Roma: tra omicidi irrisolti e nuove faide
http://www.icittadini.it/index.php/primo-piano/1302-roma-tra-omicidi-irrisolti-e-nuove-faide
“Dopo
l’inquietante omicidio del camorrista Modesto Pellino,avvenuto in pieno
centro a Nettuno la scorsa settimana, la politica e in particolare il
sindaco Chiavetta, risponde impotente alle feroci dinamiche di
controllo del territorio e penetrazione economica delle mafie nei
quartieri di Roma e nelle città del litorale romano con le solite
inutili richieste di convocazione di comitati o audizioni nelle
compassate commissioni più di partito che istituzionali" .
Cosi sostiene Antonio Turri,
dell’Associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione,in una
nota stampa. Turri invia alle redazioni dei giornali romani la foto di
uno striscione apparso in via Torrevecchia, tra via della valle dei
fontanili e via Francesco Maria Greco, nel quartiere romano di
Torrevecchia-Primavalle , che riguarda uno degli omicidi avvenuti in
zona il 27 luglio 2012 scorso e aggiunge:” si tratta dell'agguato
mafioso a Simone Colaneri, il pugile romano con piccoli precedenti
penali (caso irrisolto).Nello striscione gli amici di Simone ricordano a
politici e istituzioni che per il loro compagno c’è stato un anno di
silenzio e nessuna giustizia. Cosi è ancora per Flavio Simmi, il
gioielliere 33enne, assassinato il 5 luglio del 2011. E via di seguito
per oltre 30 volte lo scorso anno. E poi nulla oltre alle chiacchiere,
qualche dossier e libro bianco frutto più di un inutile copia e incolla
che di una attenta e vera conoscenza della drammatica situazione in
alcuni quartieri di Roma e delle città della cintura urbana. Spaccio di
droga, usura,pizzo e il controllo del gioco d’azzardo sono invisibili
solo a chi non vuol vedere in quartieri come: Tor bella Monaca, San
Basilio,Ostia,Primavalle,San Lorenzo. Qui il controllo del territorio di
organizzazioni criminali mafiose importate o da contaminazioni sono del
tutto evidenti ma si continua a negarle. I giovani delle periferie
romane vivono una condizione di forte disagio e rimangono vittime oltre
che delle incapacità della politica di offrire opportunità e risolvere i
loro problemi,in particolare quello del lavoro. In alcuni quartieri e
città dell’ hinterland romano sono i clan a dare lavoro, a costituire
punti di riferimento per i “nuovi ragazzi di vita”. In città come
Ariccia,sugli ex tranquilli Castelli Romani,l’ex sindaco,il medico
chirurgo Emilio Cianfanelli,deve girare per la sua città armato di una
P38,perché minacciato di morte.
E’ ora che i vari assessori alle varie sicurezze, sentano, vedano e parlino dello sfruttamento quotidiano anche di minorenni,avviate alla prostituzione, sulla via Pontina e sulle altre consolari che dal centro della capitale portano a Nettuno,Pomezia,Ardea,Aprilia,Latina o sul litorale a nord della città. Ebbene quelle prostitute sono la banca di accumulo delle mafie di Roma e della Regione. Con quei soldi e con quelli ricavati dagli immensi traffici di droga si alimentano il resto delle attività delinquenziali. Ma c’è crisi e quindi questi traffici risentono dei conseguenti cali e chi non comprende o invade zone altrui muore. Perché,sostiene Turri: “ le esecuzioni come quelle di Modesto Pellino,detto “o micillo” parlano più ai vivi che ai morti.
Si svegli quindi la politica…il tempo è scaduto e c’è il pericolo concreto della mattanza dietro l’angolo e che il controllo del territori dei vari clan,già a macchia di leopardo, si espanda.
E’ ora che i vari assessori alle varie sicurezze, sentano, vedano e parlino dello sfruttamento quotidiano anche di minorenni,avviate alla prostituzione, sulla via Pontina e sulle altre consolari che dal centro della capitale portano a Nettuno,Pomezia,Ardea,Aprilia,Latina o sul litorale a nord della città. Ebbene quelle prostitute sono la banca di accumulo delle mafie di Roma e della Regione. Con quei soldi e con quelli ricavati dagli immensi traffici di droga si alimentano il resto delle attività delinquenziali. Ma c’è crisi e quindi questi traffici risentono dei conseguenti cali e chi non comprende o invade zone altrui muore. Perché,sostiene Turri: “ le esecuzioni come quelle di Modesto Pellino,detto “o micillo” parlano più ai vivi che ai morti.
Si svegli quindi la politica…il tempo è scaduto e c’è il pericolo concreto della mattanza dietro l’angolo e che il controllo del territori dei vari clan,già a macchia di leopardo, si espanda.
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