzione di fornire risposte
definitive e importanti ai residenti
».
Commento positivo anche
dell’assessore all’ambiente e
vicesindaco, Fabrizio Cirilli,
che nei mesi scorsi aveva spinto
affinché si trovasse il modo
di tutelare maggiormente quelle
aree.
«La delibera approvata in
Consiglio è molto importante -
ha dichiarato Cirilli -. Si tratta
di uno strumento urbanistico
che cerca di ridare dignità ad
un territorio sino ad oggi trascurato
ma è anche un atto
propedeutico a una variante
urbanistica che, nel rispetto
delle osservazioni recepite dal
territorio attraverso istruttoria
pubblica - ha concluso l’asses -
sore all’ambiente - intende
parzialmente ma legittimamente,
compensare il danno
subito dai residenti».
Secondo il consigliere comunale
Maurizio Patarini «la virtuosita
degli enti locali nella
riduzione delle emissioni consentirà
di ottenere un extra valore
economico derivante appunto
dalla compensazione
delle emissioni di gas climalteranti
». «Con una mia mozione
di cui sono stato proponente e
primo firmatario - ha detto Patarini
- ho voluto includere
l'intervento di piantumazione
all'interno del Piano D'azione
(PAES) previsto dal Patto dei
sindaci per la riduzione delle
emissioni di Co2 grazie appunto
all’assorbimento del
Gas climalterante da parte degli
alberi stessi. Un dispositivo
che ad oggi può sembrare irrilevante,
ma visto con la lungimiranza
può far recuperare risorse
economiche per l'ente
locale. E’ noto a tutti dei costi
che il governo centrale sostiene
dei costi, in virtu del protocollo
di Kyoto, sulle emissioni
di anidride carbonica, ritenuto
gas responsabile dei cambiamenti
climatici in atto. In un
prossimo futuro non lontano la
virtuosita degli enti locali nella
riduzione delle emissioni, che
passano anche attraverso la silvicultura
o piantumazione di
aree boschive, consentirà di
ottenere un extra valore economico
derivante appunto dalla
compensazione delle emissioni
di gas climalteranti tramite
l'emissione dei “c e r t i fi c a t i
bianchi”, titoli che possono essere
scambiati a fronte di corrispettivo
economico, questo
processo è già in atto - ha
concluso Patarini - e una visione
lungimirante ci consentirà
di essere pronti quando questo
meccanismo per recuperare risorse
diventerà prassi obbligata
per gli enti locali».
A. D. L. Il documento
è stato votato
favorevolmente
dall’opposizione
dopo un ampio
dibattito in aula
Si tratta
di un atto
propedeutico
a una variante
urbanistica http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90bedc3/pag04latina.pdf
Di Giorgi decisione paradossale rifiuti romani al Montello
Pretrattiamo per riuscire a chiudere i nostri siti
«Una decisione
paradossale»
Il sindaco Di Giorgi non ci sta: è ingiusto
IL Consiglio comunale non ha
fatto in tempo ad approvare la
delibera per la perimetrazione e
delimitazione della discarica di
Borgo Montello che, soltanto
qualche ora dopo, è arrivata la
dichiarazione del ministro
all’Ambiente Clini relativa alla
possibilità di portare i rifiuti di
Roma anche a
Latina per evitare
l’allarme immondizia
nella
Capitale. Se dovesse
verificarsi
ciò che ha anticipato
ieri mattina
Clini al quotidiano
nazionale La
Repubblica, non
solo non sarà servito
a nulla il lavoro
portato a
termine dal Consiglio
comunale
ma, soprattutto,
si rimetterà in
gioco il futuro di
una zona che soltanto
ieri aveva
ottenuto un primo
riconoscimento
legato alla
servitù per la
presenza della
discarica. Intanto
nel pomeriggio
di ieri è arrivata
la dichiarazione
del sindaco
di Latina, Giovanni Di Giorgi, che
ha chiesto un confronto diretto
con lo stesso ministro e con il
super commissario che sarà nominato
da Clini attraverso il decreto
che sarà emesso la prossima
settimana. «La questione rifiuti è
molto delicata e noi come amministrazione
la stiamo affrontando
con grande serietà ed impegno fin
dal primo giorno - ha detto il
sindaco Di Giorgi -. Stiamo facendo
grandi sforzi, anche economici,
per essere in regola con il
rispetto delle norme legate al conferimento
dei rifiuti in discarica.
Per questo, infatti, i nostri rifiuti
vengono pretrattati in un apposito
sito, la Rida di Aprilia, prima di
essere conferiti nella nostra discarica,
cosa che non fanno gli altri
comuni che conferiscono nel sito
di Borgo Montello. Credo sia paradossale,
allora, che si riversino
su Latina le colpe e i problemi di
chi, invece, non è in regola con il
conferimento e che non ha saputo
o voluto trovare soluzioni al tema
rifiuti, altrimenti passa il principio
che viene penalizzato chi, come
noi, cerca di essere in linea con
il rispetto delle leggi. Il percorso
che stiamo compiendo - ha commentato
ancora il primo cittadino
- è quello di pretrattare i nostri
rifiuti per arrivare a chiudere le
nostre discariche, non certo per
aprire le porte a chi invece non è in
regola. La stessa delibera approvata
ieri in Consiglio comunale va
nella direzione di delimitare
l’area della discarica, anche attraverso
successivi provvedimenti, e
tutelare i residenti della zona che
non possono continuare a subire
ulteriori disagi. Non vogliamo
sottrarci al principio di solidarietà
ma - ha concluso Giovanni Di
Giorgi - in ogni caso, ritengo che
il ministro e il super commissario,
prima di adottare qualsiasi provvedimento,
debbano confrontarsi
con noi, con la comunità locale».
Intanto si tratta di capire quali
degli elementi della delibera «anti
allargamento» della discarica di
Borgo Montello potranno essere
garantiti e quali invece dovranno
essere rivisti a seguito del decreto
che arriverà nei primi giorni del
nuovo anno.
A. D. L.http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90becca/pag05latina.pdf
Montello arrivano i rifiuti di Roma l'annuncio di Clini
La dichiarazione: «Dal 2 gennaio prendo io il controllo della situazione»
Montello per salvare Roma
L’annuncio del ministro Clini: decreto per smistare l’immondizia
I rifiuti della Capitale saranno smaltiti anche a Latina
Con il nuovo decreto, ministro
e «supercommissario» si occuperanno
dell’intero ciclo dei rifiuti regionale
«ORA non posso, ma dal 2
gennaio prendo io il controllo
della situazione. La
legge di stabilità mi dà la
possibilità di portare i rifiuti
di Roma anche a Viterbo e
a Latina e io renderò attuativo
questo principio con il
mio decreto». Il ministro
d el l ’Ambiente, Corrado
Clini, non usa mezzi termini
e, in un’intervista rilasciata
a La Repubblica,
preannuncia un apposito
decreto per evitare l’emer -
genza rifiuti a Roma. L’im -
mondizia della capitale sarà
dunque smaltita in tutta la
regione e Latina, con il sito
di Borgo Montello, non farà
eccezione. Secondo il Ministro
Clini infatti il progetto
per la realizzazione del
nuovo sito di Monti
dell’Ortaccio, così com’è,
potrebbe non servire più;
nel decreto che sarà pronto
entro la prossima settimana,
che servirà per istituire
la figura del nuovo supercommissario
(che avrà l’in -
carico di seguire il ciclo del
trattamento dei rifiuti prodotti
ogni giorno nella capitale)
sono previsti una serie
di provvedimenti che, nel
giro di poco tempo, dovrebbero
permettere il superamento
dell’emergenza e
non rendere più necessaria
la realizzazione di un bacino
delle dimensioni di quello
che doveva sorgere a
Monti dell’Ortaccio.
Il nuovo commissario
opererà in tutto l’ambito
regionale e
non più provinciale,
al
contrario di
quanto previsto
il piano
della Regione
Lazio: questo
significa dunque
che i rifiuti
di Roma
si potranno
portare altrove
all’interno
dei confini regionali.
Secondo il ministro
Clini soltanto il 55% circa
degli impianti di trattamento
meccanico biologico
viene attualmente sfruttato;
di conseguenza, non servirà
esportare i rifiuti della capitale
all’estero. Insomma,
mentre ieri mattina duecento
manifestanti hanno occupato
la Portuense e i comitati
dei residenti si sono
detti pronti a nuove proteste,
arriva un’altra notizia
che rischia di allarmare ulteriormente
i cittadini di
Latina, soprattutto quelli
delle zone vicine alla discarica
di Borgo Montello che,
soltanto nella giornata di
venerdì, a seguito delle decisioni
prese in Consiglio
comunale, avevano ottenuto
il riconoscimento di
sgravi e il ristoro per la
svalutazione di case e terreni
agricoli. Un riconoscimento
arrivato dopo anni di
servitù che ora, dopo l’an -
nuncio del ministro, rischia
di venire ridimensionato di
molto se si considera che la
delibera approvata due
giorni fa riguarda, in particolar
modo, la perimetrazione
del sito di Borgo
Montello proprio per evitare
ulteriori allargamenti
della discarica.
