Comunicato stampa del 15
settembre 2012
ACQUALATINA:
IL GESTORE CHE PUO’ RIMANDARE SEMPRE … SENZA PAGARE
PENALI
Applicazione penali per servizio inadeguato … rinviate e mai
pagate!
Piano emergenza idrica pieno di buchi … nessuna
penale!
Paino anti-inquinamento arsenico in ritardo … nessuna penale!
E’ molto più lungo l’elenco degli inadempimenti che se contestati
avrebbero già sfrattato il gestore, ma i sindaci finora hanno solo alzato la
voce per tenere buoni ignari cittadini, mentre hanno approvato ogni favore
possibile pur di salvare
l’acqua(politica)latina.
I sindaci che oggi fanno la voce grossa dopo lo la crisi idrica
nel sud pontino, hanno votato in conferenza dei sindaci ogni atto per poter
giustificare e salvare il
gestore.
Così prendono in giro i loro concittadini 2
volte!
Ecco l’ultima burla: il gestore vuole ancora 6 mesi per
restituire le somme per la depurazione non
dovute!
La
Corte Costituzionale con sentenza
335-2008 del 8/10/2008 dice che la depurazione non va pagata se il servizio è
inesistente ed il 20/12/2008 il ministro decreta l’obbligo di restituzione delle
somme.
Il 22/1/2009 il gestore e l’ATO individuano già un primo nucleo di
utente che devono essere rimborsate, però la conferenza dei sindaci il 28/2/2009
NON discute e NON delibera la proposta di
restituzione.
A gennaio 2011 il gestore rende disponibile anche sul sito la
lista di chi ha diritto al rimborso. I
sindaci dormono e non deliberano sulla restituzione, cosa necessaria affinché il
gestore proceda. Un bell’aiutino!
Solo il 20/12/2011, su impulso dell’OTUC (organismo associazioni
dei consumatori), si decide di procedere.
Passano ancora 6 mesi, e solo il 28/6/2012 la conferenza dei
sindaci con atto n.3 delibera ed ordina al gestore di procedere alla
restituzione.
E’ fatta? E invece NO!
Il 5/9/2012 la segreteria dell’ATO[1]
si lamenta per le continue richieste dei cittadini che reclamano il rimborso
delle somme non dovute e quindi … approva un fantomatico “piano di lavoro” che prevede ancora 6
mesi per ottenere la restituzione.
E’ mai credibile che nell’era dei computer ci voglia un “piano di
lavoro” (… magari a spese degli utenti..) per scalare da una bolletta un
rimborso e restituire l’indebito?
La verità è un’altra: i fatti dimostrano come con la complicità
dell’acqua(politica)pontina sono sempre i cittadini ad avere la
peggio!
Quindi suggeriamo a chi deve avere il rimborso di mettere in mora
il gestore e nel caso attivarsi subito in tribunale[2]
per ottenere giustizia.
Comitato
cittadino acqua pubblica di Aprilia
[1] Circolare STO prot. 1481 del 5 SET 2012 Rimborso quota
depurazione procrastinata di 6 mesi
[2] Ad Imperia il giudice di pace
ha condannato il gestore a rimborsare il canone di depurazione incassato senza che l’impianto di
depurazione fosse attivo. L’azienda ha impugnato la sentenza in appello, ma
anche il tribunale ha dato torto alla società e confermata la sentenza del
giudice di pace, confermando inoltre il risarcimento, in conformità con
la sentenza della Corte Costituzionale n.355/2008.
Nessun commento:
Posta un commento