Piano in 5 mosse per l'innovazione 'verde' in Italia
Assemblea green economy per Stati generali a Rimini a novembre
24 luglio, 12:13
ROMA - Politiche
coerenti, formazione ed informazione, promozione di 'etichette' e
appalti verdi, coordinamento per partenariati pubblico-privato e
supporto alle imprese. Queste le 5 azioni identificate come
''prioritarie'' per l'eco-innovazione dell'Italia nel corso della quarta
Assemblea programmatica ('Sviluppo dell'ecoinnovazione') in vista degli
Stati generali della green economy, in programma alla Fiera di Rimini
nell'ambito di Ecomondo a novembre, organizzati dal ministero
dell'Ambiente e dal Comitato organizzatore composto da 39 associazioni
di imprese.
La valutazione della dimensione del settore sostenibile dell'innovazione e delle industrie e' stata valutata dall'Unep (United nations environment programme) fino a 0,5-1,5 trilioni di dollari all'anno nel 2020 e tra i 3 ed i 10 trilioni all'anno nel 2050. Il nostro Paese, attualmente al 16esimo posto nella classifica dell'ecoinnovazione (era al 12esimo nel 2010), ''e' pronto - dicono gli esperti a confronto - a intraprendere il percorso verso la green economy''.
Lo strumento essenziale dovrebbe essere l'avvio di ''un Piano nazionale per lo sviluppo, diffusione ed implementazione dell'ecoinnovazione 'made in Italy'''. Cinque le mosse per farcela: primo, una politica ambientale che offra un quadro normativo coerente, anche per la ricerca; secondo, un programma dedicato a formazione e informazione; terzo, promuovere prodotti e servizi ecosostenibili e diffondere appalti 'verdi'; quarto, una cabina di regia per le competenze sia nel pubblico che nel privato; quinto, dare sostegno alle imprese nelle produzioni, nell'uso efficiente dell'energia e nell'utilizzo sostenibile delle materie prime (su cui bisognerebbe istituire un'Agenzia).
''L'obiettivo dell'ecoinnovazione - afferma Roberto Morabito, responsabile dell'Unita' tecnica tecnologie ambientali dell'Enea e coordinatore del gruppo di lavoro sull'ecoinnovazione - e' arrivare gradualmente al disaccoppiamento assoluto tra crescita, utilizzo delle risorse e impatti sugli ecosistemi''.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSALa valutazione della dimensione del settore sostenibile dell'innovazione e delle industrie e' stata valutata dall'Unep (United nations environment programme) fino a 0,5-1,5 trilioni di dollari all'anno nel 2020 e tra i 3 ed i 10 trilioni all'anno nel 2050. Il nostro Paese, attualmente al 16esimo posto nella classifica dell'ecoinnovazione (era al 12esimo nel 2010), ''e' pronto - dicono gli esperti a confronto - a intraprendere il percorso verso la green economy''.
Lo strumento essenziale dovrebbe essere l'avvio di ''un Piano nazionale per lo sviluppo, diffusione ed implementazione dell'ecoinnovazione 'made in Italy'''. Cinque le mosse per farcela: primo, una politica ambientale che offra un quadro normativo coerente, anche per la ricerca; secondo, un programma dedicato a formazione e informazione; terzo, promuovere prodotti e servizi ecosostenibili e diffondere appalti 'verdi'; quarto, una cabina di regia per le competenze sia nel pubblico che nel privato; quinto, dare sostegno alle imprese nelle produzioni, nell'uso efficiente dell'energia e nell'utilizzo sostenibile delle materie prime (su cui bisognerebbe istituire un'Agenzia).
''L'obiettivo dell'ecoinnovazione - afferma Roberto Morabito, responsabile dell'Unita' tecnica tecnologie ambientali dell'Enea e coordinatore del gruppo di lavoro sull'ecoinnovazione - e' arrivare gradualmente al disaccoppiamento assoluto tra crescita, utilizzo delle risorse e impatti sugli ecosistemi''.
Rifiuti: norme e incentivi riciclo,le 7 regole green economy
Assemblea programmatica in vista degli stati generali a Rimini
20 luglio, 17:24
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - Dalla semplificazione delle norme
agli incentivi per il mercato del riciclo alla promozione degli
eco-acquisti, e' cosi' che l'economia verde nel settore dei
rifiuti puo' farcela. Sono queste alcune delle regole emerse
dall'Assemblea programmatica organizzata oggi a Roma in vista
degli Stati generali della green economy, in programma alla
Fiera di Rimini in occasione di Ecomondo a novembre.
L'assemblea, 'sviluppo dell'ecoefficienza, della rinnovabilita' dei materiali e del riciclo dei rifiuti', ha messo infatti a punto le 7 regole d'oro per rafforzare l'industria del riciclo e consolidare in Italia un'economia circolare che vede il rifiuto come risorsa e il riciclo come punto di partenza per l'indipendenza dalle importazioni di materie prime ed energia. ''La scarsita' di risorse naturali e, nello stesso tempo, la disponibilita' di nuove tecnologie - osserva Walter Facciotto, direttore di Conai (Consorzio nazionale imballaggi) - offrono l'opportunita' di gestire in chiave 'verde' i rifiuti. Ed investire nel mercato dei rifiuti consente di generare molteplici benefici economici ed ambientali, il settore del riciclo crea un maggior numero di posti di lavoro'' e ''in Europa in particolare gli occupati in questa eco-industria crescono ad un tasso dell'11% annuo''.
L'industria europea del riciclo, si ricorda, ha avuto ''un tasso di crescita annuo dell'8,3% ed occupa 512.000 persone''.