Alberto Dalla Libera http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90becca/pag04latina.pdf
No a Roma capitale del cemento contro sindaco Aledanno
Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio | 30/12/2012 | |||
1. La parola fine, dopo 25 anni di lotte, per il famigerato progetto di impianti di risalita e piste da sci di collegamento, attraverso Forcella Palantina, tra il lunare Pian Cavallo e la Foresta del Cansiglio che rischiava di essere irrimediabilmente mutilata. 2. Il blocco definitivo dei lavori per l'abusiva centrale idroelettrica in Val del Mis, nel pieno del Parco naz. delle Dolomiti Bellunesi, che avrebbe intubato il torrente del Mis (mandante la società di Chicco Testa...) 3. L'abbandono da parte di Italcementi del progetto di "revamping" cioè potenziamento del suo Cementificio di Monselice, nel Parco dei Colli Euganei. 4. La decisione del Commissario per la Tav Ve-Ts di abbandonare i progetti faraonici di nuovo tracciato e puntare tutto sulla riqualificazione della linea ferroviaria esistente, con il conseguente abbandono del projet financing da parte della Confindistria. 5. Il voto di giovedì 27.12, in consiglio regionale Veneto, che blocca il progetto di potenziamento e riapertura dell'inceneritore di Verona-Cà del Bue. (Grazie all'Ecoistituto del Veneto per queste ottime notizie) ______________________________ CALENDARIO APPUNTAMENTI: Per conoscere i prossimi eventi potete consultare il nostro calendario: http://www. |
"SALVIAMO IL PAESAGGIO - DIFENDIAMO I TERRITORI"
www.salviamoilpaesaggio.it
tutti in difesa di Borgo Montello no ai rifiuti romani
E adesso tutti si scoprono difensori dell’ambiente e del territorio da Latina si ricordano pure di Borgo Montello dopo che, come ama ripetere il vice sindaco e assessore all’ambiente Fabrizio Cirilli, le istituzioni hanno ignorato Borgo Montello per 15 anni. E spuntano comitati di cittadini, associazioni, consiglieri, politici, amministratori o aspiranti tali tutte cellule dormienti e silenti per decenni pronti al canto della cicala appena si accendono le luci della ribalta. Opposizione inesistente fuori e dentro il consiglio comunale o provinciale. Film già visti e non fanno più ridere. Tutti assenti sugli scavi e la conferenza pubblica del 20 settembre ignorandone gli importanti risvolti resi noti solo in quella occasione. Assenti pure all’istruttoria pubblica del 26 settembre sulla perimetrazione della discarica e la variante urbanistica dove potevano portare idee e contributi. Non si sono nemmeno lette le osservazioni e le proposte dei 13 cittadini tanto che negli ultimi consigli comunali, durante le pause, chiedevano ai numerosi cittadini di Montello presenti: “voi cosa chiedete e volete?”. Ecco nemmeno gli atti degli argomenti del consiglio comunale si sono letti e se l’hanno fatto non li hanno compresi. Il pd è tutto intento a spartirsi poltrone e incarichi perennemente in campagna elettorale e per sistemarsi la loro situazione personale per accorgersi di Montello e della discarica collezionando brutte figure nell’esigenza del titolo di giornale per apparire senza sapere quindi senza essere. Eppure di motivi per intervenire per fare il proprio dovere di cittadini (la raccolta differenziata, la sensibilizzazione), di amministratori (conoscere il territorio, studiarne i problemi, avanzare proposte), di associazioni, di comitati, di politici ce ne sono stati tanti. Adesso in tanti perché è l’argomento del giorno si tuffano sull'ampliamento e l'inquinamento della discarica o i rifiuti che arrivano da Roma, si annuncia la guerra istituzionale per l'arrivo dei rifiuti dalla provincia di Roma a Borgo Montello. Adesso una parte del pdl, sindaco in testa fanno le vergini violate. Eppure era previsto nel piano regionale dei rifiuti progettato dalla giunta Polverini con la destra, pdl e udc la stessa maggioranza del comune di Latina che non si è opposta certo al piano regionale. Questi immacolati hanno ospitato e premiato come cittadino onorario il ministro Clini che dalle sue parole, da mesi, era evidente quale sarebbe stata la soluzione finale. Ma nessuno dei prodi guerrieri, Di Giorgi ha dichiarato che si incatenerà davanti ai cancelli delle discariche, adesso vedrete quanti comitati farlocchi nasceranno. per esempio perchè il comune non si è costituito parte civile nella causa per inquinamento delle falde contro Ecoambiente? perchè dopo la dichiarazione del commissario regionale dell'ArpaLazio Carrubba a fronte del consistente inquinamento dell'area di Borgo Montello a causa della pessima conduzione delle discariche? Intanto giustamente si premia chi, secondo la base degli iscritti, non ha saputo vigilare sui festini e sulle ruberie alla Pisana che non è degno di essere candidato nuovamente alla Pisana ma al Parlamento sì... gli stessi soggetti (consiglieri regionali, amministratori provinciali e comunali) che non si sono accorti, per esempio, che il piano regionale dei rifiuti targati Polverini pdl, udc, destra, già conteneva la possibilità di portare in provincia di Latina, quindi al Montello, i rifiuti da fuori provincia, quindi da Roma capitale e dalla sua provincia degli amici Aledanno e Polverini. Anzi il piano è stato impugnato dalla Provincia di Latina non per tale ipotesi (quindi adesso cosa vuole l'assessore all'ambiente della provincia in quota all'udc che si straccia le vesti?) ma solo perchè non c'è abbastanza inquinamento tanto da volervi aggiungere i prodotti cancerogeni, le diossine, le nanoparticelle degli inceneritori. Dove erano questi immacolati, puri, senza macchia per il passato e il presente salvatori della patria quando non si sono accorti che le autorizzazioni per l'esercizio delle discariche sono scadute ad aprile e che quindi operano senza autorizzazione? e sopratutto perchè loro stessi non rispettano la normativa (europea, nazionale, regionale) a proposito del solo conferimento del tal quale in discarica rischiando pesanti multe dall'Ue? e a chi spettava se non a questi puri paladini pronti a legarsi ai cancelli per evitare l'ennesima voluta emergenza quando non hanno fatto in modo di rispettare la legge che impone il 65% della differenziata? è questo l'esempio che danno ai cittadini? è in questo modo che intendono opporsi ai "cattivi" romani commissari straordinari e al cittadino onorario (da loro nominato) Clini? e perchè non hanno sentito quando più volte Clini e commissari cantanti dicevano: 1. se non c'è capienza nelle discariche di Roma e provincia i rifiuti non possono essere portati fuori dall'Italia, 2. fuori regione per la normativa vigente la risposta non era altra che nel resto della Regione? e lo ripetono in tutti i modi da mesi anche mentre premiavano Clini... Perchè non portare nei vari consigli comunali la discussione sul piano regionale dei rifiuti e chiederne il referendum come hanno fatto altri comuni? e dove erano questi prodi quando nella regione dei festini, bagordi, shopping con scorta a Milano come a Roma contromano, sagre varie i soldi venivano spesi al ristorante anzichè pagare la ricerca dei fusti tossici che tutti danno per certi a Borgo Montello? Perchè i lavori di ricerca sono fermi? Perchè non chiedere una commissione di inchiesta su tutti i dubbi emersi dal tavolo della trasparenza del 20 settembre che confermava le domande legittime di cittadini, associazioni, verdi rimaste senza risposta? che cioè i fusti tossici ci sono e c'è forse dell'altro? E perchè aspettare l'ultimo giorno dell'anno per ricordarsi che gli impianti in provincia di Latina non sono sufficienti e che da mercoledì si rischia il blocco dei rifiuti?
domenica 30 dicembre 2012
discarica Borgo Montello ecco gli enti di controllo
e controllano e h se controllano
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sempre di più controllano e vedono tutto, attenti eh
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://puri.altervista.org/struzsabbia.jpg&imgrefurl=http://puri.altervista.org/Struzzi.htm&h=399&w=349&sz=24&tbnid=uWqJWEuJjHT2zM:&tbnh=90&tbnw=79&zoom=1&usg=__vhTcftOti446y6WeZRJ9UjDznG4=&docid=c2CJpMqIMfMAvM&hl=it&sa=X&ei=5jbhUIabMefi4QTkwIHIBg&ved=0CEMQ9QEwBA&dur=499
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sempre di più controllano e vedono tutto, attenti eh
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ecco l'opposizione che vigila sulla discarica di Borgo Montello
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discarica Borgo Montello continuano gli scavi alla ricerca dei fusti tossici
e per chi avesse poca memoria ecco la situazione degli scavi nella discarica alla ricerca di fusti tossici
http://digilander.libero.it/laboratorioeuropa/spagna/don.htm
http://digilander.libero.it/laboratorioeuropa/spagna/don.htm
discarica di Borgo Montello il fronte del no ai rifiuti romani
ecco i neo manifestanti anti discarica, associazioni, consiglieri comunali e i comitati che dopo 40 anni scoprono la discarica a Borgo Montello pronti a difendere il territorio e l'ambiente inquinato
http://www.google.it/imgres?imgurl=https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNae5VSveGKaNeposPRat__a7jGFcth9b4xM0cszbgBRIuwKW1QewVg9_f2zJO14lHBSNWwVq_hoDi8HydRY7vSG4KJhJKPW9w4CojowPh9tu462brY6HGHUtIFBt2eQH9hA7lkis84v0/s1600/Brancaleone.jpg&imgrefurl=http://economiaincrisi.blogspot.com/2010/05/larmata-brancaleone.html&h=500&w=500&sz=42&tbnid=durwUzPRg9k3sM:&tbnh=90&tbnw=90&zoom=1&usg=__u6wJpo_Xs5Bn4ZcsGNN2WY5c0Jw=&docid=Kry_CQAJ8aVlGM&hl=it&sa=X&ei=djPhUMKcNMnKtAaJ94BY&ved=0CD0Q9QEwAw&dur=570
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http://digilander.libero.it/laboratorioeuropa/spagna/don.htm
discarica Borgo Montello tra venditori di fumo e comitati farlocchi
dal quotidiano on line de la Provincia di Latina: mentre Moscardelli è soddisfatto è l'unico Pontino che sguazza nella crisi e a lui non interessano certo l'ampliamento e l'inquinamento della discarica o i rifiuti che arrivano da Roma, si annuncia la guerra istituzionale per l'arrivo dei rifiuti dalla provincia di Roma a Borgo Montello. Adesso una parte del pdl, sindaco in testa fanno le vergini violate. Eppure era previsto nel piano regionale dei rifiuti progettato dalla giunta Polverini con la destra, pdl e udc la stessa maggioranza del comune di Latina che non si è opposta certo al piano regionale. Questi immacolati hanno ospitato e premiato come cittadino onorario il ministro Clini che dalle sue parole, da mesi, era evidente quale sarebbe stata la soluzione finale. Ma nessuno dei prodi guerrieri, Di Giorgi ha dichiarato che si incatenerà davanti ai cancelli delle discariche, adesso vedrete quanti comitati farlocchi nasceranno. per esempio perchè il comune non si è costituito parte civile nella causa per inquinamento delle falde contro Ecoambiente? perchè dopo la dichiarazione del commissario regionale dell'ArpaLazio Carrubba a fronte del consistente inquinamento dell'area di Borgo Montello a causa della pessima conduzione delle discariche?
