giovedì 27 settembre 2012

scandalo pdl Viterbo sindaco e assessore indagati per Vinitaly

VITERBO, SINDACO E ASSESSORE INDAGATI PER IL VINITALY Il giro di soldi coinvolge una società della Regione di Loredana Di Cesare e Valeria Pacelli Il fatto quotidiano 28 settembre 2012 Si allarga l’inchiesta viterbese sulle false fatture relative alle iniziative organizzate dall’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Francesco Battistoni, nella Tuscia e pagate dal gruppo consiliare. Nel registro degli indagati sono stati iscritti il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, accusato di abuso d’ufficio in concorso con l’assessore regionale all’Agricoltura, Angela Birindelli, che ieri ha rimesso le deleghe alla Polverini. ENTRAMBI secondo l’accusa avrebbero favorito alcune aziende viterbesi per l’a ggiudicazione di commesse nell’ambito del padiglione Lazio del Vinitaly 2011. E un ruolo centrale, in questa vicenda, sarebbe stato svolto dall’Ar sial, l’agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura, il cui commissario straordinario, Erder Mazzocchi, ha ricevuto un avviso di garanzia. A dare spunto all’inchiesta, condotta dal procuratore Alberto Pazienti e dal pm Massimiliano Siddi, alcune telefonate, intercorse tra Marini e la Birindelli, e intercettate dalla procura. Anche il sindaco, che ieri è stato sentito per oltre cinque ore, infatti, ha confessato ai pm di essere stato tante volte contattato dall’assessore all’Agr icoltura. Queste telefonate hanno permesso agli inquirenti di ricostruire la vicenda. Nel 2011 la Regione sigla un accordo con l’Ente Fiere di Verona per allestire un padiglione, durante la rassegna Vinitaly. La gestione dell’evento, per il Lazio, viene affidata all’imprenditore viterbese Giuseppe Fiaschetti, titolare della Gff Event, che fino a qualche tempo rivestiva la carica di presidente della Viterbese Calcio, per poi essere nominato a marzo scorso presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Interpor to Centro Italia di Orte. DOPO AVER partecipato a quell’evento, però, l’i m p re n - ditore non ha mai ricevuto il compenso dovuto, tanto da rifiutarsi di ritornare a Verona l’anno successivo. Una perdita di immagine per il territorio tale che Angela Birindelli si sarebbe impegnata in prima persona a trovare una soluzione. E avrebbe contattato, sempre secondo l’ipotesi della procura, anche il sindaco Giulio Marini affinché trovasse un modo per pagare l’imprenditore. Alla fine una parte dei soldi dovuti arriva. Le casse dell’Ente Fiera si gonfiano di circa 500mila euro, soldi che dovevano servire per pagare Fiaschetti. Secondo i magistrati, a versare tutto questo denaro, sarebbe stata l’Arsial di Marzocchi, ex consigliere regionale Pdl, figlio di Antonio, anche lui pidiellino, finito al centro di un’i nch i e s t a per una casa a Roma comprata a un prezzo di favore. Ma la vicenda Vinitaly fa discutere anche sul versante politico regionale. L’edizione 2012 aveva infatti già insospettito l’opposizione che ha inviato alla governatrice Renata Polverini, e all’assessore Birindelli, ben due interrogazioni. Il primo settembre tre consiglieri – Vincenzo Maruccio (Idv), Giuseppe Parroncini ed Esterino Montino - chiedono a Polverini e Birindelli “quali iniziative e/o provvedimenti si siano assunti per garantire la trasparenza e la regolarità amministrativa, in ordine all’affidamento della gestione del padiglione della Regione Lazio, e quali provvedimenti si intendano assumere, al fine di garantire libera e piena competizione, secondo le norme vigenti, per lo svolgimento dei servizi relativi alle strutture regionali al Vinitaly 2012”. Anche le spese per l’edizione Vinitaly 2012 sono consistenti: il 16 marzo , il direttore del dipartimento istituzionale e territorio, Luca Fegatelli, dispone la spesa di 1,6 milioni, destinati alla “Fiera di Verona, ente autonomo” per gestire il padiglione Lazio. A questa cifra vanno aggiunti 240.000 come quota di partecipazione. In totale l’e vento costa alle casse laziali 1,9 milioni. Per giustificare la procedura di affidamento diretto all’ente Fiera Verona, infine, Fegatelli spiega che la Regione Lazio – pagando ulteriori 15mila euro – ha ottenuto da un avvocato “il parere legale che la autorizza a questa procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di g a ra ”.

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