domenica 29 luglio 2012
discarica Borgo Montello l'Arpa controlla anche i siti Indeco
Gli sviluppi dopo le dichiarazioni dell’ex direttore, Achille Cester
La doppia verifica
L’Arpa controlla anche i siti di Indeco, primi rilievi in settimana
Non solo S0,
i dubbi
su tutti i rifiuti
stoccati
senza controllo
UN sopralluogo dell’Arpa
anche nelle discariche in uso
ad Indeco, la società che
accetta il conferimento dei
rifiuti solidi urbani di tutti i
Comuni della provincia di
Latina ad eccezione del capoluogo.
La verifica, non
prevista fino alla scorsa settimana,
arriva in seguito alle
dichiarazioni dell’ex direttore
della discarica, Achille
Cester, rilasciate a «Il Fatto
quotidiano» e in parte ribadite
in commissione parlamentare
d’inchiesta sui rifiuti.
Cester in pratica aveva
riferito che anche nei siti
oggi ascrivibili a Indeco arrivavano
rifiuti industriali e
pericolosi. Di qui i rilievi
dell’Agenzia per la protezione
dell’ambiente eseguiti
mercoledì e giovedì mattina,
fra l’altro in concomitanza
con l’insediamento del cantiere
per la ricerca dei fusti
tossici nel sito S0, il più
vecchio di tutta la discarica
di Borgo Montello. È qui,
infatti, che si concentra per il
momento l’attenzione di
Comune, Regione e Arpa
poiché ci sono congrui elementi
che fanno ritenere più
che probabile la presenza di
fusti interrati in quella zona.
La vicenda risale alla fine
degli anni ‘80 ed è emersa
sulla base delle dichiarazioni
di un pentito di camorra
nonché dei rilievi dell’Istitu -
t o d i v u l c a n o l o g i a ,
dell’Enea e della stessa Arpa,
che hanno rilevato masse
ferrose anomale in tre punti.
Ed è lì che si andrà a scavare
sotto il controllo della Polizia
provinciale, con la registrazione
delle immagini
delle operazioni di scavo.
L’intervento finanziato
dalla Regione Lazio, in realtà
rappresenta molto più che
l’inizio di un’o pe r az io ne -
verità sulla presenza dei fusti;
infatti apre la strada a un
possibile controllo più ampio
su tutto ciò che è stato
sepolto dentro le discariche
di Borgo Montello, arrivate
a occupare oggi circa cinquanta
ettari di territorio a
nord della città. Ed è anche
il primo passo verso la bonifica
dell’area, il cui tallone
d’Achille sono i costi. Per
questo motivo sono in corso
incontri tra Comune, Provincia,
Arpa e le due società
che gestiscono i siti. Tutti
hanno dichiarato di voler
collaborare ad ogni fase di
verifica ma è sulle responsabilità
che i conti non tornano.
La parte più inquinata è
anche quella più vecchia di
tutta l’area di Montello; il
Comune di Latina da solo
non potrebbe sostenere i costi
di un ripristino dello stato
ottimale dei luoghi anche a
salvaguardia delle falde soggiacenti.
Invece il riconoscimento
del danno provocato
dallo stoccaggio illegale di
rifiuti non «urbani» può
consentire al Comune di accedere
ad ulteriori finanziamenti
per la bonifica di
Montello. Ed è su questo
punto specifico che ruota
tutta la trattativa in corso con
le società nelle conferenze
di servizi dei prossimi giorni. Latina Oggi 29 luglio 2012
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