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/121231latina/index.html#/4/
Capodanno con i Cittadini
http://www.icittadini.it/wp/capodanno-con-i-cittadini/
Posted on 28 dicembre 2012 by admin
Un cenone diverso, all’insegna della solidarietà è quello organizzato per questo fine 2012 dall’ associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione. Nel corso della serata verranno illustrati a soci, amici e simpatizzanti i risultati raggiunti ed i progetti in cantiere sostenuti anche grazie all’impegno dei soci e delle numerose attività svolte che si concluderanno quest’anno proprio con la cena del 31 dicembre. L’appuntamento è presso la sede dell’associazione Cantoniera Belladonna via della Stazione Latina Scalo. Per maggiori informazioni e per partecipare è possibile contattare il numero: 3357417557
Parco Circeo Pantani d'Inferno ecco chi ha emesso l'avviso per la privatizzazione
L'avviso anomalo per la privatizzazione di 60 ha del Parco nazionale del Circeo (vedere http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/12/sabaudia-gestione-pantani-dinferno-nel.html) nella zona del comune di Sabaudia nota come Sant'Andrea - Pantani d'Inferno merita senz'altro approfondimenti. Oltre alle evidenti anomalie (vedere http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/12/richiesta-sospensione-e-chiarimenti.html) che hanno visto intervenire grazie alle nostre segnalazioni prima l'Ente parco del Circeo e poi il locale circolo di Legambiente, sostenendo le nostre tesi è importante capire come possa essere successo o poteva succedere senza il nostro intervento una privatizzazione così importante in una vasta zona a tutela integrale. A tale scopo abbiamo fatto qualche ricerca sull'unica firma su questo contestato avviso ed abbiamo scoperto che: Per i giudici è “inidoneo” a quell’incarico, ma lui continua a stare al suo posto, a percepire il suo lauto stipendio (155 mila euro all’anno) e – nonostante il delicato momento che attraversa l’ente da cui dipende – a reclutare nuovo personale. E’ la singolare storia del direttore del settore “Organizzazione, Personale, Demanio e Patrimonio” della Regione Lazio, Raffaele Marra. La cui nomina, fatta lo scorso anno – insieme a quella di un altro dirigente – direttamente dal governatore, Renata Polverini, era stata già dichiarata dal Tar illegittima. Non una, ma ben due volte: la prima (settembre 2011) perché il bando per “ricercare le nuove figure all’esterno aveva violato i principi di trasparenza, pubblicità e partecipazione nonché dell’obbligo di motivazione”. (vedere articolo completo su http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/12/lazio-il-dirigente-della-regione-per-il.html e anche su http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/17/lazio-dirigente-della-regione-per-tar-e-inidoneo-ma-valuta-curriculum/384418/). Rischiava di essere un altro aspetto tanto contestato della scandalosa gestione gestione regionale targata Polverini pdl destra e udc di cui sembra se ne scopra una al giorno...
Lazio, il dirigente della Regione per il Tar è inidoneo, ma resta e valuta i curriculum
Due pronunce dei giudici amministrativi hanno definito illegittima la nomina di Raffaele Marra da parte della presidente Polverini. Ma lui non solo continua a percepire lo stipendio, ma ha indetto anche un bando interno. Il Pd: "Lui per primo non avrebbe i requisiti che chiede"
di Gabriele Paglino | 17 ottobre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/17/lazio-dirigente-della-regione-per-tar-e-inidoneo-ma-valuta-curriculum/384418/
Per i giudici è “inidoneo” a quell’incarico, ma lui continua a stare al suo posto, a percepire il suo lauto stipendio (155 mila euro all’anno) e – nonostante il delicato momento che attraversa l’ente da cui dipende – a reclutare nuovo personale. E’ la singolare storia del direttore del settore “Organizzazione, Personale, Demanio e Patrimonio” della Regione Lazio, Raffaele Marra. La cui nomina, fatta lo scorso anno – insieme a quella di un altro dirigente – direttamente dal governatore, Renata Polverini, era stata già dichiarata dal Tar illegittima. Non una, ma ben due volte: la prima (settembre 2011) perché il bando per “ricercare le nuove figure all’esterno aveva violato i principi di trasparenza, pubblicità e partecipazione nonché dell’obbligo di motivazione”.
Il mese successivo, la sentenza era stata praticamente confermata dal Consiglio di Stato, che aveva respinto l’istanza di sospensione cautelare presentata dalla Regione. La Polverini però era andata dritta per la sua strada, mantenendo l’efficacia dell’incarico ricoperto dall’amico Marra e anche quello dell’altro suo fedelissimo (l’ex Ugl Giuliano Bologna, chiamato a coordinare l’Avvocatura regionale). Per la combattiva presidente, evidentemente, le professionalità degli interni non erano così idonee a ricoprire quei ruoli. Il Direr, l’associazione sindacale che riunisce i dirigenti e i quadri della Regione, aveva dunque impugnato (per la seconda volta) il provvedimento. “Il dott. Marra – riporta la memoria depositata dal Direr – è privo dei requisiti richiesti e, comunque, ha certamente meno requisiti di dirigenti interni”. Malgrado le sue quattro lauree, erano in quindici i dirigenti regionali che avevano requisiti migliori dell’ex ufficiale della Guardia di Finanza ed ex direttore del Dipartimento Casa del Comune di Roma. Nel brillantissimo curriculum di Marra infatti non era presente alcuna esperienza nella gestione delle risorse umane. Il Tribunale amministrativo perciò – sulla falsariga della sentenza precedente – non aveva potuto far altro che accogliere (nuovamente) il ricorso dell’associazione dei dirigenti e bocciare di conseguenza le nomine. Ancora una volta. “L’amministrazione regionale non ha correttamente operato – si legge nella sentenza, emessa il 25 giugno scorso – Appare condivisibile l’assunto della ricorrente secondo cui vi è stato sviamento di potere, posto che l’Amministrazione ha ritenuto di limitarsi ad accertare la piena vigenza degli stessi, dando ulteriore prova di preferire l’ingaggio di soggetti esterni per la copertura di posti importanti”.
Il presidente della Regione Lazio, però, ignorando anche la seconda sentenza, prima di dimettersi – proprio nell’ultima riunione di giunta –, ha deciso di rinnovare la fiducia a Marra, Bologna e ad altri sette dirigenti. Con la benedizione di Renata, il direttore del personale (del demanio e patrimonio) è rimasto perciò nel suo ufficio di via Rosa Raimondi Garibaldi – sede della Regione Lazio –, dove continua a lavorare alacremente per l’amministrazione. Come dimostra l’avviso, pubblicato pochi giorni fa sulla rete intranet della Regione Lazio e destinato ai dipendenti interni, riguardante la selezione di un nuovo direttore dell’Area “Coordinamento dei rapporti con la Società Sviluppo Lazio, Società controllate ed Enti Pubblici dipendenti”.
“I dirigenti regionali interessati all’incarico – si legge nella nota – in possesso dei requisiti indicati dovranno inviare al direttore della Direzione ‘Organizzazione, Personale e Demanio e Patrimonio‘ la loro candidatura”. Nulla quaestio, ovviamente, sulla regolarità del bando. “Anche se, visto il momento, per questioni di opportunità – commenta Enzo Foschi, consigliere del Pd della Regione Lazio – quello di nominare nuovi dirigenti, seppur interni, dovrebbe essere l’ultimo dei problemi. Ma è soprattutto paradossale, visto che a non possedere i requisiti – chiosa con sarcasmo Foschi – è per primo proprio colui che visionerà i curricula dei candidati: l’amico intimo della presidente Polverini, Raffaele Marra”. Sulla cui nomina però – e su quella del segretario generale della Giunta, Salvatore Ronghi e del capo ufficio gabinetto del presidente regionale, Giovanni Zoroddu – come ha confermato a Repubblica il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis - adesso indaga anche la magistratura contabile.
Il candidato Ingroia della lista arancione attacca pd e Grasso
IL CANDIDATO INGROIA: CI SONO
E ATTACCA SUBITO PD E GRASSO
L’ANNUNCIO UFFICIALE E IL SIMBOLO DI “RIVOLUZIONE CIVILE”
NOMI E ALLEANZE
Ci saranno i leader
dei partiti, ma non
nelle posizioni sicure
Apre la porta a Grillo
Il leader 5 Stelle:
“La richiuda”
di Enrico Fierro Il fatto quotidiano 30 dicembre 2012
Ci siamo”, la “Rivoluzione
civile” può iniziare.