Queste le 7 regole per sviluppare l'industria del riciclo: armonizzazione della normativa in vigore e aggiornamento della regolamentazione tecnica; promuovere gli acquisti verdi; sostenere il mercato con strumenti fiscali; maggiore competizione per l'intero comparto attraverso la semplificazione e snellimento degli oneri amministrativi, la trasparenza e la corretta informazione verso i cittadini oltre la concertazione con la pubblica amministrazione; introduzione a livello nazionale di disincentivi per lo smaltimento in discarica; creare 'poli industriali'; sviluppare indicatori di performance ambientali, gestionali ed economici. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSAL'assemblea, 'sviluppo dell'ecoefficienza, della rinnovabilita' dei materiali e del riciclo dei rifiuti', ha messo infatti a punto le 7 regole d'oro per rafforzare l'industria del riciclo e consolidare in Italia un'economia circolare che vede il rifiuto come risorsa e il riciclo come punto di partenza per l'indipendenza dalle importazioni di materie prime ed energia. ''La scarsita' di risorse naturali e, nello stesso tempo, la disponibilita' di nuove tecnologie - osserva Walter Facciotto, direttore di Conai (Consorzio nazionale imballaggi) - offrono l'opportunita' di gestire in chiave 'verde' i rifiuti. Ed investire nel mercato dei rifiuti consente di generare molteplici benefici economici ed ambientali, il settore del riciclo crea un maggior numero di posti di lavoro'' e ''in Europa in particolare gli occupati in questa eco-industria crescono ad un tasso dell'11% annuo''.
L'industria europea del riciclo, si ricorda, ha avuto ''un tasso di crescita annuo dell'8,3% ed occupa 512.000 persone''.
Queste le 7 regole per sviluppare l'industria del riciclo: armonizzazione della normativa in vigore e aggiornamento della regolamentazione tecnica; promuovere gli acquisti verdi; sostenere il mercato con strumenti fiscali; maggiore competizione per l'intero comparto attraverso la semplificazione e snellimento degli oneri amministrativi, la trasparenza e la corretta informazione verso i cittadini oltre la concertazione con la pubblica amministrazione; introduzione a livello nazionale di disincentivi per lo smaltimento in discarica; creare 'poli industriali'; sviluppare indicatori di performance ambientali, gestionali ed economici. (ANSA).
Rifiuti: Comieco, italiani raccolgono 51 kg di carta a testa
Emilia al top. Segno meno per Milano, Torino, Napoli. A Roma +2%
18 luglio, 12:01
(ANSA) - ROMA, 18 LUG - Gli italiani raccolgono circa 51
chilogrammi di carta e cartone a testa (50,6 kg) all'anno.
L'Emilia-Romagna resta al top con 85,8 kg a testa, segue il Trentino Alto Adige (83,3 kg/ab). Questi alcuni dei dati del rapporto Comieco (Consorzio nazionale per il recupero di carta e cartone), presentato oggi a Roma.
Al centro, la Toscana si ferma a 79,3 kg per abitante seppure sempre ben al di sopra delle altre regioni della stessa area. Da segnalare al sud l'Abruzzo (43,4 kg/ab) che, grazie all'incremento della raccolta, resta in corsa per la leadership d'area con la Sardegna (44,6 kg/ab). Dei circa 3 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte una quota significativa continua ad arrivare dalle regioni del centro-nord. Al centro: il Lazio (+4.300 tonnellate) e le Marche (+5,5%). Nel sud Italia, invece, si confermano luci e ombre: i segnali negativi arrivano soprattutto dalle grandi regioni come la Campania, la Puglia e la Sicilia (in totale meno 12.000 tonnellate), mentre le note positive arrivano dall'Abruzzo (+14,6%) e la Calabria (+1,9%). Stabile la Sardegna con 75.000 tonnellate all'anno, la migliore per raccolta pro-capite del meridione. Tra le grandi citta' si evidenzia a fronte di un calo dei rifiuti urbani (-3%). Milano, Torino, e Napoli segnano un calo del quantitativo netto raccolto (-1,5%), sale la percentuale di differenziata (poco al di sotto dell'1%). A Firenze diminuiscono i rifiuti 'tal quale' (-6,3%). A Roma la crescita delle quantita' raccolte in modo differenziato e' del 2%. (ANSA).
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L'Emilia-Romagna resta al top con 85,8 kg a testa, segue il Trentino Alto Adige (83,3 kg/ab). Questi alcuni dei dati del rapporto Comieco (Consorzio nazionale per il recupero di carta e cartone), presentato oggi a Roma.
Al centro, la Toscana si ferma a 79,3 kg per abitante seppure sempre ben al di sopra delle altre regioni della stessa area. Da segnalare al sud l'Abruzzo (43,4 kg/ab) che, grazie all'incremento della raccolta, resta in corsa per la leadership d'area con la Sardegna (44,6 kg/ab). Dei circa 3 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte una quota significativa continua ad arrivare dalle regioni del centro-nord. Al centro: il Lazio (+4.300 tonnellate) e le Marche (+5,5%). Nel sud Italia, invece, si confermano luci e ombre: i segnali negativi arrivano soprattutto dalle grandi regioni come la Campania, la Puglia e la Sicilia (in totale meno 12.000 tonnellate), mentre le note positive arrivano dall'Abruzzo (+14,6%) e la Calabria (+1,9%). Stabile la Sardegna con 75.000 tonnellate all'anno, la migliore per raccolta pro-capite del meridione. Tra le grandi citta' si evidenzia a fronte di un calo dei rifiuti urbani (-3%). Milano, Torino, e Napoli segnano un calo del quantitativo netto raccolto (-1,5%), sale la percentuale di differenziata (poco al di sotto dell'1%). A Firenze diminuiscono i rifiuti 'tal quale' (-6,3%). A Roma la crescita delle quantita' raccolte in modo differenziato e' del 2%. (ANSA).
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