lunedì 16 luglio 2012

Cusani condannato: la caduta degli dei

Condannato il Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani , nonchè ex consigliere d'amministrazione Acqualatina spa e Presidente ATO4 Latina dal 2003

LA CADUTA DEGLI DEI

Si sta arrampicando sugli specchi quel pover’ uomo di Cusani per far sembrare che non sia successo nulla o per farsi credere vittima di un processo politico. Del resto va capito: la condanna Armando Cusaniinflittagli dal Tribunale di Latina per aver costruito abusivamente il suo Hotel “Grotta di Tiberio” è una scoppola da far tremare i polsi anche ad un politico spregiudicato come lui: due anni di carcere, sospensione dai pubblici uffici, abbattimento delle parti abusive, risarcimento delle parti civili. Insomma, uno tsunami che rischia di travolgerlo.
Finora aveva creduto di avere il mondo in pugno e la sua filosofia è sempre stata:”Chi non è con me peste lo colga”. Senza troppi scrupoli etici si sbarazzò di un presidente del TAR per lui scomodo,  tentò di intimorire e delegittimare il prefetto Frattasi, è andato allo scontro frontale con chiunque non la pensasse come lui (Presidenti della Regione Lazio Marrazzo e Polverini, Ministro dell’Ambiente Prestrigiacomo), se ne è sempre infischiato delle critiche o delle proposte della minoranza al Comune di Sperlonga, ha colpito ferocemente dipendenti comunali o comuni cittadini che osavano pensare diversamente da lui, ha sostenuto strenuamente che la presenza della camorra nel sud pontino fosse una invenzione dei giornali. Pensava di poter fare tutto ciò che voleva e di essere intoccabile, il potente Cusani; ricordiamo ancora quando in consiglio comunale, ai consiglieri di opposizione che minacciavano di denunciarlo, rispose: “Fate pure, tanto ho le spalle larghe!”. Ed infatti le protezioni le aveva, insediate dappertutto: ai vertici della Procura di Latina, ai vertici di alcuni corpi militari, nel suo partito e anche (udite, udite) nei partiti del centrosinistra. Insomma, sembrava un gigante imbattibile, Cusani, e tutti lo temevano. Tutti tranne quel gruppetto di cinque consiglieri di opposizione che ha avuto la sventura di incontrare sulla sua strada. Non lo temevano innanzitutto perché uomini liberi e poi perché, conoscendo i retroscena dei suoi atti amministrativi, ne capirono tutta l’effettiva fragilità. Perché un potere che si fonda sulla commistione tra politica e affari e che cresce grazie al dispregio della legge, è un potere fragile, destinato, prima o poi, a crollare.
Quei cinque consiglieri di minoranza, nel corso del loro mandato amministrativo, hanno preteso solo e soltanto il rispetto della legge da parte del primo cittadino di Sperlonga e che la legge fosse veramente uguale per tutti. Accadeva invece che negli anni in cui Cusani ha costruito il suo Hotel “Grotta di Tiberio”, essendo sindaco di Sperlonga e presidente della provincia di Latina, si trovava nella condizione privilegiata di essere egli stesso controllore e controllato: chiedeva a se stesso i permessi a costruire e – con la complicità interessata del tecnico comunale Antonio Faiola (anche lui condannato!) – concedeva a se stesso autorizzazioni che nessun cittadino comune avrebbe mai potuto ottenere.
L'Hotel "Grotta di Tiberio"La sentenza dello scorso 2 luglio, accogliendo le tesi esposte nella denuncia, acclara che il cittadino-imprenditore Armando Cusani, grazie alla sua posizione privilegiata di politico e infrangendo le leggi urbanistiche, ha potuto costruirsi abusivamente non un box per la conservazione degli attrezzi, non un piccolo alloggio per famiglia, ma un mega hotel a 4 stelle.
Questo, dunque,  è l’uomo che gli sperlongani hanno eletto sindaco per due volte consecutive e che hanno votato per due volte come presidente della provincia; così quest’uomo ha ripagato la fiducia che i cittadini avevano riposto in lui.
Vogliamo chiarire, inoltre, che normalmente in un processo contro un privato che abbia compiuto un grave abuso edilizio, il Comune, come parte offesa, si costituisce parte civile per poter ottenere il risarcimento del danno subìto. Nel caso dell’Hotel “Grotta di Tiberio”, l’amministrazione comunale, prima con sindaco Cusani e poi con sindaco Scalingi, non si è costituita parte civile contro l’imprenditore Cusani. Per questo i consiglieri di minoranza, come legittimi rappresentanti degli interessi del Comune e degli Sperlongani, chiesero ed ottennero dal Tribunale di potersi costituire parte civile. Grazie a questa scelta coraggiosa dei cinque consiglieri di minoranza, la sentenza ha potuto prevedere un risarcimento per il Comune, la cui entità sarà stabilita in seguito e che i consiglieri di minoranza metteranno a disposizione della collettività per opere di risanamento ambientale. http://sperlongachiaroetondo.sitiwebs.com/attachments/Image/legge-uguale.jpg
Di fronte alla sentenza di condanna, ancora una volta coerente con il suo delirio di onnipotenza, Cusani non si limita a rivendicare il suo sacrosanto diritto di ricorrere in appello. No. Attacca scompostamente a destra e a manca: da una parte ci sono giudici che hanno voluto ingiustamente punirlo, chissà mai per quale motivo; dall’altro ci sono quei cinque consiglieri comunali di minoranza: persone equivoche e di dubbia moralità. Così facendo Cusani si qualifica da solo: egli  sta applicando la stessa tecnica che veniva usata in Russia ai tempi di Stalin: inventare accuse contro giudici scomodi e delegittimare gli avversari politici. Tale sua reazione, grave e scomposta, dà motivo di pensare che le preoccupazioni di Cusani non derivino solo dalle conseguenze politiche che questa sentenza potrà avere, ma siano rese più cupe dal timore che possa essere condannato anche nell’altro processo che pende su di lui: quello relativo all’abusiva destituzione del comandante dei vigili urbani e della sua sostituzione con persona non in possesso dei requisiti di legge. Una seconda condanna farebbe ineluttabilmente e definitivamente crollare il mito del grande politico  illuminato e di lui resterebbe alla storia la meno fulgida immagine di un pluricondannato.
Noi, pur giudicando troppo mite la condanna inflitta a Cusani, non ci saremmo mai permessi di criticare la sentenza e i magistrati che l’ hanno emessa. Ma poiché Cusani ha pubblicamente dichiarato che si tratta di una “sentenza politica”, non possiamo esimerci dal dire che effettivamente si tratta di una sentenza politica perché troppe sono state le omissioni e le distrazioni della Procura di Latina, casualmente tutte con l’effetto di evitare al Presidente della Provincia guai più grossi e una sentenza più pesante. Certo, si tratta di una sentenza di primo grado, ed è per questo che saremo noi stessi, come parte civile, ad appellarci in secondo grado perché emergano altre verità per ora rimaste opportunamente chiuse in qualche cassetto.

Sperlonga, luglio 2012

                                                                                         Parte Civile
                                                                    costituita per il Comune di Sperlonga

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