Antonio Ingroia
si lancia nella
mischia politica a capo di un
listone civico nazionale senza
simboli dei partiti, con dentro
gli “arancioni” di Luigi de Magistris
(ma non quelli ispirati
dal sindaco di Milano Giuliano
Pisapia), quel che resta di
Italia dei valori, i comunisti di
Rifondazione e del Pdci, i Verdi
di Bonelli e le mille perplessità
di “Cambiare si può”, l'altro
movimento civico che fa
capo al sociologo Marco Revelli
e ai “professori”. “Ci siamo”,
esordisce il magistrato
palermitano, che subito stabilisce
un nesso e una continuità
tra la sua storia di pubblico ministero
antimafia allievo di
Paolo Borsellino e il nuovo impegno
in politica. “Quando ho
iniziato l’attività di pubblico
ministero non avrei mai creduto
di trovarmi qui per continuare
la battaglia per ricostruire
la verità sulle pagine
buie del nostro Paese”. Un passo
necessario, perché l'Italia
“non è un Paese normale”, qui
c’è una vera e propria “emergenza
democratica dovuta alla
prevalenza dei sistemi criminali
e alla totale inadeguatezza
della politica”. Ma a scatenare
polemiche e reazioni feroci sono
gli attacchi che Ingroia riserva
al Pd e alla candidatura
di Piero Grasso. Bersani e il
suo partito “hanno smarrito la
strada. Chi ha alle spalle storie
importanti come quella di
Enrico Berlinguer e Pio La
Torre, dovrebbe ricordarsi il
valore della questione morale”.
DURISSIMO il giudizio su Piero
Grasso, l’ormai ex numero
uno della Direzione nazionale
antimafia, scelto da Bersani come
futuro superministro della
Giustizia. “Grasso a maggio del
2012 voleva premiare il governo
Berlusconi per gli alti meriti
nella lotta alla mafia. Si tratta
dello stesso Procuratore nazionale
antimafia diventato tale
perché scelto da Berlusconi in
virtù di una legge che escludeva
Giancarlo Caselli, colpevole di
aver fatto i processi su mafia e
politica”. Ingroia risponde colpo
su colpo agli attacchi. Uno
stoccata la riserva a Luciano
Violante che in una intervista
al Cors era dice di apprezzare la
scelta di Grasso e critica i magistrati
“fiancheggiatori” di
partiti e movimenti politici.
“Violante apprezza Grasso, anche
Marcello Dell'Utri lo fa, c'è
questa consonanza che dovrebbe
far riflettere”.
MA CON CHI è disposto ad allearsi
il movimento di Ingroia?
Il magistrato si affanna a dire
che le porte sono aperte anche
al Pd, ripete gli apprezzamenti
rivolti nei giorni scorsi a Bersani
(“persona seria e credibile”),
ma poi lo attacca per il sostegno
al governo Monti e le
ambiguità sul terreno delle alleanze
future. Quando parla di
Pd, il leader del nuovo schieramento,
lo fa rivolgendosi all'elettorato
di Bersani consapevole
che il gruppo dirigente del
partito ha sbarrato le porte ad
ogni ipotesi di apparentamento
o di alleanza. “Sono un sognatore,
ma non un velleitario”,
dice il leader di “Rivolu -
zione civile”. I suoi parlano di
sondaggi top-secret che darebbero
il listone già oltre la soglia
di sbarramento sia alla Camera
che al Senato, mentre Ingroia
apre a Grillo. “Non abbiamo
preclusioni, iniziamo un confronto”,
manda a dire. In serata,
però, Grillo spegne gli entusiasmi.
“Ingroia – scrive sul
suo blog – ha detto che la sua
porta per il Movimento 5 stelle
è aperta. Lo ringrazio, ma per
favore la richiuda”. Nessun accordo,
per il comico genovese,
che avverte la pericolosità di un
movimento che può togliergli
spazio e voti, Ingroia “è una foglia
di fico utile a riciclare i vecchi
partiti”. Problemi anche col
movimento di “Cambiare si
può”. In una intervista all’Huffington
Post, Marco Revelli critica
la presenza in lista dei segretari
dei partiti. “La sensazione
è che anche questa sia stata
un'occasione perduta”. Nelle
prossime ore si vedrà quale sarà
la scelta dell'altra ala del movimento
arancione. Ingroia si
candida e divide, ma unisce destra,
sinistra e centro quando si
tratta di attaccarlo. Anna Finocchiaro,
“Ingroia celebra il
proprio ego”. Maurizio Gasparri,
“è da sempre un magistrato
di parte”. Francesco Rutelli,
“il suo senso delle istituzioni
è inquietante”. Ancora da
definire le candidature, Ingroia
parla di “cantiere aperto” e presenta
quelle già certe. C'è Franco
La Torre, il figlio di Pio, dirigente
del Pci ucciso dalla mafia
il 30 aprile 1982, Flavio Lotti,
da sempre impegnato nei
movimenti pacifisti, e Gabriella
Stramaccioni, dirigente di
Libera, l’associazione antimafia
di don Luigi Ciotti
Magistrati in politica, Caselli: “Ingroia e Grasso: diverse coerenze a confronto”
Il procuratore di Torino spiega: "La cosa grave non è la commistione dei ruoli, ma il pericolo che l’esercizio delle funzioni giudiziarie – prima o dopo il mandato parlamentare – possa apparire distorto per l’influenza di rapporti politici"
QUEL CONCORSO DEL CSM
Decisivo, al riguardo, è il parametro della coerenza. Ancora recentemente Grasso fece sapere che “un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito è cosa estranea al mio ruolo, alla mia funzione, alla mia cultura”. Sono frequenti gli scarti tra parole e verità nel linguaggio della politica e Grasso – si potrebbe dire – si è semplicemente… portato avanti col nuovo lavoro. Ma al di là delle battute, c’è un episodio nella carriera di Grasso (ricca anche di successi) che vorrei citare e non solo perché mi ha interessato direttamente. Il concorso bandito dal Csm per nominare il nuovo procuratore nazionale antimafia dopo la fine del mandato di Pier Luigi Vigna scatenò una vera e propria “guerra” contro di me, prima con un decreto legge poi con vari emendamenti contra personam, inseriti nella legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario con lo scopo preciso – pubblicamente proclamato e mai smentito da nessuno – di farmi “pagare” il processo Andreotti. Ne risultò un concorso viziato da ripetute modifiche – in corso d’opera – delle regole stabilite.
La legge contra Caselli era con tutta evidenza un segmento dell’attacco all’indipendenza della magistratura (colpiscine uno per educare gli altri). Sarà poi dichiarata incostituzionale: ma intanto riuscirono a prevalere i centri di potere che non tollerano un controllo di legalità davvero eguale per tutti. Un magistrato del lontano Ecuador (nominato dal governo presidente di tribunale in violazione delle regole previste dall’ordinamento) ha rifiutato l’incarico e denunziato la lesione dell’indipendenza della magistratura con una lettera aperta.
In Italia non usa, salvo che si voglia equiparare ad una siffatta lettera l’uscita di Grasso in un libro/intervista di un paio d’anni dopo la nomina a Pna, che liquidava il vulnus recato all’indipendenza della magistratura con queste disinvolte parole: “Rimango fortemente critico verso la scelta governativa di una legge contro Caselli. Soprattutto perché era dichiarato l’intento di sfavorire lui e favorire me. Io ho un temperamento sportivo, mi piace l’agonismo e sapere che si vince o si perde in relazione ai propri meriti e non per interessamenti esterni”. In quel libro/intervista c’era anche un duro attacco chiaramente riferito agli interventi investigativo-giudiziari operati dalla Procura di Palermo dopo le stragi del 1992 sul versante degli imputati “eccellenti”. Si censuravano coloro che, imbastendo “processi spettacolari” e ponendosi fuori della Costituzione, pretendevano di “celebrare comunque i processi” a prescindere dalle prove e trasformavano le inchieste in una “gogna pubblica efficace perché distrugge una carriera politica”.
MAFIA E POLITICA
Un attacco pesante, in linea con la voglia diffusa di normalizzare la magistratura: tanto ingiusto quanto infondato, prima di tutto nel merito ma anche nella pretesa di rovesciare la realtà; posto che vi erano state ben poche “gogne” per i politici imputati, quasi sempre beatificati da certa tv e certi giornali, ed invece molte “gogne” per i magistrati che, in ossequio alla legge e alla Costituzione, osavano inquisirli in presenza di gravi notizie di reato, facendo il loro dovere con indipendenza, senza sconti o timidezze. Si apre così il capitolo Ingroia. Con le stragi del 1992 si verificò qualcosa di simile all’11 settembre di New York: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come le Torri Gemelle, simboli abbattuti da una violenza politica totalizzante, con obiettivi proiettati ben oltre le vittime immediatamente colpite.
Quest’immagine (che è di Andrea Camilleri) esprime bene il gravissimo pericolo che si abbatté sull’Italia: il pericolo di diventare uno Stato-mafia dominato da un’organizzazione criminale stragista. Per fortuna, con il concorso di tutti (istituzioni, società civile, forze dell’ordine e magistratura), invece di precipitare in un abisso senza fondo, siamo riusciti a resistere. La procura di Palermo di allora ha contribuito a salvare l’Italia, non solo inceppando l’ala militare della mafia, ma anche aggredendo (con pari intensità e determinazione) le complicità che di Cosa nostra sono il cuore ed il cervello. Un’azione antimafia non solo di facciata, che ha avuto in Ingroia uno dei protagonisti principali (basti citare i processi Contrada e Dell’Utri), capace di operare con indipendenza, continuità e coerenza assolute per tutti gli ultimi vent’anni, nonostante gli attacchi indecenti subiti.
