Nel 2011 record assoluto emissioni CO2
Cina traina aumento, raggiunti valori pro-capite Paesi occidentali
23 luglio, 10:12
ROMA - Se ancora
la popolazione cinese non é riuscita a raggiungere il livello di
benessere di quella occidentale, è riuscita quantomeno a eguagliare uno
dei primati meno lusinghieri, quello delle emissioni di CO2 procapite.
Come certifica il rapporto annuale del Joint Commission Center della
Commissione Europea le emissioni procapite della Cina sono ormai pari a
quelle europee, e anche se il record statunitense è ancora lontano
l'escalation ha portato a un nuovo record mondiale nella produzione di
CO2, che allontana ancora di più gli obiettivi minimi indicati dagli
esperti per evitare gli effetti peggiori del global warming.
Secondo il documento nel 2011 si è registrato un aumento delle emissioni, arrivate a 34 miliardi di tonnellate, del 3% rispetto all'anno precedente. Se nei paesi occidentali la crisi economica ha rallentato la produzione del principale gas serra, scesa del 3% nell'Ue e del 2% in Usa e Giappone, l'aumento cinese del 9% ha ampiamente bilanciato il calo. Il paese del Dragone ha ormai stabilmente la fetta maggiore di emissioni nel mondo, con il 29%, seguita da Usa(16%), Ue (11%), India (6%), Russia (5%) e Giappone (4%).
Il nuovo primato, scrivono gli esperti che si sono basati sui dati dell'Emissions Database for Global Atmospheric Research (Edgar), dovrebbe far squillare un campanello d'allarme molto forte sugli scenari futuri: "Tra il 2000 e il 2011 sono già state immesse in atmosfera 420 miliardi di tonnellate di anidride carbonica - affermano gli esperti - ma secondo i calcoli l'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media sotto i 2 gradi sarà possibile solo se tra il 2000 e il 2050 la cifra totale non supererà i 1000-1500 miliardi. A questi ritmi difficilmente verrà centrato".
Con l'aumento dell'ultimo anno la produzione di CO2 procapite cinese ha raggiunto le 7,2 tonnellate, superando paesi come Francia, Italia (poco sopra le 6 tonnellate e con un trend in diminuzione) e Spagna, e avvicinandosi molto alla media Ue che invece è scesa a 7,5. I principali inquinatori restano gli australiani, che hanno una produzione di 19 tonnellate procapite, seguiti dagli Usa con 17,3. L'unica nota positiva, sottolinea il rapporto, è l'espansione delle energie rinnovabili: "Fortunatamente il trend è mitigato dall'espansione delle fonti energetiche rinnovabili, soprattutto del solare e dell'eolico - si legge - la loro quota nella produzione globale di energia è quadruplicata dal 1992 al 2011, e ormai rappresentano un risparmio di 800 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, pari quasi alle emissioni della sola Germania".
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Secondo il documento nel 2011 si è registrato un aumento delle emissioni, arrivate a 34 miliardi di tonnellate, del 3% rispetto all'anno precedente. Se nei paesi occidentali la crisi economica ha rallentato la produzione del principale gas serra, scesa del 3% nell'Ue e del 2% in Usa e Giappone, l'aumento cinese del 9% ha ampiamente bilanciato il calo. Il paese del Dragone ha ormai stabilmente la fetta maggiore di emissioni nel mondo, con il 29%, seguita da Usa(16%), Ue (11%), India (6%), Russia (5%) e Giappone (4%).
Il nuovo primato, scrivono gli esperti che si sono basati sui dati dell'Emissions Database for Global Atmospheric Research (Edgar), dovrebbe far squillare un campanello d'allarme molto forte sugli scenari futuri: "Tra il 2000 e il 2011 sono già state immesse in atmosfera 420 miliardi di tonnellate di anidride carbonica - affermano gli esperti - ma secondo i calcoli l'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media sotto i 2 gradi sarà possibile solo se tra il 2000 e il 2050 la cifra totale non supererà i 1000-1500 miliardi. A questi ritmi difficilmente verrà centrato".
Con l'aumento dell'ultimo anno la produzione di CO2 procapite cinese ha raggiunto le 7,2 tonnellate, superando paesi come Francia, Italia (poco sopra le 6 tonnellate e con un trend in diminuzione) e Spagna, e avvicinandosi molto alla media Ue che invece è scesa a 7,5. I principali inquinatori restano gli australiani, che hanno una produzione di 19 tonnellate procapite, seguiti dagli Usa con 17,3. L'unica nota positiva, sottolinea il rapporto, è l'espansione delle energie rinnovabili: "Fortunatamente il trend è mitigato dall'espansione delle fonti energetiche rinnovabili, soprattutto del solare e dell'eolico - si legge - la loro quota nella produzione globale di energia è quadruplicata dal 1992 al 2011, e ormai rappresentano un risparmio di 800 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, pari quasi alle emissioni della sola Germania".
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