IL SUCCESSO DI PALERMO
Così, anche grazie alla sua azione, sul piano investigativo-giudiziario abbiamo finito per “fare scuola”, in Europa e nel mondo. E non è un caso che la convenzione Onu contro la criminalità trans-nazionale firmata a Palermo, nel dicembre 2000, preveda tutta una serie di misure pensate con riferimento alla realtà specifica delle organizzazioni criminali, quale emersa dall’esperienza di contrasto maturata sul campo soprattutto nel nostro Paese: dalla previsione come reato della partecipazione ad un gruppo criminale organizzato, all’incentivazione dei “pentimenti”, alla confisca dei beni dell’associazione (base dell’antimafia sociale che è diventata sintesi di dignità conquistata col lavoro libero, un baluardo della democrazia contro i ricatti dei mafiosi). Senonché, mentre esportavamo modelli vincenti, purtroppo dovevamo constatare che a cambiare – o cambiare troppo poco–era la politica, per lo meno certa politica: prodiga di proclami antimafia ma sempre pronta a mettere sul banco degli imputati i magistrati non compiacenti. Proprio riflettendo su tutto ciò, Ingroia ha maturato la convinzione che occorre contribuire ad un cambiamento degli schemi d’intervento della classe dirigente del Paese e ha assunto l’attuale impegno politico. Con una coerenza anche in questo caso degna del massimo rispetto, a prescindere dalle divergenze che possono esservi su punti specifici.
da Il Fatto Quotidiano del 29 dicembre 2012
Ciampino, il rumore mette a rischio udito e capacità di apprendimento dei bimbi
Lo studio del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio rileva altissime percentuali di rischio alterazione del sistema uditivo e deficit cognitivi nei piccoli esposti all’elevato inquinamento acustico dello scalo romano. Esposto dei sindaci dei Comuni limitrofi per far ridurre il numero dei voli
Più informazioni su: Arpa, Bambini, ciampino, Inquinamento, Legambiente, Regione Lazio, Rumore, Scuola Elementare, Voli Low Cost. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/30/ciampino-rumore-mette-a-rischio-ludito-e-capacita-di-apprendimento-dei/457157/
L’elevato rumore che deriva dagli aerei in fase di decollo dunque (le manovre di atterraggio vengono effettuate invece dall’altro lato delle pista, che ricade sul territorio del Comune di Roma) non è causa soltanto di malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio, come già accertato, nonché della drammatica moria di alberi dei parchi vicini. Ma sono anche i piccoli alunni delle scuole elementari a pagare le conseguenze del costante aumento, dal 2002 ad oggi, del traffico aereo sul secondo scalo romano, passato – grazie all’esplosione del mercato dei voli low-cost – dai 29.259 movimenti del 2002, tra atterraggi e decolli, ai 54.714 odierni, con picchi di oltre 65 mila nel 2007.
I medici e ricercatori che hanno collaborato all’indagine hanno constatato infatti che i piccolio che frequentano scuole con più alta rumorosità ambientale, tra i 65 e i 75 decibel, rispetto a quelli che frequentano scuole in cui la rumorosità è inferiore ai 60 dB, mostrano un rischio maggiore dell’80% di alterazione della capacità di discriminazione uditiva. Cioè la capacità del cervello di organizzare e dare un senso ai suoni della lingua. Di conseguenza i bambini potrebbero avere difficoltà a capire e sviluppare competenze linguistiche. L’equipe, seguendo i piccoli non soltanto durante l’attività scolastica ma anche nelle loro case, ha inoltre riscontrato che l’associazione tra il rumore emesso dai motori dei velivoli e i possibili danni all’apparato uditivo si rafforza fino al 395% nei casi in cui ad essere esposta all’inquinamento acustico emesso dall’aeroporto “G. B Pastine” sia anche l’abitazione del bambino. Ma c’è di più, perché secondo lo studio – svolto con l’ausilio del Dipartimento di Prevenzione ASL Roma H, Dipartimento Tutela Materno Infantile e della Genitorialità ASL RMB, INAIL Centro Ricerche-Monteporzio Catone e ARPA Lazio – il “mix” di rumore, tra quello a cui il bambino è esposto a scuola e a casa, aumenta fino al 296% le possibilità di disturbi della capacità cognitiva. In letteratura psicologica “la capacità di memoria, attenzione, percezione, riconoscimento e comprensione delle informazioni del mondo esterno”.
“Quei bambini rischiano sino a tre volte più degli altri di vedere ridotte le loro capacità cognitive e corrono un rischio sino a quattro volte superiore di subire menomazioni della loro capacita di discriminazione uditiva. Si tratta di una ingiustizia inaccettabile, di una vera follia, alla quale sono esposti i figli di centinaia di famiglie a cui il ministro Corrado Passera (che ha la delega ai Trasporti, ndr) e l’ENAC devono porre immediatamente fine” dice Pierluigi Adami, portavoce del “Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Ciampino”. E gli “agghiaccianti risultati” non hanno lasciato indifferenti nemmeno i sindaci di Ciampino e Marino, che pochi giorni fa hanno presentato un ricorso cautelare d’urgenza per indurre Enac e il ministero dei Trasporti ad adottare dei provvedimenti volti a limitare il numero di voli giornalieri dell’aeroporto “G. B. Pastine”. Portandoli dagli attuali 136 ad un massimo di 60, “che significherebbe – ricordano i due sindaci – ottemperare a quanto già previsto dall’ Arpa Lazio con appropriato studio C.r.i.s.t.a.l”. Anche se la soluzione migliore auspicata da comitati e amministratori locali “resta comunque quella di spostare il traffico aereo a basso costo da Ciampino a Fiumicino per riportare lo scalo allo stato del 2001, quando veniva utilizzato soprattutto per i voli militari”. Un sogno praticamente irrealizzabile, visto che l’ipotesi di trasformare il secondo scalo romano in city airport è ormai la più accreditata.
sabato 29 dicembre 2012
Elezioni 2013, Ingroia: “Mi candido come premier”. E su Grasso: “Errore del Pd”
il magistrato siciliano scioglie la riserva per la candidatura a Palazzo Chigi e presenta la sua lista "Rivoluzione civile". Poi attacca Bersani e l'ex procuratore nazionale antimafia: "Nel maggio del 2012 voleva dare un premio a Berlusconi per meriti nella lotta alla criminalità". E a Grillo dice: "Porte aperte"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 dicembre 2012http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/29/elezioni-2013-ingroia-mi-candido-come-premier-per-rivoluzione-civile/457505/
Più informazioni su: Antonio Ingroia, Beppe Grillo, Elezioni 2013, Mario Monti, Movimento Arancione, Pier Luigi Bersani, Piero Grasso, Rivoluzione Civile, Silvio Berlusconi.
Il magistrato, in aspettativa confermata dal Csm dal 19 dicembre, si è detto sicuro di “conquistare Palazzo Chigi con milioni di consensi perché vogliamo fare una rivoluzione pacifica dei cittadini, una rivoluzione civile”. “Da magistrato non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso – ha spiegato Ingroia davanti a una platea che vedeva assenti i leader di Prc, Idv, Pdci sostenitori comunque dell’iniziativa politica – Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un Paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica dovuta allo strapotere della criminalità organizzata e all’inadeguatezza della politica. E allora, come ho detto, io ci sto“.
Secondo Ingroia “è venuto il momento della responsabilità istituzionale e politica. Alla società civile e alla buona politica dico ‘grazie’ perché hanno fatto un passo avanti”. Il magistrato ha poi presentato il suo simbolo, un tondo arancione che sfuma verso il basso per lasciare il posto alla scritta “Rivoluzione civile. Ingroia” sotto cui si stagliano delle silhouette rosse di persone in piedi. “Ringrazio i partiti che hanno fatto un passo indietro e non hanno presentato il loro simbolo”, ha detto il pm, arrivato in conferenza stampa accompagnato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dal primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris. Nella lista, ha annunciato, saranno candidati Franco La Torre, figlio di Pio, Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, Gabriella Stramaccioni coordinatrice di Libera.
anche i verdi presentano richiesta assegnazione Pantani d'Inferno Sabaudia Parco del Circeo
Dopo che grazie al giornalismo d'inchiesta e
all'attività di controllo degli atti pubblici, come verdi ecologisti e
civici, abbiamo diffuso lo strano avviso di assegnazione con trattativa
privata di circa 60 ha di terreno nel Parco del Circeo da più parti è
stata espressa la volontà di arrivare alla gestione pubblica dell'area
bloccando il tentativo di privatizzazione. L'attività della Regione
Lazio con il pdl, l'udc e la destra della Polverini è vero che ci ha
abituato agli scandali continui, alla distrazione di fondi pubblici per
cene, festini, ristoranti (solo i 2 consiglieri della destra si sono
mangiati decine di migliaia di € al ristorante l'anno), sagre, shopping
con scorta perfino a Milano in via Montenapoleone non finisce di stupire
per atti che sembrano in favore di pochi a danno della comunità. Oggi
altri incarichi da 400 € al giorno un altro schiaffo per chi subisce la
mancanza di disponibilità della sanità, di posti letti e il disservizio
del trasporto pubblico http://roma.corriere.it/roma/ notizie/politica/12_dicembre_ 29/marchi-storace-polverini- contratti-2113338778950.shtml. Ci
fa molto piacere che sia intervenuto l'Ente Parco del Circeo attraverso
il Direttore Tallone e il Presidente Benedetto che hanno scoperto lo
strano avviso grazie alle nostre denunce e dimostrando la manifestazione
d'interesse affinchè l'area a tutela integrale che si voleva
privatizzare venga invece assegnata al parco stesso. Allo stesso che
anche il circolo di Legambiente di Sabaudia torni ad occuparsi
dell'argomento, dopo averlo scoperto dalle nostre rivelazioni, chiedendo
anch'esso, come prima avevano fatto i verdi ecologisti e civici, la
sospensione del bando per le stesse motivazioni e l'assegnazione ad un
ente pubblico, contro la privatizzazione. Come precedentemente
comunicato per ostacolare la manovra della Regione Lazio verso
l'assegnazione ad un privato abbiamo comunque presentato, come verdi
ecologisti e civici la richiesta alla Regione Lazio di assegnazione
dell'area proprio per cederla all'Ente Parco del Circeo.
Coordinamento provinciale di Latina verdi ecologisti e civici
ALLA REGIONE LAZIO
DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO
Direzione Regionale Organizzazione Personale
Demanio e Patrimonio
Area Ottimizzazione dei Beni Demaniali
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7
00145 Roma
oggetto: manifestazione d'interesse per l'affidamento del
servizio di gestione ambientale dell'area denominata “Pantani d'Inferno” in
Sabaudia (LT)
Visto l'Avviso Pubblico della Regione Lazio del 19 dicembre
2012 per “manifestazione d'interesse per l'affidamento del servizio di gestione
ambientale dell'area denominata “Pantani d'Inferno” in Sabaudia (LT)”,
premesso che:
Si notano alcune
stranezze e incongruenze:
- l'avviso manca nel Bollettino ufficiale della Regione Lazio;
- l'avviso manca dall'elenco ufficiale degli avvisi della Regione Lazio (vedere http://www.consiglio. regione.lazio.it/consiglioweb/ archivio_bandi.php?vms=&vmf=& tblId=AVVISI&tblName=Avvisi);
- la data non si legge bene ma sembra 19 dicembre e quindi la scadenza delle proposte è fissati in 10 giorni dalla pubblicazione, quindi secondo albo pretorio del comune di Sabaudia il 29 dicembre 2012. Ma se non è stato ancora pubblicato dalla Regione Lazio il bando scade comunque o si aspetta la pubblicazione in quello della Regione?
- come mai per l'ennesima volta viene pubblicato un avviso in corrispondenza delle festività e delle ferie quando in genere chi vi potrebbe partecipare o vi potrebbe avere interesse o non è informato o è distratto da altri adempimenti oppure non può partecipare?
- tra l'altro siamo in presenza anche della mancata pubblicazione dei giornali per 2 giorni con riduzione dei notiziari;
- a parte questo alcuni aspetti nell'avviso sembrano mancanti pur essendo rilevanti e necessari: - la destinazione urbanistica del terreno e del sito interessato che dovrebbe essere all'interno dell'area del Parco nazionale del Circeo; - c'è il parere necessario degli enti competenti (comune di Sabaudia, provincia di Latina, Parco Nazionale del Circeo)? - qual'è l'estensione dell'area? - quali sono gli obblighi e gli adempimenti nel caso qualcuno sia interessato? - quali caratteristiche dovrebbe avere chi è interessato a partecipare al bando? quali garanzie anche tecniche ed economiche?
Pertanto si chiede di sospendere il bando di cui non si comprende l'urgenza e il poco tempo a disposizione, con il chiarimento della legittimità e delle caratteristiche, nonchè con la specifica.
- l'avviso manca nel Bollettino ufficiale della Regione Lazio;
- l'avviso manca dall'elenco ufficiale degli avvisi della Regione Lazio (vedere http://www.consiglio.
- la data non si legge bene ma sembra 19 dicembre e quindi la scadenza delle proposte è fissati in 10 giorni dalla pubblicazione, quindi secondo albo pretorio del comune di Sabaudia il 29 dicembre 2012. Ma se non è stato ancora pubblicato dalla Regione Lazio il bando scade comunque o si aspetta la pubblicazione in quello della Regione?
- come mai per l'ennesima volta viene pubblicato un avviso in corrispondenza delle festività e delle ferie quando in genere chi vi potrebbe partecipare o vi potrebbe avere interesse o non è informato o è distratto da altri adempimenti oppure non può partecipare?
- tra l'altro siamo in presenza anche della mancata pubblicazione dei giornali per 2 giorni con riduzione dei notiziari;
- a parte questo alcuni aspetti nell'avviso sembrano mancanti pur essendo rilevanti e necessari: - la destinazione urbanistica del terreno e del sito interessato che dovrebbe essere all'interno dell'area del Parco nazionale del Circeo; - c'è il parere necessario degli enti competenti (comune di Sabaudia, provincia di Latina, Parco Nazionale del Circeo)? - qual'è l'estensione dell'area? - quali sono gli obblighi e gli adempimenti nel caso qualcuno sia interessato? - quali caratteristiche dovrebbe avere chi è interessato a partecipare al bando? quali garanzie anche tecniche ed economiche?
Pertanto si chiede di sospendere il bando di cui non si comprende l'urgenza e il poco tempo a disposizione, con il chiarimento della legittimità e delle caratteristiche, nonchè con la specifica.
Tuttavia nel caso
che comunque l’avviso proceda comunque nonostante quanto sopra rilevato e
richiesto
si manifesta il proprio interesse all'affidamento del servizio di gestione
ambientale dell'area denominata “Pantani d'Inferno” in Sabaudia (LT).
La presente è da intendersi subordinata alla richiesta di
Enti Pubblici aventi specifiche competenze, quali Enti Parco del Circeo e Corpo
Forestale dello Stato cui si auspica venga assegnato l’immobile.
ci riserviamo di presentare entro breve tempo,
comunque durante la trattativa privata, di specificare il programma degli
interventi previsti nel bando che saranno nell'ordine, in forma sintetica:
1)
richiesta ai vari Enti preposti dei permessi e
delle modalità di esecuzione delle opere che sarà inoltrata entro 7 giorni
dall'assegnazione del servizio, con eventuali integrazioni e aggiornamenti che
saranno prodotti entro 7 giorni dalle richieste eventuali degli Enti;
2)
pulizia dei canali di scolo della bonifica e
correzione delle livellette in base alle prescrizioni e osservazioni dei vari
Enti preposti rispettandone il periodo indicato per l'intervento;
3)
taglio delle ramaglie inferiori degli alberi
costituenti la pineta in base alle prescrizioni e osservazioni dei vari Enti
preposti rispettandone il periodo indicato per l'intervento;
4)
pulizia della pineta in base alle prescrizioni e
osservazioni dei vari Enti preposti rispettandone il periodo indicato per
l'intervento;
5)
taglio dei roveti e delimitazione dell'area
mediante apposizione staccionata in legno in base alle prescrizioni e
osservazioni dei vari Enti preposti rispettandone il periodo indicato per
l'intervento.
Ringraziando per l'attenzione si inviano distinti saluti.
a proposito dell'approvazione della variante urbanistica di Borgo Montello e della discarica
E' stato imbarazzante a tratti leggere sui giornali o sentire alcuni
interventi in consiglio comunale a Latina giovedì e venerdì a proposito
della variante urbanistica per la perimestrazione della discarica di
Borgo Montello. (nel video le parti finali e il momento della votazione http://verdiecologistipontini. blogspot.it/2012/12/borgo- montello-variante-discarica. html)
Imbarazzante perchè i pochi spettatori alle sedute con molti assenti
dell'assise comunale erano per la maggioranza cittadini di Borgo
Montello che hanno presentato in 13 le osservazioni e le proposte alla
stessa delibera. Anzi erano quasi di più i cittadini che non gli
amministratori. Ma se gli amministratori, in particolari quelli del pd
che hanno fatto affermazioni fuori luogo frutta della mancanza di
conoscenza dei fatti e degli atti per loro stessa ammissione,
conoscessero almeno in parte la storia della discarica, i problemi reali
dei cittadini e dell'inquinamento anche solo leggendo i giornali
eviterebbero tante brutte figure. I cittadini di Borgo Montello se lo
aspettavano nessun esponente del pd e dell'opposizione al tavolo tecnico
sulla trasparenza degli scavi il 20 settembre, nessun consigliere
comunale o esponente politico dei partiti, fatta eccezione per i verdi
ecologisti e civici, presenti all'istruttoria pubblica del 26 settembre
che poi ha portato alla delibera di ieri. Anzi molti consiglieri hanno
chiesto ai cittadini di Borgo Montello: "ma voi cosa chiedete e volete?"
Ecco sarebbe bastato leggere gli atti pubblici o semplicementi cercarli
sul web (al termine il comunicato seguente all'istruttoria pubblica). E
questa ennesima dimostrazione di superficialità e ignoranza preoccupa
ulteriormente i cittadini. Ma questo della delibera di variante
urbanistica, come avevano scritto cittadini e verdi ecologisti e civici,
era solo il primo passo verso giustizia, bonifica e rispetto della
legge. Alla fine lo hanno capito pure i consiglieri comunali del pd.
Certo tutti hanno dimostrato senso di responsabilità, sarebbe bastato
che l'opposizione facesse cadere il numero legale viste le numerose
assenze della maggioranza e di tutti coloro che hanno altro a cui
pensare rispetto ai problemi del territorio. Certo la delibera è passata
all'unanimità. Certo in consiglio comunale mancano rappresentanti non
solo del mondo ambientalista ed ecologista e l'assenza era
particolarmente evidente ieri e l'altroieri, certo mancano
rappresentanti del territorio validi difensori di Borgo Montello,
Bainsizza e Le Ferriere ma quella delibera di ieri deve essere l'inizio
del percorso che porta alla civiltà, quindi alla differenziata almeno
del 65%, del conferimento della restante parte a impianti di
trattamento, ma anche ad un diverso approccio culturale, ambientale,
sociale e anche economico compreso nella differenziata. E adesso i
cittadini si aspettano una strenua opposizione a tutti i progetti e
propositi su Borgo Montello di qualsiasi genere diversi dalla bonifica e
dal mancato conferimento del tal quale, ma anche la riprese delle
attività della ricerca dei fusti tossici, il pagamento delle tasse
dovute in seguito alla variante urbanistica e catastale e sopratutto il
risarcimento dei danni economici di svalutazione delle proprietà, senza
contare quello non monetizzabile del dolore e della riduzione della
qualità della vita sopportata anche a causa di cattivi amministratori.
Coordinamento provinciale di Latina verdi ecologisti e civici
(Comunicato stampa)
Presentate le osservazioni alla perimetrazione della discarica di Borgo Montello da 13 cittadini e dalla federazione regionale del Lazio dei Verdi. Aderendo all’istruttoria pubblica del 26 settembre (assenti tanto per cambiare la forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione) del Comune di Latina allo scopo di riempire un vuoto regolamentare, nell'area della discarica con uno strumento di pianificazione urbanistica ,che negli ultimi trent'anni ha portato la discarica ad allargarsi a suon di decreti firmati dalla Regione Lazio e sempre subiti passivamente dal Comune di Latina.
Si ratta secondo il Comune di Latina, la perimetrazione delle aree già adibite a discarica e la realizzazione di ristori per le popolazioni che vivono a ridosso della discarica, nonché la possibilità di usufruire, da parte di queste, di forme di compensazione per le proprietà che hanno subito una forte svalutazione.
Tale variante urbanistica, per il Comune di Latina, pone fine all'allargamento della discarica, prevedendo la compensazione per chi più degli altri ha subito il peso di questa servitù, il recupero e la riutilizzazione per fini pubblici delle aree all'interno delle quali sono ubicati gli impianti. Nelle osservazioni presentate lo scopo principale è di rendere residuale la discarica nel ciclo dei rifiuti, attuando la raccolta differenziata e gli impianti di trattamento degli stessi, dicendo basta al conferimento del tal quale. Il conferimento in discarica di Borgo Montello-Latina deve avvenire in conformità alla normativa UE sui rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti) come riportato nella nota della Commissione Europea del 31 maggio 2012, costituendo invece una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente.
In seguito al mancato rispetto della normativa europea nelle discariche del Lazio, è arrivata la comunicazione di richiesta di informazioni per valutare l’apertura della procedura di infrazione verso la Regione Lazio e di conseguenza verso gli enti locali responsabili (provincia e comuni).Le indagini dell'ARPA nel periodo d'indagine luglio 2005-luglio 2006 hanno rivelato un significativo inquinamento e contaminazione delle falda acquifera dell'intero corpo discarica. Il commissario straordinario ARPA Lazio dott. Carrubba ha confermato dinnanzi la Commissione Legalità della Regione Lazio il 17 luglio 2012. "Noi a Borgo Montello abbiamo l'inquinamento ambientale,e non lo diciamo adesso, l'Arpa lo dice dal 2005" e ancora " Borgo Montello quindi è un sito inquinato,su questo non ci piove". A questo punto le osservazioni tecniche e urbanistiche:
a) Ogni nuovo progetto dovrà farsi carico del risanamento ambientale (aria, acqua, suolo, falde) dell’inquinamento accertato e dichiarato dall’ArpaLazio regionale; La variante urbanistica dovrà altresì fare riferimento alle norme regionali in materia di risanamento di aria, acqua e suolo;
b) Ogni progetto dovrà essere preceduto dall’indagine epidemiologica e dall’analisi di indagini epidemiologiche in aree simili e degradate;
c) Togliere dalla perimetrazione delle aree della discarica quelle che comprendono impianti non previsti dalla normativa europea e dal piano regionale dei rifiuti. Nel particolare che vengano tolti impianti di incenerimento rifiuti e di produzione di energia elettrica con biomasse.
d) Che vengano inserite le norme per miglioramento ambientale e paesaggistico quali: posa a dimora di essenze di alto fusto per l’intero perimetro per almeno una fascia di m 30 verso tutti i confini; realizzazione di impianti di abbattimento degli odori; realizzazioni di stazioni fisse di monitoraggio delle emissioni in atmosfera, odori, di pozzi piezometrici per l’analisi continua dell’acqua;
e) Che siano completate le opere di urbanizzazioni in tutte le aree e le strade per un raggio di almeno 2 km dai confini delle aree perimetrate dal comune di Latina con acquedotto pubblico e con fognatura pubblica;
f) Che sia collegato alla perimetrazione urbanistica il piano del traffico consentito solo ai mezzi dei residenti, ai mezzi agricoli, di trasporto ai servizi dei residenti oltre a quelli a servizio della discarica con impianto di video sorveglianza sulle varie strade di accesso;
g) Che anche per gli impianti non soggetti alla Direttiva Seveso sia redatto il piano di emergenza esterno, che la popolazione sia informata sui rischi sanitari, in materia di sicurezza sul lavoro con impatto all’esterno, che venga redatto il piano di evacuazione in caso di emissioni fuori norma anche odorigene;
h) Che venga adottata la variante urbanistica per la presenza di impianto soggetti alla Direttiva Seveso con obbligo per tutti i nuovi impianti di dimostrare che non viene aumentato il livello di rischio;
i) La variante urbanistica dovrà essere conforme al PTPR della Regione Lazio e lo dovrà recepire (vedere tavole “A sistemi ed ambiti paesaggio”, “B beni paesaggistici” e “C beni dei patrimoni naturale e culturale”);
j) Si chiede che il Sindaco di Latina emetta il parere ai sensi degli art. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 compreso nel testo unico delle leggi sanitarie.
(Comunicato stampa)
Presentate le osservazioni alla perimetrazione della discarica di Borgo Montello da 13 cittadini e dalla federazione regionale del Lazio dei Verdi. Aderendo all’istruttoria pubblica del 26 settembre (assenti tanto per cambiare la forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione) del Comune di Latina allo scopo di riempire un vuoto regolamentare, nell'area della discarica con uno strumento di pianificazione urbanistica ,che negli ultimi trent'anni ha portato la discarica ad allargarsi a suon di decreti firmati dalla Regione Lazio e sempre subiti passivamente dal Comune di Latina.
Si ratta secondo il Comune di Latina, la perimetrazione delle aree già adibite a discarica e la realizzazione di ristori per le popolazioni che vivono a ridosso della discarica, nonché la possibilità di usufruire, da parte di queste, di forme di compensazione per le proprietà che hanno subito una forte svalutazione.
Tale variante urbanistica, per il Comune di Latina, pone fine all'allargamento della discarica, prevedendo la compensazione per chi più degli altri ha subito il peso di questa servitù, il recupero e la riutilizzazione per fini pubblici delle aree all'interno delle quali sono ubicati gli impianti. Nelle osservazioni presentate lo scopo principale è di rendere residuale la discarica nel ciclo dei rifiuti, attuando la raccolta differenziata e gli impianti di trattamento degli stessi, dicendo basta al conferimento del tal quale. Il conferimento in discarica di Borgo Montello-Latina deve avvenire in conformità alla normativa UE sui rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti) come riportato nella nota della Commissione Europea del 31 maggio 2012, costituendo invece una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente.
In seguito al mancato rispetto della normativa europea nelle discariche del Lazio, è arrivata la comunicazione di richiesta di informazioni per valutare l’apertura della procedura di infrazione verso la Regione Lazio e di conseguenza verso gli enti locali responsabili (provincia e comuni).Le indagini dell'ARPA nel periodo d'indagine luglio 2005-luglio 2006 hanno rivelato un significativo inquinamento e contaminazione delle falda acquifera dell'intero corpo discarica. Il commissario straordinario ARPA Lazio dott. Carrubba ha confermato dinnanzi la Commissione Legalità della Regione Lazio il 17 luglio 2012. "Noi a Borgo Montello abbiamo l'inquinamento ambientale,e non lo diciamo adesso, l'Arpa lo dice dal 2005" e ancora " Borgo Montello quindi è un sito inquinato,su questo non ci piove". A questo punto le osservazioni tecniche e urbanistiche:
a) Ogni nuovo progetto dovrà farsi carico del risanamento ambientale (aria, acqua, suolo, falde) dell’inquinamento accertato e dichiarato dall’ArpaLazio regionale; La variante urbanistica dovrà altresì fare riferimento alle norme regionali in materia di risanamento di aria, acqua e suolo;
b) Ogni progetto dovrà essere preceduto dall’indagine epidemiologica e dall’analisi di indagini epidemiologiche in aree simili e degradate;
c) Togliere dalla perimetrazione delle aree della discarica quelle che comprendono impianti non previsti dalla normativa europea e dal piano regionale dei rifiuti. Nel particolare che vengano tolti impianti di incenerimento rifiuti e di produzione di energia elettrica con biomasse.
d) Che vengano inserite le norme per miglioramento ambientale e paesaggistico quali: posa a dimora di essenze di alto fusto per l’intero perimetro per almeno una fascia di m 30 verso tutti i confini; realizzazione di impianti di abbattimento degli odori; realizzazioni di stazioni fisse di monitoraggio delle emissioni in atmosfera, odori, di pozzi piezometrici per l’analisi continua dell’acqua;
e) Che siano completate le opere di urbanizzazioni in tutte le aree e le strade per un raggio di almeno 2 km dai confini delle aree perimetrate dal comune di Latina con acquedotto pubblico e con fognatura pubblica;
f) Che sia collegato alla perimetrazione urbanistica il piano del traffico consentito solo ai mezzi dei residenti, ai mezzi agricoli, di trasporto ai servizi dei residenti oltre a quelli a servizio della discarica con impianto di video sorveglianza sulle varie strade di accesso;
g) Che anche per gli impianti non soggetti alla Direttiva Seveso sia redatto il piano di emergenza esterno, che la popolazione sia informata sui rischi sanitari, in materia di sicurezza sul lavoro con impatto all’esterno, che venga redatto il piano di evacuazione in caso di emissioni fuori norma anche odorigene;
h) Che venga adottata la variante urbanistica per la presenza di impianto soggetti alla Direttiva Seveso con obbligo per tutti i nuovi impianti di dimostrare che non viene aumentato il livello di rischio;
i) La variante urbanistica dovrà essere conforme al PTPR della Regione Lazio e lo dovrà recepire (vedere tavole “A sistemi ed ambiti paesaggio”, “B beni paesaggistici” e “C beni dei patrimoni naturale e culturale”);
j) Si chiede che il Sindaco di Latina emetta il parere ai sensi degli art. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 compreso nel testo unico delle leggi sanitarie.
il cittadino onorario Clini premia Latina con i rifiuti di Roma?
Nell'intento del sindaco di Latina Di Giorgi la cittadinanza onoraria al
sempre più discusso ministro all"ambiente" Clini doveva forse portare risorse e lustro al capoluogo della provincia pontina. Per adesso "risorse e lustro" dovrebbero
diventare i rifiuti di Roma. Almeno stando a quanto riportano notiziari
e articoli (ne citiamo uno ma sul web si trova di tutto
Discarica, il ministro Clini
cronaca/2012/12/29/news/il_ ministro_clini_pronto_il_ decreto_continua_la_protesta_ bloccata_malagrotta-49601829/)
.
E per la "politica" pontina sempre supina verso Roma per chiedere una
nomina, un incarico o una candidatura è l'ennesima servitù. D'altronde
Latina è stata per anni commissariata proprio sul tema dei rifiuti ed si
addirittura opposta al piano regionale per i rifiuti (unico caso al
mondo) non per avere un servizio migliore, meno disagi e inquinamento ma
per averne di più: con l'inceneritore arriverebbe la diossina, varie
emissioni cancerogene. Valga per tutti la situazione di Brescia là dove
c'è l'inceneritore "premiato" da tutti coloro che amano incenerire e
avvelenare http://www.ilfattoquotidiano. it/2012/12/11/brescia-la- bomba-ecologica-che-tutti- ignorano/442596/. Tornando a Latina ecco "risorse e lustro"
che verranno portate dal cittadino onorario: i rifiuti di Roma. Come se
Borgo Montello non fosse in piena emergenza, come se non ci fosse il
processo per inquinamento delle falde riconosciuto da tutti, imputati
compresi, come se l'ArpaLazio non avesse certificato inquinamento
diffuso dal 2005, come se la malavita non fosse già presente da decenni,
come se non ci fossero i fusti tossici e forse i rifiuti radioattivi,
come se l'autorizzazione alle 2 aziende che gestiscono le discariche non
fossero scadute ad aprile. La prossima volta non chiamiamo esperti da
fuori provincia per avere idee brillanti siamo capaci a farci parecchio
male da soli. Coordinamento provinciale di Latina verdi ecologisti e
civici
Discarica, il ministro Clini
"I rifiuti di Roma in tutto il Lazio"
Bloccata nella notte Malagrotta
: http://roma.repubblica.it/Dal silenzio alla legge ‘Salva-Ilva’. Il 2012 terribile di Taranto, tra lavoro e malattia
Dalle perizie alla manifestazione degli operai pagata dai Riva. Fino agli arresti, alla nuova Aia e al provvedimento del governo Monti che di fatto annulla i provvedimenti giudiziari. Per la città è stato un anno vissuto sul crinale tra il diritto a lavorare e quello alla salute. E all'orizzonte non si vedono soluzioni per il 2013
Più informazioni su: Corrado Clini, Emilio Riva, Girolamo Archinà, Ilva. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/28/dal-silenzio-alla-legge-salva-ilva-2012-terribile-di-taranto-tra-lavoro-e-malattia/455594/
Ma il 2012, in realtà, ha colpito e scosso la città di Taranto: dopo decenni di torpore e indifferenza, il 15 dicembre oltre quindicimila persone sono scese in piazza per dire “no all’inquinamento” e schierarsi al fianco dei magistrati dopo che il provvedimento voluto dal ministro dell’ambiente Corrado Clini ha, di fatto, annullato gli atti dell’autorità giudiziaria. Ma come si è arrivati a questo punto? I “dodici mesi di acciaio” cominciano il 10 gennaio 2012 quando prende il via il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. Il gran circo mediatico di Avetrana torna nel capoluogo ionico e gli ambientalisti ne approfittano per lanciare un appello: “Sulla morte di Sarah avete speculato, ma del nostro inquinamento non avete mai parlato”.
LE PERIZIE - Nei primi giorni di febbraio, però, la vicenda comincia a manifestare tutta la sua drammaticità. Nella perizia ambientale disposta dal gip Patrizia Todisco gli esperti raccontano che dallo stabilimento Ilva di Taranto si diffondono sostanze pericolose che generano malattia e morte: dal parco minerali, ogni anno, 668 tonnellate di polveri volano verso il vicino quartiere Tamburi. Pochi giorni dopo il procuratore Franco Sebastio scrive una lettera al ministro Clini chiedendo quali provvedimenti intenda prendere per risolvere l’allarmante situazione ambientale. Il ministro decide di riesaminare l’autorizzazione integrata ambientale concessa solo pochi mesi prima dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo. Il 17 febbraio il tribunale di Taranto è pacificamente assediato da centinaia di ambientalisti e giovani. Qualche settimana dopo la situazione esplode. La seconda perizia epidemiologica spiega che a Taranto tra il 2004 e il 2010 vi sarebbero stati mediamente 83 morti all’anno attribuibili ai superamenti di polveri sottili nell’aria, mentre i ricoveri per cause cardio-respiratorie ammonterebbero a 648 all’anno. La media dei decessi sale però fino a 91 se si prendono in considerazione i quartieri Tamburi e Borgo. Il quadro peggiore riguarda gli operai che presentano eccessi di mortalità per tumore che in alcuni casi sono del 133%. L’azienda dei Riva finisce al centro di una bufera mediatica che i “sistemi di controllo” utilizzati fino a quel momento non riescono più a limitare. L’Ilva decide così di dare una prova muscolare e il 30 marzo, con la promessa ai dipendenti del pagamento della giornata di lavoro, porta in strada ottomila operai nonostante il “no” dei sindacati.
IL SEQUESTRO E I PRIMI ARRESTI - Passano mesi che segnano nettamente la lacerazione tra chi sostiene il diritto alla salute e chi difende il posto di lavoro. All’Ilva, però, qualcuno comprende che la mannaia della giustizia sta per abbattersi: il 10 luglio si dimettono Nicola Riva, presidente del cda, e Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento. Il nuovo presidente del cda Ilva è Bruno Ferrante, ex prefetto di Milano. Il tentativo di evitare le misure cautelari però è vano: il 26 luglio i carabinieri del Noe di Lecce al comando del maggiore Nicola Candido notificano gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva e Luigi Capogrosso. Tutta l’Italia comincia a parlare di “salute e lavoro a Taranto”. Sei reparti dell’area a caldo vengono sequestrati senza facoltà d’uso. Gli operai bloccano per tre giorni la città. Il ministero dell’Ambiente, parte lesa nel procedimento, chiede un immediato riesame per la ripresa della produzione. Nel suo decreto il gip Todisco scrive che “non un altro bambino, non un altro abitante di questa sfortunata città, non un altro lavoratore dell’Ilva, abbia ancora ad ammalarsi o a morire o ad essere comunque esposto a tali pericoli, a causa delle emissioni tossiche del siderurgico”.
SENTIERI: A TARANTO SI MUORE DI PIU’, MA IL MINISTERO CONCEDE L’AIA - Il 22 ottobre il ministro della Salute Renato Balduzzi arriva a Taranto per presentare il quadro sanitario nel capoluogo ionico. Secondo i dati, per le donne si registra un incremento di tutti i tumori del 30%, mentre per i bambini crescono le malattie nel primo anno di vita. Per gli uomini si nota una crescita del 14% per tutti i tumori. Intanto i custodi giudiziari dell’Ilva hanno già imposto una serie di misure per diminuire le emissioni e disporre lo spegnimento degli impianti. Contro di loro inizia il fuoco incrociato prima di Bruno Ferrante, che il riesame ha nominato quarto custode giudiziario, e poi del presidente della commissione Aia, Carla Sepe. Il 27 ottobre, nonostante il dissenso dei custodi e dell’Arpa Puglia, il ministro Clini concederà l’autorizzazione integrata ambientale all’Ilva.
AMBIENTE SVENDUTO: I NUOVI ARRESTI - Il nuovo terremoto legato all’inchiesta della Guardia di finanza arriva il 26 novembre. Dalle indagini delle fiamme gialle guidate dal capitano Giuseppe Dinoi nasce la nuova ordinanza che sequestra i prodotti finiti dell’Ilva come corpo del reato e porta agli arresti Archinà, l’ex direttore Capogrosso e Fabio Riva. L’ex vice presidente del Gruppo Riva, però, non è in Italia quando la Guardia di finanza bussa a casa sua. Oggi è ancora latitante. Alla base dell’ordinanza le migliaia di telefonate di Archinà che parla al telefono con tutti: parlamentari, amministratori locali, dirigenti di ogni livello e anche giornalisti. Come il sindaco Ippazio Stefàno che in piena emergenza Benzo(a)pirene chiama l’ex consulente Ilva per chiedere “come dobbiamo muoverci noi?” oppure il parlamentare del Pd Ludovico Vico a cui Archinà invia una proposta di legge per depenalizzare l’unico reato per cui l’Ilva è sempre stata condannata o la richiesta di fare la guerra al compagno di partito Roberto Della Seta perché promotore di un’iniziativa contro l’Ilva. Ancora. C’è Michele Mascellaro, direttore di “Tarantosera” a cui Archinà “esprime apprezzamento – scrive il giudice – per la campagna di stampa, e il direttore che risponde in un modo che bene illustra i rapporti tra i due. Dice infatti ‘….che mi tieni a fare a me?’. Mascellaro attesta dunque – prosegue il gip Todisco – con le sue stesse parole, di concepire la sua professione come attività al servizio degli interessi di Archinà – e quindi dell’Ilva”.
LA LEGGE “SALVA-ILVA” E LO SCONTRO ISTITUZIONALE - Quando il Governo si accorge che non basta l’Aia per dissuadere la magistratura, decide di usare le maniere forti. Vara un decreto legge che permette all’Ilva di riprendere la produzione in attesa di realizzare quanto previsto nell’Aia. Non solo. Dopo il rifiuto della magistratura di dissequestrare i prodotti perché “le legge non è retroattiva”, Clini modifica il provvedimento in modo da permettere all’Ilva di vendere anche quelli sequestrati. Il parlamento lo converte in legge il 20 dicembre, cinque giorni dopo la più grande manifestazione vista nel capoluogo ionico. “Taranto libera” cantavano quindicimila tarantini: bambini, operai, ambientalisti uniti dalla volontà di difendere la vita e la costituzione. Ma l’interesse nazionale e la difesa della produzione dell’Ilva prevalgono. La partita, però, non è chiusa. Il 2013 si riaprirà con il ricorso presentato contro il decreto del governo dalla procura di Taranto, che solleva davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
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